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Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

www.parcogeominerario.sardegna.it
 

Punti d'interesse

Area Geomineraria Monte Arci

L'area del Monte Arci è situata nella Sardegna centro-occidentale, nell'entroterra del Golfo di Oristano. Ha una forma approssimativamente ellittica, allungata in direzione N-S, con gli assi maggiore e minore lunghi rispettivamente 30 km e 7 km. L'elevazione massima è raggiunta a quota 812 m s.l.m. in corrispondenza del neck (antico condotto vulcanico) di Trebina Longa.
L'area del Monte Arci interessa una superficie di circa 270 kmq, pari al 7% di tutta l'estensione del Parco Geominerario della Sardegna.
Il Monte Arci costituisce il primo distretto estrattivo della Sardegna. Venne attivato all'inizio del VI millennio a.C. quando piccole comunità, approdate nell'Isola al seguito della colonizzazione neolitica, scoprirono ed utilizzarono l'ossidiana qui presente molto abbondante. Si tratta di un vetro vulcanico di composizione riolitica, per lo più nero, a frattura scheggiosa e concoide, particolarmente prezioso e ricercato dagli uomini della "età pre-metallurgica" come materia prima per la produzione di armi e strumenti da taglio.

Geosito Su Carongiu de Fanari - Mega Pillow - Masullas
Geosito Su Carongiu de Fanari - Mega Pillow - Masullas
 

Area Geomineraria Orani, Guzzurra, Sos Enattos

L'area di Orani, Guzzurra, Sos Enattos è suddivisa in due parti: la prima riguarda il territorio del comune di Orani, la seconda interessa i siti minerari e naturalistici del comune di Lula.
Tutta l'area rappresenta con i suoi circa 300 kmq, quasi il 7% del territorio del Parco Geominerario. L'importanza di Orani dal punto di vista geominerario è dovuta alla presenza di notevoli mineralizzazioni di talco, feldspati, e di numerose cave abbandonate di marmo e granito.
Questo importante distretto minerario talchifero era noto sin dal Neolitico recente, periodo a cui risale l'estrazione del talco varietà "steatite", che veniva lavorato per la produzione di oggetti di pregio, ornamentali e statuette tra cui la Dea Madre. L'importanza di Guzzurra-Sos Enattos è invece dovuta alla presenza di importanti mineralizzazioni metallifere di piombo, zinco e argento, testimoni di un'attività estrattiva avviata sin dai tempi remoti, come testimoniano alcune gallerie risalenti al periodo romano e alcuni pozzi del XI secolo, e ormai giunta alla recente chiusura. La miniera di Sos Enattos, in particolare mantiene perfettamente conservati le strutture esterne e il pozzo di accesso al sottosuolo, oggi visitabile ai turisti.

Miniera di Sos Enattos - Lula
Miniera di Sos Enattos - Lula
 

Area Geomineraria Funtana Raminosa

L'area di Funtana Raminosa è situata nella Sardegna Centrale, tra le regioni della Barbagia e del Sarcidano, ed interessa una superficie di circa 145 kmq, pari al 3,85% della superficie complessiva del Parco Geominerario della Sardegna.
La sua importanza dal punto di vista geominerario è dovuta alla presenza dell'importante miniera di rame di Funtana Raminosa, che ha svolto un ruolo particolarmente significativo nella storia della metallurgia di questo metallo nell'area mediterranea, a partire dall'età eneolitica.
L'ambiente naturale ricco di boschi, in parte ancora vergini, ha consentito il mantenimento di una fauna di straordinario interesse. Abbondano i mufloni, che trovano rifugio nelle cime più alte, e le aquile reali. In questo contesto ambientale di notevole rilevanza si aggiungono anche i siti minerari di Giacurru-Perdabila per il ferro e di Corongiu e Ingurtipani per il carbone, ricchi di testimonianze e di beni di archeologia industriale.

Miniera di Funtana Raminosa - Gadoni
Miniera di Funtana Raminosa - Gadoni
 

Area Geografica Argentiera, Nurra, Gallura

L'area di Argentiera, Nurra, Gallura è suddivisa in due parti. La prima interessa il settore occidentale della Nurra (Sardegna nord-occidentale) e si estende dai siti minerari dell'Argentiera e di Canaglia fino al promontorio di Capo Caccia. La seconda parte di quest'area comprende parte dei territori comunali di Santa Teresa di Gallura, Palau, Arzachena, Golfo Aranci e Olbia, per una superficie di interesse di circa 335 kmq pari al 8% di tutta l'estensione del Parco dove sono presenti diverse antiche cave di granito in buona parte di età romana. Le aree minerarie dell'Argentiera e di Canaglia hanno costituito nel secolo scorso il più importante distretto metallifero della Sardegna settentrionale: la prima per la consistenza delle mineralizzazioni metallifere di piombo, zinco, argento, sfruttati sin dai tempi della colonizzazione romana, la seconda per il ferro. Oggi, terminate le attività estrattive, queste aree minerarie costituiscono un tipico esempio di archeologia industriale. All'Argentiera, in particolare, per iniziativa del Comune di Sassari, importanti strutture minerarie come il pozzo Podestà e la Laveria sono stati restaurati e tutto il compendio minerario risulta musealizzato.

