L'immersione nelle acque della riserva marina consente l'osservazione di un ambiente protetto e quindi ad elevata biodiversità, permettendo al visitatore di osservare una notevole varietà di ambienti e specie in un ambito contenuto e in un tempo ristretto.
Il tratto di costa tutelato grazie alla istituzione dell'Area Marina di Miramare rappresenta infatti un unicuum biologico prezioso perché, pur essendo relativamente poco esteso, si è diversificato in microambienti specifici che riflettono la presenza di tre zone distinte - la zona di marea, l'ambiente di roccia e ghiaia e i fondali sabbiosi e fangosi - ricche di specie osservabili durante le immersioni.
Lo snorkeling, nuoto pinnato di superficie chiamato anche sea watching, è una modalità di osservazione dell'ambiente sommerso adatta a tutti poiché l'unico requisito richiesto è di essere capaci di nuotare e di usare la semplice attrezzatura necessaria, maschera, boccaglio e pinne.
La visita si effettua nel periodo tardo primaverile - estivo, da aprile ad ottobre, nelle giornate di sabato o domenica per gruppi brevettati di max 10 persone (un numero superiore di subacquei, oltre ad essere vietato dal regolamento, va a scapito della qualità dell'immersione!).
Il monitoraggio all'interno della Riserva è stato pianificato sulla base delle linee guida caratterizzanti la ricerca in aree protette secondo le quali:
Seguendo questi criteri si sono sviluppati due tipi di monitoraggio: uno riguardante le caratteristiche chimico-fisiche con una raccolta continua di dati di temperatura, salinità, ossigeno disciolto, nutrienti e l'altro riguardante la componente vivente con studi che vanno dal censimento delle specie animali e vegetali presenti nell'area protetta, all'etologia di alcune specie di pesci, alla registrazione di suoni emessi da alcuni crostacei e pesci, agli studi mirati alla biologia della pesca.
Lo scopo dell'esistenza di un'area protetta è la conservazione dell'ambiente e della flora e fauna che vi abitano. La riserva marina di Miramare si è sempre fatta portavoce di una politica di sperimentazione di sistemi alternativi di studio dell'ambiente marino, e la ricerca si è avvalsa di strumenti non invasivi.
Negli anni si sono utilizzate tecnologie e strumenti sempre più sofisticati per investigare e preservare l'area in esame.
Dal 1989 l'area protetta utilizza il visual census come tecnica di censimento delle specie ittiche mediante osservazioni dirette con video camera subacquea o semplice osservazione in situ; in anni più recenti sono state introdotte tecniche di indagine acustica, passiva ed attiva,con l'utilizzo idrofoni ed ecoscandaglio inoltre dal 1992 la riserva marina conduce un programma di monitoraggio chimico - fisico supportato dalla presenza di una boa oceanografica.
Dal 1991 la Riserva Marina annovera tra le sue attività di conservazione anche studi sulla protezione delle specie marine minacciate quali: cetacei e rettili marini. Nel Golfo di Trieste non esistono popolazioni stanziali, ma questi grandi vertebrati transitano solitari o in piccoli gruppi nelle acque del Golfo e, se non sono in buona salute, rischiano lo spiaggiamento o la possibilità di rimanere catturati accidentalmente dagli attrezzi di pesca professionali e non.
Speciale cetacei
Speciale tartarughe
Osservazioni ornitologiche