1. Bosco delle Sorti della Partecipanza
Situato nella pianura vercellese poco a nord del fiume Po, questo bosco è di grande importanza, in quanto è uno dei più estesi boschi planiziali padani a querco-carpineto prevalente. Il bosco, completamente circondato dall'ambiente risicolo, si sviluppa su un modesto rilievo (La Costa), emergente dalla bassa pianura vercellese e su un'area pianeggiante al suo piede. Sulla sommità del rilievo e sul versante esposto a sud, il bosco risente delle condizioni climatiche più calde e asciutte, con diverse specie vegetali esclusive di quest'area; nella parte settentrionale, invece, in un'area paludosa per gran parte dell'anno e con presenza di alcune risorgive, si sviluppa un alneto di ontano nero (Alnus glutinosa). Alcuni bacini di origine artificiale utilizzati per la pesca sportiva ed in parte abbandonati costituiscono ambienti di un certo interesse naturalistico, principalmente legato alla presenza di piccola fauna acquatica.
L'isolamento ecologico caratterizza questa riserva, che presenta specie completamente isolate dall'areale regionale, come la vipera (Vipera aspis), il saettone (Zamenis longissimus) e la cavalletta (Nadigella formosanta).
La flora è ricca ed interessante: a inizio secolo il botanico Giovanni Negri segnalò nell'area oltre 400 specie, in buona parte riconfermate in tempi recenti. Sono attualmente presenti alcune specie molto rare in pianura, come Hemerocallis lilioasphodelus, Iris graminea, Gladiolus imbricatus e Caltha palustris.
Per quanto riguarda l'avifauna, considerando anche aree attigue, si contano ben 153 specie. Tra gli aspetti più rilevanti della comunità ornitica si segnala la presenza di specie forestali, tra i rapaci, in particolare, astore (Accipiter gentilis), sparviere (Accipiter nisus) e falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).
Il picchio nero (Dryocopus martius), presente in tempi storici soltanto in aree montane, sta, in tempi recenti, ricolonizzando la pianura, e, nel Bosco delle Sorti della Partecipanza, è, probabilmente, anche nidificante. Altra specie forestale è la beccaccia (Scolopax rusticola) che è stata osservata soprattutto durante lo svernamento. Il Bosco delle Sorti della Partecipanza risulta particolarmente idoneo per questa specie, anche grazie alla presenza di zone umide ed aree aperte attigue, che la specie frequenta per l'attività trofica.
Numerose sono le specie osservate durante la migrazione, tra esse rapaci come falco cuculo (Falco vespertinus), falco pescatore (Pandion haliaetus), biancone (Circaetus gallicus), albanella minore (Circus pygargus) e nibbio reale (Milvus milvus), questo ultimo presente anche durante lo svernamento. Tra i passeriformi, rilevati soprattutto durante il passo primaverile, culbianco (Oenanthe oenanthe), luì grosso (Phylloscopus trochilus) ed alcune specie di turdidi: tordo sassello (Turdus iliacus), cesena (Turdus pilaris) e tordela (Turdus viscivorus). Presente in migrazione ma, soprattutto, durante lo svernamento, l'averla maggiore (Lanius excubitor), specie non comune nel territorio.
L'ambito territoriale in cui il Bosco delle Sorti della Partecipanza è inserito, caratterizzato dalla presenza di zone umide di rilevante interesse conservazionistico e di risaie, si inserisce in un'area importante per la migrazione di molte specie di caradriformi, che seguono una rotta di migrazione, soprattutto primaverile, con direzione prevalente sud-ovest nord-est, con punte giornaliere di più di 15000 individui conteggiati (Toffoli 2008).
