(05 Ott 22) Riprendono gli scavi nel castello di Rontana, con una campagna autunnale, mirata allo scavo di alcuni depositi archeologici individuati a giugno e non ancora esplorati. Il progetto di ricerca è portato avanti grazie al sostegno dell'Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità Romagna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Il nome del sito è conosciuto nel IX secolo ed è insediato su un'altura che domina la vallata del Lamone. Visibile dalla pianura e dall'asse viario posto lungo tutto il corso fluviale si staglia sul paesaggio sin dai territori del ravennate e del faentino.
Negli ultimi anni sono state anche individuate le strutture imponenti di un presidio militare bizantino, costruito sul finire del VI e gli inizi del VII secolo, che precede la costruzione della chiesa altomedievale e del villaggio fortificato. Tra i reperti associati a questa fase costruttiva risaltano alcune anfore importate da diverse aree del Mediterraneo orientale e vasellame da mensa proveniente dalla Tunisia, oltre a un bollo pontificio di Papa Gregorio. Notevoli anche i reperti della fase bassomedievale e rinascimentale, soprattutto quelli legati al controllo del sito da parte dei Manfredi e in seguito della Repubblica veneziana, che insedia nell'area del castello il presidio di un podestà della vallata del Lamone, prima della battaglia di Ravenna.
Nel mese di ottobre sarà indagato il settore meridionale delle fortificazioni e la casa-torre riconosciuta diversi anni fa e ancora da scoprire nella sua interezza. Verranno messe in luce anche le fasi altomedievale di questo settore del castello, in prossimità di alcune installazioni lignee associate al recinto di X secolo. Si preparerà inoltre il sito al lungo inverno che ci aspetta e le strutture verranno protette con nuovi teli, così da tutelarli per i prossimi restauri della primavera 2023. Le finalità principali sono però legate alla pubblicazione di un volume complessivo dei risultati e a una guida sintetica al percorso di visita e alla comprensione dell'insediamento. Alle attività di ricerca parteciperanno diversi studenti dell'Università di Bologna e di Siena afferenti a vari corsi di laurea in Scienze Umanistiche.