Incastonata nel verde della macchia mediterranea e lambita dal bleu
dell'Adriatico, la Chiesa di Santa Maria di Portonovo, eretta in
candida pietra del Conero, gioiello di architettura romanica, con
caratteristiche che fondono la croce greca con le forme della basilica
latina, sta a ricordarci che nel 1034 fu edificato, in questo splendido
luogo, un Monastero.
La comunità dei Monaci estese la propria
influenza in una vasta area al di là dei Castelli di Poggio, Camerano,
Sirolo e Numana
Nel 1716 Papa Clemente XI fece costruire, a Portonovo, la torre di guardia, edificio a pianta quadrata, un manufatto che ricalca fattezze quattrocentesche, realizzato in pietra del Conero e in laterizio, provvisto di copertura utile all'appostamento con le armi da fuoco. Il presidio serviva ad avvistare ed impedire le scorribande di pirati e contrabbandieri. Divenuto rifugio del poeta anconitano Adolfo De Bosis, frequentato anche da Gabriele D'Annuzio, oggi appartiene ai suoi eredi, é centro di iniziative culturali e, su richiesta, la torre può essere visitata.
Nel 1808 il vicerè del Regno Italico Eugenio Behauharnais fece costruire, nella baia di Portonovo, una fortezza per impedire l'approdo alle navi inglesi. Fu realizzata utilizzando anche il materiale recuperato dalle rovine del Monastero e della torre campanaria annessi alla Chiesa di Santa Maria. Dopo un periodo di abbandono e rovina é stato ricostruito, nel rispetto dell'antica pianta,ed oggi é una prestigiosa struttura turistica. Su richiesta può essere visitato.
Sulla sommità del Conero, fra lecci e corbezzoli, c'è la Chiesa di San Pietro con annesso convento oggi, in gran parte, trasformato in albergo. Nel Medioevo, infatti, il Conero divenne luogo di eremitaggio e di Comunità religiose. I Benedettini costruirono due Chiese: una in basso, San Benedetto ed un'altra in alto, San Pietro. La Chiesa di San Pietro, una volta andata in rovina, é stata riedificata dai Camaldolesi che vi risiedettero fino al 1861. San Pietro conserva ancora forme e stile dell'antica struttura, bianca e minuscola come vuole il romanico. L'interno una navata centrale con la volta a botte e a crociera, colonne e pilastri sono adornati da capitelli decorati. Foglie di acanto,bacche di pino, e motivi floreali sono intessuti nelle pietre. Sotto il coro si cela la cripta dove si costudivano le reliquie. I viali ed i sentieri tracciati dai Monaci sono ancora percorribili e portano a stupende escursioni.
Antico centro piceno e poi romano, la sua storia é largamente documentata nell'Antiquarium e nel Museo Nazionale di Ancona. Vasi attici, monili, armi da guerra e tutto ciò che di pregevole é stato ricavato dalle sue necropoli costituite da quasi novecento tombe sono visibili nell'Antiquarium e "raccontano" tutto l'arco evolutivo della civiltà picena dal VII secolo all'età romana. La struttura espositiva (Tel. 071/9330585) é aperta la pubblico in Via La Fenice 4, l'ingresso é gratuito.
La tradizione vuole che il nome derivi da Sirio, condottiero medioevale cui fu donato il luogo ove fu edificato il castello da Belisario, dopo la vittoria sui Goti del 560. Probabilmente l'area era già stata abitata, in epoca romana, come dipendenza del Municipio di Umana (oggi Numana). Il piccolo centro, adagiato sulle pendici del Conero, presenta ineccepibili permanenze medievali ed é illuminato da singolari scorci marini. E' sede del Consorzio Parco del Conero.
Ad Offagna, piccolo e splendido comune medioevale a pochi chilometri
dall'area del Parco, è stato recentemente inaugurato il Museo dedicato
al naturalista Luigi Paolucci.
Sono sette sale nelle quali si
possono studiare gli ambienti fluviali, costieri, collinari, carsici e
montani e le gole calcaree.
Tutte le Marche, Conero compreso, sono citate ed illustrate.
L'indirizzo: Via del Monastero 2, 60020 Offagna - Tel. e Fax 071/7107611 - 071/7107612