Tra le specie osservate si segnala la pittima reale (Limosa limosa) che è presente in un'area non molto lontana dal Bosco delle Sorti della Partecipanza con l'unico sito riproduttivo a livello italiano, con un numero esiguo di coppie. Rilevate anche cicogna bianca (Ciconia ciconia), cicogna nera (Ciconia nigra) e gru (Grus grus). Per questa ultima specie, da circa 5 anni, si è assistito ad un "ritorno" durante la migrazione e lo svernamento, nelle vicinanze del Bosco delle Sorti della Partecipanza le gru trovano importanti aree di alimentazione.
La contiguità tra bosco e risaia ha favorito l'insediamento di una garzaia, attualmente sita nell'area contigua: si tratta della colonia riproduttiva di ardeidi presente in località Montarolo, la quale, monitorata a partire dall'anno 2003 dall'Ente-Parco, è nota fin dagli anni '30 del secolo scorso.
Le specie nidificanti sono: nitticora (Nycticorax nycticorax) e garzetta (Egretta garzetta), che sono le due specie più abbondanti, sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), airone guardabuoi (Bubulcus ibis), airone cenerino (Ardea cinerea), airone bianco maggiore (Casmerodius albus), quest'ultimo presente solo raramente, in alcuni anni, con la prima nidificazione per il Piemonte (in tempi storici) durante la stagione riproduttiva 2010, mignattaio (Plegadis falcinellus), presente solo raramente, in alcuni anni, spatola (Platalea leucorodia), presente solo raramente, in alcuni anni. A queste specie si è aggiunta, con una presenza costante a partire dal 2015-2017, la specie alloctona invasiva di rilevanza ibis sacro (Threskiornis aethiopicus), con 6-8 nidi durante la stagione riproduttiva 2019.
La garzaia è di rilevante interesse conservazionistico, essendo una delle più popolose in Europa.
I mammiferi sono rappresentati da almeno 16 specie terricole, tra cui una popolazione isolata di scoiattolo (Sciurus vulgaris), a cui andrebbero sommate alcune specie di pipistrelli. Oltre ai già citati vipera e saettone, il bosco ospita numerose specie appartenenti all'erpetofauna: il tritone crestato (Triturus carnifex), il rospo smeraldino (Bufotes balearicus), la raganella italiana (Hyla intermedia), la rana di Lessona (Pelophylax lessonae-esculentus cpx), il biacco (Hierophis viridiflavus), la lucertola muraiola (Podarcis muralis) ed il ramarro (Lacerta bilineata).
Nei pressi del Bosco delle Sorti della Partecipanza sono presenti: 4 aree giochi, un percorso vita, 6 aree pic-nic attrezzate (prive di acqua potabile e servizi igienici). Si segnala la possibilità di affittare i Cascinotti e la Cascina Gugliemina per uso ricreativo, didattico e scientifico, con punto barbecue e posti letto. All'interno del bosco alcuni percorsi sono segnalati mediante tabelle (distanze, tempi e carta d'orientamento agli ingressi).
2. Palude di San Genuario
Questa area del parco è inserita nel paesaggio della bassa pianura vercellese, contraddistinta dall'esteso ambiente agrario della risicoltura. Agli inizi degli anni '90 del secolo scorso l'ultimo tentativo di utilizzo a fini produttivi della Palude di San Genuario fu la creazione di un allevamento ittico nel suo nucleo centrale. L'impianto, dismesso dopo pochi anni, subì un processo di rinaturalizzazione spontanea, poi assecondato e incrementato dall'Ente-Parco, che lo ha trasformato in un ambiente umido di pregio. Oggi le vasche e gli invasi artificiali, il fitto reticolo idrografico di alimentazione costituito da canali a lento corso, le numerose risorgive e fontanili sono popolate da specie vegetali e animali tipiche delle aree umide.
Nell'ambito di un comprensorio caratterizzato dalla monocoltura risicola, il territorio della Palude di San Genuario rappresenta un fattore di biodiversità significativo, ospitando vari habitat di tipo palustre e numerose specie rare ed interessanti, in particolare tra l'avifauna.
