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Punti d'interesse

Storia e principali Monumenti della Città di Casalmaggiore

Ancora non c'è chiarezza sulla genesi esatta della città di Casalmaggiore. Il ritrovamento della "Stazione Enea" nel 1970 al Santuario della Fontana, unitamente ai reperti rinvenuti nella frazione di Fossacaprara, confermano la presenza di insediamenti fin dall'età del bronzo. Il primo documento scritto che citi Casalmaggiore è un'iscrizione rinvenuta sotto un'immagine della Beata Vergine nella chiesa di San Giovanni Battista (collocata un tempo nell'area dell'odierna Isolabella). Attorno al 1000 Casalmaggiore era un castello fortificato sotto il dominio Estense e la solitaria rocca di via Vaghi ne è una traccia. Sotto la dominazione Veneziana, nel XV secolo, Casalmaggiore aveva la giurisdizione "sugli uomini e le ville" di Rivarolo Intus, Villanova, Gambalone, Camminata, Cappella di Staurci, Quattrocase, Casalbellotto, Roncadello, Staffolo, Fossacaprara, Vicomoscano, Motta dei Maltraversi, corrispondenti a grandi linee alle odierne frazioni.
Durante la dominazione Veneziana, Casalmaggiore ribadì la propria vocazione commerciale, grazie alla propria collocazione geografica. Proprio a causa di questa ubicazione strategica, nel '500 molti potenti posarono gli occhi sulla città, tra cui il Ducato di Milano e i marchesi di Mantova, senza dimenticare l'attenzione delle truppe Francesi e Spagnole. Sul finire del '600, prese corpo l'idea di creare una vera e propria signoria di Casalmaggiore. Nel 1754 Maria Teresa d'Austria concesse a Casalmaggiore il titolo di città e negli anni successivi la comunità locale poté ospitare l'imperatore d'Austria Giuseppe II.
Nel XVIII secolo prese forma la provincia di Casalmaggiore, comprendente le zone dell'odierno comprensorio Oglio-Po. Passando attraverso la dominazione Napoleonica ed in seguito Asburgica, si arrivò all'unità d'Italia. Nel 1862 Casalmaggiore ricevette la visita di Giuseppe Garibaldi. Nel XX secolo, immersa nel corso della storia nazionale, Casalmaggiore ha vissuto il "secolo breve" tra guerre, dittature, riprese politiche ed economiche.
Accanto alla città da sempre il Po, uno dei suoi simboli e fedeli compagni, ma anche terribile avversario nelle piene del 1951, 1994, 2000.

Storia e principali Monumenti della Città di Casalmaggiore
Storia e principali Monumenti della Città di Casalmaggiore

Piazza Garibaldi

Progettata nel '600, era in origine in terra battuta. Nel 1813, grazie al lascito testamentario del nobile Leopoldo Molossi, fu lastricata ed assunse l'attuale aspetto. Tale lascito permise inoltre di ricostruire il Palazzo Comunale. Sulla piazza si affacciano il Palazzo già Marcheselli e l'ex Chiesa di Santa Croce, adibita ad Auditorium ed ospite di numerosi eventi, tra cui esposizioni e concerti. La sala è parte del complesso dei Barnabiti (XVIII sec.), rinnovato nel 1996 e ora sede della prestigiosa Biblioteca Civica "A.E.Mortara", accessibile dall'adiacente Via Marconi, e del museo del Bijou.
E' una delle più grandi piazze comunali del Nord Italia. Vi si svolgono da sempre manifestazioni di vario genere, dalle tradizionali Fiere di S.Carlo e di Piazza Spagna, eventi culturali e il mercato del sabato. Dal "foro" di Casalmaggiore s'irradiano le principali vie della città, lungo le quali si possono ammirare i più significativi monumenti della città.

 

