Bomarzo è oggi celebre al grande pubblico per il "Parco dei Mostri", nome con cui è conosciuto il "Sacro Bosco" degli Orsini, uno dei luoghi più importanti per l'architettura e la storia del paesaggio italiano. Si tratta di un parco di circa tre ettari voluto da Vicino Orsini fra il 1552 e il 1580 ed in cui, su sua indicazione e desiderio, è stata creata una serie di strutture fantastiche modellando enormi massi vulcanici presenti sul terreno con lo scopo di realizzare un giardino delle delizie, ricco di opere d'arte innovative immerse nelle sinuose architetture verdi di un giardino all'italiana.
Il suggestivo altopiano tufaceo di origine vulcanica è stato creato dall'azione di scavo dei corsi d'acqua Sodera a sud e Vezza a nord nei millenni.
Si raggiunge con una strada in parte sterrata che parte dal centro storico di Bomarzo, seguendo le indicazioni per il "Parco dei Mostri" e oltrepassandone l'ingresso, a circa 2,5 km dal paese. Si può lasciare l'auto nei pressi della chiesetta di Santa Maria di Monte Casoli, di impianto medievale ampliato nel XVI secolo.
L'area geografica in cui si trovano la Riserva e il grazioso centro storico di Bomarzo è al centro di antiche vie di comunicazione di grande rilevanza. Questo tracciato, in epoca etrusca, connetteva la costa tirrenica e la potente città stato di Tarquinia con la valle del Tevere, via di comunicazione sin dalla preistoria.
Bomarzo si estende su uno degli ultimi speroni rocciosi (peperino) protesi verso la valle del Tevere.
I banchi di roccia lavica sono, in queste estreme propaggini, di esiguo spessore e sovrastano estesi piani di argille che le mutevoli vicende meteoriche disgregano continuamente. Il disfacimento delle argille provoca il crollo a valle di enormi ed informi blocchi.