Cenni storici
Ceriale, ha origine nel Medioevo da un piccolo borgo di pescatori ed agricoltori, di proprietà del Vescovo di Albenga e divenne Comune autonomo nel 1798.
Nella notte del 2 luglio 1637, Ceriale subì un'invasione da parte di pirati algerini, con a capo il feroce Ciribì, che con i suoi uomini devastarono la Chiesa, uccisero una trentina di persone e ne deportarono circa 300 in Algeria e successivamente riscattati da parte dei familiari.
Cosa ammirare
Si possono ammirare ancora nel centro storico qualche resto di mura e torre medioevali, oltre al Torrione eretto nel 1564 a protezione delle incursioni dei pirati.
In rilievo, inoltre, la Chiesa Parrocchiale dei Santi Giovanni Battista ed Eugenio, ricostruita nel 1637 dopo il sacco di cui sopra, che contiene dipinti di scuola pittorica genovese (Orazio De Ferrari, Piola, Carlone, ecc.) mentre nella volta centrale vi sono affreschi moderni del Bonichi. Si può altresì ammirare un crocefisso ligneo di notevole fattura, che reca ancora il foro di una palla sparata da uno dei saccheggiatori algerini. Accanto alla Chiesa l'oratorio di Santa Caterina consente riammirare la facciata neo classica.
La Frazione di Peagna fu dimora di antiche e nobili famiglie quali i Girardenghi, i Genta e gli Arduini. Caratteristico è il suo borgo medioevale con la vecchia Chiesa di San Giovanni Battista, di origine trecentesca con resti di affreschi risalenti ai secoli XV e XVI e con il campanile stile barocco. L'attuale Chiesa parrocchiale, situata al centro del borgo, risale al secolo XVIII e recupera movenze di stile barocchetto.
Nella Frazione Peagna si trova il museo paleontologico "S. LAI" ricco di conchiglie fossili e di ammoniti risalenti ad epoche antidiluviane provenienti dalla Riserva Naturale Regionale del Rio Torsero.
La stessa Frazione è sede di una importante biblioteca specializzata in libri di argomento ligure ed annualmente a fine agosto ospita la Rassegna "Libri di Liguria".
In nome Peagna derivante da peda nea (passaggio o guado), è dovuto al torrente ai margini del quale sorge la fonte Anthia. Il borgo accolse, in zona più salubre, gli abitanti di Capriolo, abbandonato per un'invasione di formiche rosse, avvenuto nel tardo Medioevo.
Storia o leggenda?
La leggenda narra di una giovane donna di nome Anthia che amava un giovane coetaneo di nome Abrocome a cui era stata promessa in sposa. Un'altra donna di nome Manto anch'essa innamorata di Abrocome accusò quest'ultimo di averle usato violenza. Abrocome, disperato per la calunnia si allontanò da casa e venne creduto morto. Anthia disperata si lasciò morire facendosi seppellire con i doni nuziali. Alcuni malfattori venuti a conoscenza, di notte si introdussero nella tomba per far razzia dei gioielli e scoprendo che la ragazza era ancora viva decisero di portarla con loro. La ragazza supplicava i malfattori di tenere tutti i gioielli ma di lasciarla lì affinché tenesse fede ad un giuramento fatto a due divinità: Amore e Morte. Ma i malfattori non l'ascoltarono e la imbarcarono su una nave che fece rotta verso Alessandria d'Egitto per poterla vendere. La vendettero ad alcuni pirati focesi che la portarono sulle coste ligure e che a loro volta la rivendettero alla ricca famiglia di Petilio Ceriale che aveva una villa suburbana nei dintorni di Alba Ingaunia. La fanciulla era schiava, ma continuava a struggersi d'amore. Gli dei ebbero pietà della sua sofferenza. Quando morì non lasciarono che il suo corpo si corrompesse, ma la trasformarono in fonte che da lei prese il nome, almeno dopo la morte poteva correre verso il mare e attraverso correnti sotterranee nel Mediterraneo incontrare lo sposo in terra lontana.
Da visitare anche il Museo Paleontologico del Rio Torsero nato per conservare i numerosi pezzi scoperti sulle sponde del corso d'acqua, soprattutto fossili di conchiglie, tanto che la zona è stata dichiarata Riserva Naturale Regionale ed è una delle più importanti d'Italia per la presenza di macrofossili risalenti a 7 milioni di anni fa circa. I ritrovamenti concentrati a circa un chilometro dalla spiaggia testimoniano l'antica presenza di un mare "caraibico", visto l'analogia dei fossili con altre specie presenti nei mari caldi.