La storia
Il 17 febbraio del 1974 l'Omega proveniente da Sfax (Tunisia) era diretta a Viareggio con le stive vuote. Fu colta da una tempesta e, persa la rotta, andò a cozzare contro lo Scoglio dei Fratelli (i Cerri) a sud est di Molara. Si salvò solo il comandante, mentre i sette marinai perirono nel naufragio e circa due settimane dopo fu recuperato il corpo di uno solo di essi. Il relitto fu smembrato per cercare le salme dei dispersi, senza alcun esito.
I valori
La nave è spezzata in quattro tronconi: la prua è capovolta e forma una volta dove spesso si osservano piccole aragoste.
Il ponte inferiore con la carena forma numerose cavità dove si nascondono corvine. Lo spezzone con il motore, un grosso diesel, è in piedi ed è ben visibile l'invertitore con l'attacco dell'albero di trasmissione. La poppa è posata con il ponte in verticale e sono identificabili lo spezzone dell'albero che portava all'elica e il timone. Manca l'elica e molte parti sono sparse attorno ai frammenti principali. Sulle lamiere è insediata la biocenosi delle alghe fotofile che le ricopre come un feltro. Attorno si distende un'ampia prateria di posidonia, interrotta a tratti da chiazze di detrito e da massi granitici. Spesso sciami di ricciole compiono incursioni sul relitto.