(Sirolo, 08 Nov 16) La natura ha impiegato milioni d'anni per realizzare formazioni, paesaggi o libri di roccia che oggi impreziosiscono il nostro Paese eppure, è relativamente recente la tutela di tale patrimonio geologico di cui i geoparchi rappresentano un modo concreto per tutelare e diffonderne la conoscenza. E il Conero ha le carte in regola per arrivare a questo traguardo andando anche a rappresentare un'efficace opportunità di promozione del territorio, offrendo ulteriori stimoli al turismo, alla ricerca e in generale ad una fruizione sempre più ricca di esperienze differenti. Basti pensare che in Italia soltanto 10 territori hanno il riconoscimento di geoparco e 7 sono parchi nazionali o regionali. Ma il vero obiettivo è l'Unesco. Il 17 novembre 2015 infatti, i siti della Rete Globale dei Geoparchi sono diventati siti UNESCO ed entrare a far parte di questa rete rappresenta l'accesso al riconoscimento di patrimonio dell'umanità. Sarebbe un traguardo straordinario. Di questo si è parlato ieri a Coldigioco di Apiro in un incontro preliminare tra il geologo Alessandro Montanari, profondo conoscitore del Parco del Conero che si occupa di un centro di studi internazionali, il geologo Maurizio Mainiero ed i rappresentanti dell'Ente Parco, per definire una comune strategia di collaborazione che punti proprio al riconoscimento del geoparco del Conero. 'Il nostro territorio -spiega Gilberto Stacchiotti, vice presidente dell' Ente Parco- è interessante e fragile al tempo stesso per cui c'è una conoscenza molto accurata, una documentazione dettagliata nonché una ricchissima bibliografia'. Zona sismica, frane costiere, erosione marina sono aspetti soggetti di studi ed analisi comparative: 'Da queste situazioni di "instabilità" -continua- oggi possiamo apprezzare la baia di Portonovo, gli scogli e le grotte sul mare, oppure stupirci della stratigrafia resa evidente dalle cave. Per questo nel parco sono riconosciuti 2 dei 9 GSSP mondiali, cioè luoghi dove è eccellente la facilità di osservare i differenti strati al punto da essere riferimenti mondiali'. La falesia tra il Cardeto e Mezzavalle è altro un ambito unico e integro del Miocene. Nuovi studi sono in corso nella zona di Portonovo seppur ormai sembri certo che la frana che l'ha originata sia avvenuta in epoca medioevale. Il parco ha già intrapreso numerose iniziative per far conoscere questa eccezionale realtà; come elenca Stacchiotti: 'la carta geologica con itinerari escursionistici, la pubblicazione "Le rocce del Conero raccontano", l'allestimento di aree attrezzate alla cava di Massignano e alla cava di S. Lorenzo, nonché i cippi in ceramica dal passo del lupo e su Mezzavalle/Trave. Anche il moderno centro visita è una struttura infomativa sui diversi temi inclusi gli aspetti geologici'. Insomma, le potenzialità per entrare nel ristretto gruppo di aree ad altissimo interesse geologico ci sono tutte.