Museo del Bijou

Un'occasione davvero interessante durante la visita a Casalmaggiore è rappresentata dal Museo del Bijou, un'esposizione permanente della bigiotteria di ieri, unica e particolare, allestita nell'ex collegio dei Barnabiti. E' stato costituito nel 1986 e allestito in questa nuova sede dieci anni dopo. Sotto le volte di mattoni, organizzati in teche di vetro, migliaia di piccoli oggetti - oltre 35.000 - testimoniano l'evoluzione del costume e della moda di oltre mezzo secolo: sono gioie, orecchini, anelli, occhiali, bracciali, spille, medaglistica popolare e religiosa, ciondoli, portasigarette, porta cipria, distintivi di partito e attrezzi da lavoro. La pregevole fattura, la grande varietà di forme, i diversi ambiti trattati, fanno della visita un'opportunità unica di conoscere un fenomeno industriale che si snoda da fine ottocento agli anni sessanta. Casalmaggiore fu infatti per molti decenni uno dei più importanti centri di produzione europea di oggetti seriali di bigiotteria (il cosiddetto "oro matto") che esportò in tutto il mondo. Durante la visita è possibile ammirare, oltre agli oggetti, la documentazione fotografica e gli attrezzi di lavoro impiegati nelle officine. Al Museo del Bijou è annesso un laboratorio didattico dotato d'attrezzature per la fusione dei metalli, la saldatura, la doratura. Per le scuole, ma non solo, un'occasione che consente di poter plasmare personalmente "l'oro matto".

 
 

Teatro Comunale

I lavori di costruzione del Teatro cominciarono nel 1782 grazie ai soldi stanziati da una società di 12 facoltosi cittadini, genesi comune alla maggiorparte dei grandi teatri comunali d'Italia. Andrea Mones, l'architetto progettista, decorò il soffitto della platea. Nel 1783 la lavorazione fu terminata ed ebbe luogo l'inaugurazione. In seguito fu aggiunta la "Fastassa", un ampio salone adibito a sala da ballo e feste popolari. Il tempo, l'inutilizzo ed il degrado avrebbero rosicchiato via questo monumento casalasco. L'intervento di un lungo e pregevolissimo lavoro di ristrutturazione ne permise la riapertura al pubblico nel 1989.

 
 

Torrione Estense

La cinta muraria che si ergeva a difesa della città fu demolita tra il XVI e il XVII sec. Del complesso militare rimane solo il Torrione. Esso rappresentava la porta d'accesso e il nucleo del castello, alloggio della guarnigione locale. Durante XVIII e XIX secolo fu utilizzato come prigione.

 

Duomo di Santo Stefano

La chiesa arcipretale fu insignita della dignità e dei privilegi abbaziali da Papa Pio VII e l'Imperatore Francesco II d'Austria concesse all'arciprete abate mitrato la decorazione dell'aurea Croce Imperiale di Santo Stefano. Fu iniziato nel 1840 grazie all'assegnazione di 100.000 lire milanesi da parte del nobile Givanni Vicenza Ponzone. Fu progettato dall'architetto Fermo Zuccari insieme al campanile. Quest'ultimo fu costruito solo più tardi tra 1897 e 1899 grazie al lascito di Bianca Contesini.
I lavori di costruzione dell'edificio terminarono nel 1846 con la chiusura della cupola. Il Duomo fu consacrato ed aperto nel 1861. La sua struttura è a croce greca, divisa in quattro pilastri e tre navate con coro absidale e cappelle laterali. Un alto Pronao ad archi funge da vestibolo. La cupola è alta 60 metri ed è sorretta da un tamburo di 16 archi. Conserva due monumenti di Pietro Civeri, risalenti al 1874 che commemorano Giovanni Vicenza Ponzone e Luigi Chiozzi, i principali oblatori.
Nell'ancona del coro si trova un dipinto che i casalesi commissionarono a G.Diotti nel 1811, dopo che la Madonna con i Santi Stefano e Giovanni Battista" del Parmigianino fu trasferita nella collezione del Duca di Modena Francesco I e fu sostituita con una copia settecentesca della Ghislina, che si trova nel Presbiterio. Fra i dipinti ricordiamo ancora "Le quattro Virtù Cardinali", attribuite a Guglielmo Caccia (Moncalvo); "L'ultima cena" e "S.Pietro in carcere" di G.B. Trotti (Malosso); "Gesù nell'orto" di G. Cavassetti e "L'adorazione dei Magi" di C. Agosta.
All'ingresso del Presbiterio si trovano statue in stucco che realizzò G.Albertelli nel 1771 e che rappresentano i Santi Pietro e Paolo. Le nicchie conservano statue di 28 Santi in pietra bianca di Vicenza, opera del 1930 di Adriano e Pierino Ferraroni. La decorazione del catino absidale raffigurante il martirio di S.Stefano di Pietro Verzetti è coeva. L'antica casa abbaziale con l'oratorio è annessa al Duomo e mostra decorazioni a fresco risalenti il XVIII sec. Essa ospita un archivio ed una biblioteca assai ricchi di documenti.

