(16 Marzo 2012) All'indomani dell'approvazione della legge promossa da Vito Amendolara, Amilcare Troiano (presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano) ripercorre le tappe che portano l'entroterra salernitano alla ribalta mondiale
All'indomani dell'approvazione in Consiglio regionale della legge che riconosce la Dieta Mediterranea come bene immateriale dell'umanità e a conclusione dell'iter avviato un anno fa da Vito Amendolara per la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche delle aree interne della Campania il Cilento assurge ad emblema di una Campania felix ritrovata.
E la Dieta Mediterranea diventa il suo biglietto da visita. Icona di uno stile di vita che, con il sugello dell'Unesco e ora anche di una norma di una legge regionale che ora ne riconosce il valore (storico, ambientale, culturale e anche sanitario) è anche un modello di sviluppo sostenibile. Per le eccellenze agroalimentari che custodisce, per il turismo di qualità che alimenta, per la storia e la cultura che tramanda e anche per la ricerca sanitaria nel campo della prevenzione e della longevità che stimola grazie al premio intitolato ad Angelo Vassallo (previsto dalla nuova legge regionale che riconosce la Dieta Mediterranea), il Cilento rappresenta la punta avanzata di quella che la Campania avrebbe dovuto essere e non è finora stata nel campo dell' economia e dello sviluppo. " In venti anni il Cilento – avverte Amilcare Troiano, presidente del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, in questa intervista al Denaro – ha guadagnato una serie di riconoscimenti di valore internazionale che proiettano questa zona dell'Italia nell'olimpo delle aree naturalistiche più importanti del pianeta.
Quando inizia il percorso che fa del Cilento una delle aree naturalistiche più importanti al mondo?
Tutto inizia con la individuazione del parco del Cilento con la legge n. 394 del 1991 . Il sugello con l'istituzione dell'area protetta per decreto del presidente della Repubblica del 1995. Un percorso che avanza due anni dopo con la indicazione dell'area cilentana quale riserva mondiale della biosfera per la integrazione tra uomo e ambiente. Siamo nel 1997. il Cilento è ancora erede di una arretratezza e di un isolamento geografico che lo hanno sostanzialmente tagliato fuori dallo sviluppo tumultuoso del boom economico degli anni Sessanta e Settanta. Preservandolo. Soprattutto dal sacco edilizio e anche dagli altri processi di degrado ambientale. Un ritardo che oggi sono l'eredità di una ricchezza unica da preservare e tutelare ed emblema di un modello di sviluppo che può diventare vincente.
Quali le altre tappe per la tutela del Parco?
Le aree protette riguardano 181 mila ettari a terra e altri 9 mila ettari a mare con le aree marine di Santa Maria di Castellabate e di Costa degli Infreschi a Camerota. Ma nel 1998 è sotto l'egida dell'Unesco che viene compiuto il vero salto di qualità.
Cosa accade in quell'anno?
Accade che i siti archeologici di Velia e Paestum e Padula con la sua Certosa diventano patrimonio del paesaggio e siti culturali di rilevanza mondiale.
E poi?
Poi nel 2010, sempre sotto l'egida dell'Unesco, il Cilento diventa un geoparco. Uno degli 87 esistenti al mondo, degli 8 in Italia, esempio di conservazione, di biodiversità, di tutela e di ricchezza dal punto di vista della flora e della fauna. Qualcosa di straordinario che abita proprio qui in Campania che in quegli anni deve affrontare una delle crisi più dure della storia con lo sfregio dei rifiuti e la scoperta dei siti inquinati del casertano che infliggono una ferita quasi mortale alla perduta Campania felix.
Il Cilento per risorgere?
Il Cilento un esempio da seguire, un luogo da cui ripartire secondo canoni di sviluppo sostenibile da cui ripartire. Uno stile di vita, un modello culturale.
E la Dieta Mediterranea, che ruolo ha?
La Dieta Mediterranea è uno stile di vita portatrice di valore nel senso della ricchezza enogastronomica e delle produzione di qualità e anche presidio di salute e longevità.
