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Parco Naturale dei Laghi di Avigliana

 

Conosce per Tutelare: operativo ad Avigliana il Centro per la Tutela della Biodiversità degli Ambienti Acquatici

Nell'anno internazionale dedicato alla Biodiversità, il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana ha aperto ufficialmente il Centro di Tutela della Biodiversità degli Ambienti Acquatici

(08 Mar 10) Situato in un edificio comunale di frazione Bertassi il Centro, che è già al secondo anno di attività, è stato presentato ufficialmente alla cittadinanza il 19 febbraio scorso, durante una serata aperta al pubblico.
«Il Centro nasce dall'esigenza di rispondere alle richieste di una maggior conoscenza degli ecosistemi acquatici e della presenza di un organismo operativo in grado di pianificare ed eseguire interventi gestionali e conservazionistici volti a preservare la fauna e le comunità degli ambienti dulcacquicoli», spiega Gilberto Forneris, docente della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino, Consigliere del Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, ideatore e coordinatore del Centro.
Istituito già nel 2005 con una convenzione tra la Regione Piemonte, il Comune di Avigliana, la Provincia di Torino, il Parco naturale dei Laghi di Avigliana e il Dipartimento di Produzioni Animali, Epidemiologia ed Ecologia della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Torino, il Centro ha traslocato in questi ultimi mesi nella nuova sede i laboratori di genetica sperimentale ed applicata e il centro di calcolo e statistica applicate all'ecologia, arrivando ad essere oggi pienamente operativo.
Vi lavorano tecnici di laboratorio, veterinari e laureati in Scienze naturali e biologiche, coordinati dal Dottor Alvise Lucarda, ricercatore presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino e responsabile scientifico.
Nel centro vengono eseguite indagini sulle entità zoologiche autoctone ed endemiche legate all'ambiente acquatico nonché tutte quelle di elevato pregio naturalistico, in particolare appartenenti alla fauna ittica. Dovendo sovente trattare problematiche conservazionistiche riconducibili alla presenza di specie alloctone introdotte, anche queste ultime diventano necessariamente oggetto di studio al fine di individuarne le caratteristiche biologiche critiche che le rendano controllabili o se possibile ne consentano la rimozione. L'ambito territoriale è prevalente regionale, ma vengono svolti studi anche per altri enti di gestione territoriale, sia nazionali che internazionali.

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