 

Complesso monastico di S. Chiara

In prossimità del Duomo sorge il vasto complesso monastico di Santa Chiara, fondato nel 1504 ed esteso nel corso del XVIII secolo. Oggi è sede dell'Istituto Postuniversitario Santa Chiara. All'esterno spicca il profilo ottagonale con doppia galleria della chiesa, consacrata nel 1531. A questo corpo di fabbrica, che costituiva la chiesa pubblica, è annesso un corpo comunicante, rettangolare e voltato a botte, che costituiva la chiesa monastica. Qui si possono osservare interessanti affreschi appartenenti a cicli cronologicamente distinti e in parte sovrapposti.

 
 

Museo Diotti

Il Museo Diotti si configura in prima istanza come un museo dell'Ottocento: in tal senso sono state determinanti la necessità di valorizzare uno dei momenti culturali più fecondi della storia cittadina (quello compreso fra l'età teresiana e l'unità d'Italia) e l'opportunità di recuperare la casa di Giuseppe Diotti (1779-1846), un antico palazzo ristrutturato nel 1837 dall'architetto Fermo Zuccari e destinato dal maestro della Carrara, che vi ha trascorso gli ultimi anni di vita, ad ospitare la sua raccolta d'arte nonché l'atelier dell'ultima grande impresa, quella della versione in grande del Giuramento di Pontida, costituendo una sorta di accademia privata frequentata da pittori locali.
Il Museo Diotti è anche un museo della didattica artistica: la "vocazione didattica" del palazzo, la cui originaria raccolta d'arte (oggi dispersa) fu aperta per la prima volta al pubblico dagli eredi del pittore nel 1865, costituisce infatti la traccia che ha guidato il progetto museologico del prof. Valter Rosa, suggerendo un percorso cronologico volto ad evidenziare alcuni aspetti dell'iter formativo di Giuseppe Diotti e del suo metodo di lavoro. Accanto ad un nucleo di dipinti, posti a confronto con studi e bozzetti disegnativi, entrano a far parte del percorso espositivo anche materiali didattici come i gessi e le stampe. Ciò è stato agevolato dalla presenza a Casalmaggiore di un considerevole patrimonio didattico-artistico legato a una scuola di disegno attiva per un arco di tempo di quasi due secoli.
L'immagine dell'atelier e il metodo di lavoro dell'artista saranno fra i temi portanti anche delle altre sezioni del Museo: la Galleria d'arte moderna, con le opere degli artisti locali più significativi e di una certa visibilità nel panorama nazionale (Tommaso Aroldi, Goliardo Padova, Mario Beltrami, Gianfranco Manara, Tino Aroldi), orientati prevalentemente sulla pittura di paesaggio e il Centro di documentazione, destinato alla formazione di una banca dati sull'attività degli artisti, non solo locali, presenti sul territorio negli ultimi due secoli, alla conservazione dei materiali degli atelier (attrezzi e strumenti, schizzi e appunti, libri, stampe, fotografie, ecc.), oltre che ad accogliere una biblioteca specialistica e una sezione d'arte sacra con bozzetti e cartoni che documentano l'attività decorativa nelle chiese cremonesi intono alla metà del '900.
È inoltre da sottolineare che il Museo Diotti oltre a documentare la "scuola locale", possiede pregevoli opere di altri autori (citiamo solo i nomi di Paolo Troubetzkoy e di Amedeo Bocchi), la cui presenza nelle collezioni civiche è legata al collezionismo locale fra Otto e primo Novecento.

 

Santuario della Madonna della Fontana - Tomba del Parmigianino

Il Santuario della Beata Vergine della Fontana retto dai Frati Cappuccini fu edificato nel 1463 sul luogo in cui si trovava una fonte ritenuta miracolosa (ora nella cripta, con un quattrocentesco affresco della Vergine). L'edificio è in stile tardo gotico a tre navate con volta a botte e tre absidi poligonali. Il presbiterio sopraelevato custodisce una cripta con in mezzo il pozzo ritenuto miracoloso e, sul muro, un affresco del XV secolo raffigurante la Vergine.Il suo interno presenta affreschi del XV-XVII sec. di scuola cremonese e paliotti in scagliola del XVII secolo. La notorietà del santuario mariano è dovuta in parte alla sepoltura del pittore Francesco Mazzola, detto "Il Parmigianino". In fuga da Parma perchè perseguitato dalla giustizia, morì il 24 Agosto del 1540 a Casalmaggiore. Volle esser sepolto nel Santuario della Beata Vergine della Fontana "nudo con una croce d'arcipresso sul petto", come ricorda il Vasari.

 
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