Tra le specie vegetali ospitate nell'area sono da sottolineare le specie legate agli ambienti acquatici Osmunda regalis, Nuphar lutea, Utricularia australis (protette ai sensi della L.R. n 32/1982), Lindernia procumbens e Marsilea quadrifolia (inserite in Allegato IV della Direttiva Habitat), oltre alle rarissime Valeriana dioica, Butomus umbellatum, Cirsium palustre e Persicaria amphibia. Negli ambienti boschivi è importante la presenza di Convallaria majalis, Narcissus poeticus e Epimedium alpinum, specie botaniche ormai quasi scomparse dalla pianura padana.
Per la fauna assume particolare rilevanza la nidificazione di tre specie di interesse europeo particolarmente rare a livello regionale: il tarabuso (Botaurus stellaris), specie prioritaria, l'airone rosso (Ardea purpurea) e il falco di palude (Circus aeruginosus). Gli ambienti umidi ospitano una delle ultime popolazioni regionali della rara testuggine palustre (Emys orbicularis), specie ritenuta prioritaria per la conservazione del sito insieme agli uccelli di canneto. Nei canali è presente una comunità ittica rilevante dal punto di vista conservazionistico con la presenza della rara lampreda padana (Lampetra zanandreai).
Di rilievo è la presenza del lepidottero Lycaena dispar, anch'esso molto localizzato nella regione piemontese, poiché legato alle paludi e alle zone umide di pianura.
Presso il sito della Palude di San Genuario ha sede un Centro studi, che funge da riferimento per il Centro di Referenza piemontese per l'Avifauna Planiziale, per il Centro di Referenza piemontese per l'Erpetofauna e per il Centro EMYS Piemonte e fornisce una base per attività di inanellamento scientifico degli uccelli selvatici e attività di fotografia naturalistica.
3. Fontana Gigante
Situata nella bassa pianura vercellese, Fontana Gigante è un'area caratterizzata dalla presenza di un bacino lacustre formato da otto corpi idrici contigui, occupanti in totale circa 12 ettari. La profondità dell'acqua nei bacini è compresa tra i 10 e i 180 cm. L'origine di questi invasi lacustri è legata alla bonifica di ambienti acquatici naturali e allo scavo di bacini a fini venatori e di pesca sportiva, dismessi e poi rinaturalizzati.
L'area ha caratteristiche di palude seminterrata, ricoperta per i due terzi da vegetazione con dominanza di canna palustre (fragmiteti) e, nelle zone periferiche, con presenza di saliceto paludoso arbustivo di Salix cinerea. È da rilevare la presenza delle specie vegetali acquatiche protette Sagittaria sagittifolia, Utricularia australis e Nuphar lutea. Nell'area sono state fino ad ora identificate 21 specie di odonati (libellule), che rappresentano circa il 50% delle specie segnalate in Piemonte. Diverse specie si riproducono nelle risaie e nei canali esterni e frequentano l'area solo allo stadio adulto. E' in ogni caso di rilievo la ricchezza specifica di libellule se rapportata alla ridotta estensione del sito.
Per quanto riguarda l'erpetofauna, sono segnalate 3 specie di anfibi e 7 specie di rettili autoctoni. Le più interessanti, in quanto segnalate nella pianura risicola solo in aree naturali o seminaturali relitte, sono: Bufo bufo, Anguis fragilis, Zamenis longissimus e Vipera aspis. Rilevante è la presenza di Emys orbicularis, specie estremamente rara in Piemonte.
A Fontana Gigante sono state rilevate 215 specie di uccelli; in particolare l'area è importante per le specie connesse alle zone umide, con contingenti rilevanti durante lo svernamento. Fra le specie di anatidi, oltre a quelle numericamente dominanti, ossia germano reale (Anas platyrhynchos) e alzavola (Anas crecca), sono presenti specie anche mestolone (Anas clypeata), codone (Anas acuta), canapiglia (Mareca strepera) e fischione (Anas peneloipe).
Elenco floristico del Bosco della Partecipanza e delle Grange Vercellesi