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Posidonia oceanica. Concluse attività di monitoraggio.

Concluse le attività di campo nell’ambito del progetto di ricerca sulle dinamiche invasive della macroalga aliena Caulerpa racemosa su Posidonia oceanica

(Olbia, 30 Ott 12) Si sono concluse la scorsa settimana le attività di campo relative alla sperimentazione per comprendere i fattori che regolano le performance della macroalga invasiva Caulerpa racemosa (Forsskàl) J. Agardh nelle praterie della fanerogama endemica Posidonia oceanica (L.) Delile. La ricerca era iniziata nel giugno di quest'anno con il posizionamento sul substrato di 57 unità sperimentali (in foto sono visibili alcune unità), ricavate al margine di una prateria di P. oceanica a circa 8 m di profondità, in prossimità dell'isola di Molara. Per l'esperimento sono state utilizzate tre diverse tipologie di fasci di P. oceanica, naturali, di plastica trasparente e di plastica colorata, che hanno permesso di valutare le performance della macroalga in relazione alla quantità di luce nelle praterie della fanerogama. Oltre che in relazione alla luce, le performance di C. racemosa sono state considerate anche in relazione ad altri 3 fattori ecologici, per i quali è stato ipotizzato un ruolo di rilievo nell'invasione: il movimento dell'acqua, la quantità di sedimento in sospensione tra i fasci fogliari di P. oceanica e l'abrasione prodotta dalle foglie della fanerogama nell'ambiente circostante. Le dinamiche della macroalga sono state valutate in praterie soggette a differente tipologia ed intensità di disturbo; le unità differivano, infatti, tra loro non solo per i materiali utilizzati per la realizzazione ma anche per la densità e lunghezza dei fasci.

Il gruppo di ricerca che ha condotto l'esperimento, composto dal personale dell'AMP e da esperti delle Università di Pavia e Sassari, si concentrerà ora sulla rielaborazione, sull'analisi e sull'interpretazione dei numerosi dati raccolti in questi mesi sul campo.

A livello gestionale, grazie ai risultati ottenuti nel corso della sperimentazione, il personale dell'area marina avrà a disposizione informazioni utili a creare una carta della vulnerabilità delle praterie di P. oceanica all'invasione di C. racemosa, sulla base del loro stato di conservazione.

Alle attività di campo hanno partecipato anche alcuni tesisti delle Università di Sassari e Ferrara, che hanno svolto il loro tirocinio presso l'AMP Tavolara Punta Coda Cavallo o presso l'Università di Sassari nei mesi estivi del 2012; una parte dei dati raccolti nel corso dell'esperimento costituirà l'oggetto del loro elaborato di laurea e di una presentazione in forma di poster al prossimo congresso della Società italiana di Biologia Marina che si terrà nella primavera del 2013. 

Posidonia oceanica. Concluse attività di monitoraggio.
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