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Riserva Naturale Valle del Freddo

 

L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Superficie a terra: 70.30 ha
  • Regioni: Lombardia
  • Province: Bergamo
  • Comuni: Solto Collina
  • Provv.ti istitutivi: DCR 1205 25/03/1985 - DCR 116 24/01/06
  • Elenco Ufficiale AP: EUAP0337

  • Altimetria: da 350 a 700 m.

Regolamento accesso alla Riserva (PDF - 55Kb)

 

 

La Riserva

La Valle del Freddo nasce come "biotopo" dalla Regione Lombardia il 3 dicembre 1981. Si trova sul territorio del comune di Solto Collina a un'altitudine di 350-700 metri e ha un'estensione di circa 70 ha. La riserva racchiude un particolare fenomeno microclimatico che determina la crescita della flora tipica d'alta montagna. Il primo botanico a esplorare la Valle del Freddo è stato Guido Isnenghi che nel 1939 passando da Piangaiano nota una stella alpina sul cappello di un cacciatore, il quale sostiene di averla raccolta nella zona dove oggi si trova la riserva. Il botanico si reca nella zona indicata e può così constatare la presenza di specie botaniche che tipicamente si trovano ad alta quota. L'elemento determinante di queste presenze sono le buche del freddo o "bocche" dalle quali fuoriesce aria gelida. Da quel momento numerosi ricercatori ed esperti studiano questo fenomeno. Nel '62 Luigi Fenaroli pubblica la prima raccolta di studi fatti nella valletta individuando circa 160 specie botaniche, di cui 24 sicuramente di alta quota. Nel '53 e nel '73 vengono aperte due cave che minacciano di distruggere la Valle del Freddo e il suo particolare fenomeno. Contestualmente all'apertura della seconda cava nasce nel '73 un'associazione locale (N.E.A.V.C.) con lo scopo principale di salvaguardare la valletta. Grazie alla sua determinazione e alla sensibilità di alcuni enti pubblici, nell'ottobre del 1976 la G.R.L. chiude definitivamente le cave.
Successivamente con la Legge Regionale n. 86/83 la Valle del Freddo viene istituita come Riserva Naturale al fine di tutelare il patrimonio geologico, vegetale e zoologico.

Foto di La Riserva
 

La Geologia

L'origine della Valle del freddo risale all'ultima glaciazione detta würmiana, terminata circa 15-20.000 anni fa.
Il ritiro del ghiacciaio, ha lasciato due segni evidenti su tutto il territorio che comprende la valle del freddo: il primo è una evidente forma a "U", tipica delle vallate alpine, il secondo è rappresentato dal materiale accumulato costituito da ciottoli di piccole dimensioni e da macigni di grossa mole, detti massi erratici. Queste pietre sono costituite prevalentemente da arenarie e conglomerati porfirici, materiali tipici della Valle Camonica. Lo strato costituito dai ciottoli crea la zona del macereto.

Zona Microtermica
Zona Microtermica
 

Il Fenomeno Microclimatico

La morfologia del territorio ha un ruolo fondamentale nel fenomeno microclimatico poiché va a creare le condizioni ambientali ideali per la crescita della flora tipicamente d'alta montagna. Il fenomeno microtermico è determinato dai moti d'aria ascensionali che si innescano tra il monte Grione e il monte Nà, ai quali si sovrappongono i venti assiali della Valle Cavallina e dal detrito che conserva temperature basse. In inverno quando piove e nevica, l'acqua e la neve penetrano nel sottosuolo, dove vengono a contatto con la ghiaia fredda e si trasformano in ghiaccio. In estate il detrito mantiene bassa la temperatura dell'aria che scorre al suo interno, rendendola più pesante. Quindi la forza di gravità e le brezze che spirano sopra la valletta portano l'aria gelida a fuoriuscire dalle bocche. Nei mesi estivi, l'aria calda e umida che arriva a contatto del ghiaccio, si raffredda e mantiene attorno all'uscita di questi meati quel clima necessario a conservare la flora microtermica. La Valle del Freddo è caratterizzata da due tipi di climi: quello generale, che non è influenzato dai fenomeni legati alle bocche di aria fredda e il "microclima" presente nella zona microtermica, dove è presente la fuoriuscita di aria fredda. Le misurazioni fatte da L. Fenaroli nel 1962, tra le 16 e le 17, registravano una differenza termica di circa 27° tra l'atmosfera della valletta e l'aria alitante delle bocche.
I dati termici, confermati anche dagli ultimi studi fatti sono i seguenti:

