Nel complesso sistema viario del Pian di Spagna, diviso dopo il 1512 fra Ducato di Milano e Grigioni, emerge oggi, dopo il restauro, la Strada dei Cavalli, scavata nelle dure rocce del Sasso Corbè, nei pressi di Verceia, sulla sponda orientale del Lago di Novate Mezzola.
Un percorso da gustare lentamente immersi nella natura alla ricerca di testimonianze architettoniche o degli animali selvatici che popolano il versante oppure di fiori insoliti che punteggiano la montagna.
Le prime notizie giunte a proposito di questa strada risalgono ai primi decenni del '500, quando venne tracciata e aperta. Tuttavia, non è escluso che un precedente tracciato, viottolo o un sentiero potessero esistere già in precedenza. A promuovere la realizzazione del nuovo tracciato viario furono i Grigioni che pochi anni prima, nel 1512, si erano impadroniti di Valtellina e Valchiavenna, per collegare direttamente via di terra, le due valli. Riuscirono nell'impresa nonostante le difficoltà poste dalla morfologia dei luoghi: rupi impervie a strapiombo sul lago. La decisione di costruire un nuovo tracciato nacque anche dalla scomparsa di un precedente camminamento, più pianeggiante e agevole, che correva sul fondovalle dell'Adda e che fu distrutto dalla grande alluvione dell'Adda nel 1520, che cambiò radicalmente alveo e andò a sfociare nel piccolo Lago di Mezzola lambendo le pendici del Sasso Corbè, invece che direttamente nel Lago di Como, come aveva fatto fino ad allora. L'alluvione aveva profondamente sconvolto un'ampia porzione di fondovalle della bassa Adda, rendendo il luogo ancora più malsano. L'antico centro romano di Olonio era stato progressivamente abbandonato, finché la sede della sua pieve non fu trasferita definitivamente nella vicina Sorico. Collegamenti commerciali e militari, trasporto verso Nord della merce più preziosa come il vino di Valtellina, furono questi essenzialmente i motivi che spinsero i Grigioni a realizzare la nuova strada.
Quest'ultima, quindi, permetteva di collegare direttamente la Valchiavenna, la loro porta verso Sud, e la Valtellina, che invece era il loro possedimento più importante.
Una strada agevole, breve e sicura tutta su suolo Grigione rappresentava, quindi, la soluzione migliore. La strada deve il suo nome alla presenza sulla mulattiera di lunghe file di animali da soma diretti al Nord e carichi dei vasèi di vino, le particolari botti ellittiche destinate al suo trasporto.
Nei pressi dell'imbocco della galleria di Verceia, è nascosta una galleria-rifugio della Prima Guerra Mondiale, lunga circa 500 metri. Poco sopra si trova la postazione dove, nel 1848, Francesco Dolzino resistette all'avanzata degli austro-ungarici.