Miniera dell'Argentiera - Sassari
Miniera dell'Argentiera - Sassari
 

Area Geografica Sarrabus, Gerrei

Il Sarrabus-Gerrei è situato nella parte sud-orientale della Sardegna ed interessa una superficie di 575 kmq, pari al 15% dell'estensione totale delle aree comprese nel Parco Geominerario della Sardegna. Si tratta, dunque, della seconda area più estesa del Parco, molto rappresentativa per diffusione, varietà ed importanza delle attività minerarie che in essa si sono svolte.
Dal punto di vista minerario l'area, per la consistenza delle mineralizzazioni metallifere di piombo, antimonio, argento e fluorite, è diventata per importanza, tra il 1800 ed il 1900, il secondo distretto minerario dell'Isola.
Il settore argentifero sarrabese è stato sfruttato intensamente tra la seconda metà del 1800 e il primo ventennio del 1900. Quello antimonifero del Gerrei, ha interessato soprattutto la prima metà del 1900, mentre quello fluorifero è ancora in attività. | principali centri coinvolti nell'estrazione mineraria legata all'argento sono stati Burcei, San Vito, Muravera e Villaputzu, quelli legati all'antimonio sono stati Villasalto, Ballao e Armungia e Silius per quello fluorifero.
Di questi settori rimangono testimonianze di archeologia industriale nelle miniere di Tuviois, Serra 'e Silixi, Nicola Secci, S'Arcilloni, Masaloni, Monte Narba, Giovanni Bonu e Bacu Arrodas (argento), Su Suergiu e di Corti Rosas (antimonio).

Miniera di Su Suergiu - Villasalto
Miniera di Su Suergiu - Villasalto
 

Area Geomineraria Arburese, Guspinese

L'Area Arburese, Guspinese si estende per circa 520 kmq, pari al 13,5% dell'estensione totale delle aree comprese nel Parco Geominerario della Sardegna, ed è una delle più importanti del Parco per la storia e per il patrimonio minerario che contiene. Le valenze storiche e di archeologia industriale sono espresse nei suoi massimi valori nei due compendi di Montevecchio e Ingurtosu dove, in alcune strutture recuperate, è possibile svolgere delle visite guidate. Non meno interessanti, anche se di entità minore, sono i centri minerari dismessi di Bau Gennamari e Perd'e Pibera. Alle miniere di piombo e zinco di Ingurtosu e di Montevecchio è profondamente legata non solo la storia della comunità locale ma anche la storia dello sviluppo dell'industria mineraria italiana. Le vicende produttive, tecnologiche, economiche e sociali di oltre un secolo e mezzo d'industria mineraria hanno segnato profondamente il territorio e la cultura della popolazione locale e rappresentano oggi un enorme patrimonio in fase di recupero e valorizzazione.

Dune di Piscinas - Arbus
Dune di Piscinas - Arbus
 

Area Geomineraria Iglesiente

L'area dell'iglesiente si estende per circa 480 kmq nella Sardegna sud occidentale fra quelle dell'Arburese Guspinese e del Sulcis, pari al 12,4% dell'estensione totale delle aree comprese nel Parco Geominerario della Sardegna. È particolarmente ricca di miniere e di aspetti legati alla loro millenaria attività. Le miniere più importanti sono insediate nel cosiddetto "anello metallifero ell'Iglesiente", dove le mineralizzazioni di piombo, argento e zinco sono insediate nelle formazioni geologiche calcareo-dolomitiche che, con oltre 500 milioni di anni di età, sono le più antiche rocce d'Italia datate paleontologicamente. Altre miniere importanti sono dislocate nei territori dei Comuni di Domusnovas, Fluminimaggiore, Buggerru e Gonnesa.
Numerose sono le emergenze archeologiche che testimoniano la presenza dell'uomo fin dal Neolitico, nell'età nuragica, nel periodo punico e romano, tutti popoli interessati alle rilevanti ricchezze del sottosuolo. Notevolissime sono anche le testimonianze dell'attività estrattiva nel periodo medievale di cui la stessa città di Iglesias ne è espressione.

Porto Flavia - Iglesias
Porto Flavia - Iglesias
 

Area Geomineraria Sulcis

L'area del Sulcis si estende nella parte sud-occidentale dell'isola per una superficie di circa 1.450 kmq, pari al 37,6% dell'estensione totale delle aree comprese nel Parco Geominerario della Sardegna.
Prende il nome dall'antica città punica di Sulcis o Sulki oggi Sant'Antioco. Il Sulcis include per affinità geografiche anche le Isole di San Pietro e di Sant'Antioco. Anche in quest'area del parco l'attività mineraria è stata molto intensa, soprattutto a partire dalla metà del 1800, raggiungendo il culmine negli anni '50 e '60 con la definitiva chiusura negli anni '70 e '80. Nell'area sono presenti numerosi siti minerari tra i quali meritano un particolare cenno per la loro importanza industriale, quello carbonifero di Serbariu (Carbonia), quelli metalliferi di Rosas (Narcao), Orbai (Villamassargia), Sa Marchesa (Nuxis), Capo Becco (Carloforte) e San Leone (Assemini). Il territorio del Sulcis possiede inoltre un interessante patrimonio ambientale vista la presenza di oasi naturalistiche (Monte Arcosu), di monumenti geologici, e di siti di importanza comunitaria.

Grande Miniera di Serbariu - Carbonia
Grande Miniera di Serbariu - Carbonia
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