Luogo Temperatura in °C
Ponte della Caria + 32° C
Prima dolina + 30° C
Seconda dolina + 29° C
Presso pulvinoli di Dryas octopetala + 6/+8° C
All'uscita delle bocche alitanti + 1,5/+4° C
Foto di Il Fenomeno MicroclimaticoFoto di Il Fenomeno Microclimatico
 

La Flora


I fiori del freddo

Sul fondo della Valletta sono state sinora rinvenute 32 specie vegetali caratteristiche del clima alpino, cioè di un ambiente totalmente diverso da quello che caratterizza l'area della Riserva.
Intorno alle "buche del freddo", dove il terreno ha una temperatura molto bassa, si possono trovare specie dette "microterme" come ad esempio la Stella alpina, l'Erba dei camosci, il Camedrio alpino e la Pinguicola alpina. Quest'ultima é una pianta insettivora le cui foglie carnose e ricoperte da peduncoli intrappolano gli insetti che vi si posano.
Molto diffusa inoltre è la Sassifraga di Host in forma di cuscinetti di infiorescenze bionde punteggiate di rosso.
Tra gli arbusti presenti nella Valletta, molto diffusi sono i Rododendri pelosi dalle infiorescenze rosee, il Pino mugo e il Salice stipolato.
Man mano che ci si allontana dall'area del fenomeno microtermico la vegetazione assume l'aspetto tipico del piano collinare e montano.
In primavera bellissimi tappeti floreali di pervinca caratterizzano il sottobosco, estese fioriture di Genziana, di Erica, di Timo e di Globularia ricoprono le pendici della Valletta. Salendo ulteriormente domina la fioritura del Pero corvino e del Biancospino; è proprio in questa zone che fiorisce la rara e splendida Peonia selvatica, più comuni invece il Ciclamino e la Valeriana rossa.
Infine, degna di nota, è la Listera ovata, un'orchidea alta 30-60 cm, caratterizzata da piccoli fiori verde-giallognoli.

Genziana
Genziana
Peonia
Peonia
 

La Vegetazione

I due diversi climi della riserva determinano quattro ambienti differenti tra loro dal punto di vista ecologico e quindi anche botanico:

Il Bosco ceduo costituito da latifoglie come il nocciolo, l'orniello e il carpino nero e la Pineta costituita da pino silvestre.

Le Praterie aride dove troviamo specie che vivono sui suoli poco profondi e aridi. In questa zona troviamo: la Sesleria (che dà il nome al seslerieto), il Citiso d'Insubria e numerose orchidee spontanee (Listera ovata, Cephalantera longifolia, Platanthera bifolia, Gymnadenia conopsea, Ophrys bertolonii, Ophrys insectifera).

Nel Macereto si possono trovare la Saponaria, l'Erba regina, la Selaginella elvetica, il Raponzolo di Scheuchzer.
I fiori che crescono sul detrito hanno le radici a temperature inferiori di 4-5° rispetto alla temperatura esistente a pochi centimetri sopra il suolo.

Prateria Seslerieto
Prateria Seslerieto
Viburnum Lantana
Viburnum Lantana
 

La Fauna

La Riserva della Valle del Freddo ospita un tipo di fauna dei boschi e delle praterie della media montagna lombarda. La fauna non è diversa quindi dalle zone limitrofe alla valletta. Gli uccelli rappresentano la categoria faunistica più diversificata (28 specie), tra cui troviamo il merlo, la cinciallegra, il fringuello, l'averla, il verdone, il pettirosso, la ghiandaia, l'upupa. I boschi ricchi di noccioli e le pinete ospitano numerosi invertebrati e mammiferi come i ghiri, i topi moscardini, qualche scoiattolo e rettili come la vipera e il Biacco, il ramarro e la lucertola comune. Lungo i sentieri è possibile incontrare la lepre, la donnola.

Ghiro
Ghiro
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