Quali prodotti?
Innanzitutto l'olio cilentano delle straordinarie caratteristiche organolettiche ma possiamo citare anche i ceci di Cicerale, i fagioli di Casalbuono, le alici di Pisciotta, e negli ultimi anni anche i vini con il Fiano di ottima qualità. Per non parlare dei Fichi cilentani. Una dieta povera ricca di tradizione e di qualità che salvaguarda la salute. Qui nel Cilento una delle zone d'Italia e del mondo in cui la vita media è la più lunga.
Torniamo alla dieta mediterranea, che c'entra l'Unesco?
Il 13 marzo del 2010 io e il compianto Angelo Vassallo a Chefchaouen candidamo la Dieta Mediterranea a patrimonio culturale immateriale dell'Umanità. Ci sono altri tre Paesi: la Grecia, la Spagna e il Marocco. La dieta Mediterranea era un'intuizione di Vassallo, è nata a Pioppi, la sua storia è nota. Ma Vassallo in un atto di generosità che lo contraddistingueva accetta di indicare l'intero Cilento come patria della candidatura. Qualche mese dopo a Nairobi in Kenia il riconoscimento. Il resto è storia recente, è la giuosia, la passione e l'entusiasmo per onorare queste opportunità.
Per lo sviluppo ci vogliono gli imprenditori. Quelli che ci sono nel Cilento spesso sono d'importazione, scesi dal Nord a sfruttare la risorsa mare. E c'è il rischio criminalità con cui fare i conti
Il tessuto è sano anche se la tragica vicenda Vassallo deve dettare prudenza e vigilanza. Il pallino è nelle mani dei giovani. Che devono essere indirizzati a canalizzare le tante iniziative che ho visto nascere in questi anni. Il parco del Cilento deve diventare un esempio di sana economia, le aree interne devono imparare a farsi conoscere, investire in comunicazione. Attorno a questo tesoro fatto di natura, cultura , buona cucina, salute, bellezza, deve sorgere un sistema economico.
C'è posto anche per la ricerca, qui c'è un Parco genetico…
Sì, una giovane laureanda in farmacia salernitana, Letizia Pepe, è in questi giorni a New York per discutere una tesi sui benefici nutrizionali della dieta Mediterranea nello sport in particolare per la squadra di scherma del New York Club.
Nel Parco ci sarebbe anche il petrolio, i sindaci però si oppongono ai sondaggi della Shell…
E ben fanno. Il nostro petrolio, la nostra ricchezza, come ci ha insegnato Vassallo, sono le bellezze naturali, i prodotti della terra, le eccellenze enogastronomiche, il paesaggio incontaminato, le acque blu della costa, la biodiversità, il turismo e l'agricoltura.
La Dieta Mediterranea, voglio ancora una volta ricordare, non è solo un modello nutrizionale che, fortunatamente si è mantenuto costante ed inalterato in tante piccole comunità del Mediterraneo ma, è soprattutto uno stile di vita che favorisce le interazioni sociali e tutela e diffonde le tradizioni ed i mestieri legati alla pesca ed all'agricoltura che si svolgono nel pieno rispetto della natura, dell'ambiente e della biodiversità. Grazie al Presidente Caldoro, all'Assessore Vito Amendolara ed a tutto il Consiglio regionale oggi siamo ancora più forti e possiamo affermare che la patria della Dieta Mediterranea è il Comune di Pollica, il Cilento e l'intera regione Campania.
Il futuro?
Nei prossimi giorni, insieme al sindaco di Pollica Stefano Pisani, mi recherò ad Atene per un incontro con le altre tre comunità emblematiche della Dieta Mediterranea, per la discussione della proposta per un Piano d'azione da elaborare definitivamente insieme a Vito Amendolara nella prossima riunione che si terrà a Pollica ed a Napoli.
Fonte: http://denaro.it/blog/2012/03/16/cilento-nuova-frontiera-dello-s