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Trasferiti tre camosci appenninici sul Parco Nazionale dei Monti Sibillini

(28 Set 09)

Ancora un contributo a favore della salvaguardia e della conservazione della fauna appenninica da parte del Parco Nazionale della Majella che, nei giorni 24 e 25 settembre, ha prelevato dalla propria area faunistica di Lama dei Peligni (CH) tre esemplari di camoscio appenninico (2 femmine ed 1 maschio) e li ha trasferiti in elicottero all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L'intervento si inserisce nel quadro degli interventi che l'Ente Parco Nazionale della Majella, fin dalla sua istituzione, ha attivato a favore di questa specie simbolo della fauna appenninica, fino a pochi anni fa relegata con un esiguo numero di esemplari sui monti marsicani, ed oggi in forte espansione, soprattutto in Majella, grazie alle azioni di tutela intraprese dall'Ente Parco. I tre animali trasferiti sui Monti Sibillini sono giunti in ottimo stato di salute e sono stati subito rilasciati sul Monte Bove (MC), area dove è già presente un nucleo di camosci appenninici rilasciati lo scorso anno. La traslocazione degli animali è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Corpo Forestale dello Stato, che ha messo a disposizione un elicottero per consentire il rilascio direttamente nelle aree sommitali dei Sibillini ritenute idonee per la specie. Si tratta di esemplari nati nel 2007 e ormai prossimi al raggiungimento dell'età riproduttiva e che contribuiranno al consolidamento della popolazione presente sui Monti della Sibilla, oltre che al miglioramento generale dello status della specie su tutto l'Appennino centrale. E' da sottolineare che già nel 2006, in linea con le azioni previste dal Piano Nazionale di Gestione del Camoscio, altri 2 esemplari furono trasferiti dall'area faunistica di Lama dei Peligni del Parco della Majella e immessi nell'area faunistica di Bolognola (MC), sempre sui Sibillini. Soddisfazione per la buona riuscita dell'intervento è stata espressa dal Presidente dell'Ente Parco Gianfranco Giuliante, che ha elogiato le strutture dell'Ente per l'ottimo livello raggiunto nelle azioni di tutela della fauna selvatica. Il Presidente ha inoltre evidenziato il ruolo attivo e propositivo del Parco Nazionale della nell'ambito delle azioni di conservazione del Camoscio appenninico, recentemente concordate con gli altri Parchi presso un Tavolo Tecnico convocato dal Ministero dell'Ambiente: il Parco della Majella è stato infatti coordinatore di una proposta dipresto all'esame Commissione Life CE, con la collaborazione di Legambiente e la partecipazione dei Parchi Nazionali d'Abruzzo, Lazio e Molise, del Gran Sasso - Monti della Laga e Sibillini e del Parco Regionale Velino - Sirente (Abruzzo) che permetterà di condurre azioni di tutela del Camoscio in modo coordinato ed innovativo, dal 2010 al 2014. E' da sottolineare, infine, che il buon risultato delle azioni intraprese negli ultimi anni sia il frutto di un'oculata gestione, da parte del Parco della Majella, dell'area faunistica di Lama dei Peligni (CH). Si tratta dell'area faunistica italiana più prolifica relativamente al camoscio appenninico e da dove provengono quasi tutti gli esemplari utilizzati nelle attività di gestione della specie; questo grazie anche all'adozione di protocolli innovativi di gestione e all'attuazione di specifici programmi di allevamento in cattività (Captive Breeding) tesi al miglioramento della variabilità genetica della specie. Un'ulteriore e più grande area faunistica del Camoscio Appenninico sarà inaugurata a breve, sempre nel Parco Nazionale della Majella, in comune di Pacentro (AQ) e che da subito accoglierà un esemplare femmina proveniente dall'area faunistica di Farindola (PE) (Parco Nazionale Gran Sasso - Laga). progetto LIFE, 

Ufficio Promozione Ente Parco Nazionale della Majella

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