L'area si estende per 3.024 ettari seguendo il percorso del fiume Alento e dei suoi affluenti. Il fiume Alento trae origine dal monte Le Corne (894 m. s.l.m.), a meno di un chilometro da Stio, per poi attraversare, poco dopo la sorgente, il piccolo centro di Gorga, restando sempre all'interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, nei comuni di Cicerale e Perito.
Il fiume, lungo in tutto 36 chilometri, esce dal territorio del parco dopo una decina di chilometri, per poi rientrarvi negli ultimi 3, ove sfocia nei pressi di Velia nei comuni di Ascea e Casal Velino. Sono compresi nel sito anche i tratti finali di alcuni degli affluenti dell'Alento, come la Fiumara della Selva dei Santi in comune di Salento, la Fiumara Santa Lucia in comune di Omignano e i torrenti Badolato e Palistro nei Comuni di Castelnuovo Cilento e Vallo della Lucania.
Dell'area fa parte anche la diga Alento in Comune di Prignano che rappresenta un polo idrico di importanza strategica in tutto il territorio. La costruzione della diga ha inoltre portato alla formazione, a valle nei comuni di Rutino e Lustra, di un sistema di zone umide composto da sette laghetti di discreto valore naturalistico.
L'antico Hales e in seguito Alentum che dà il nome alla terra del Cilento.
Il termine Cilento, infatti, si fa risalire ai Frati Benedettini che chiamarono questa terra Cis Alentum, al di qua dell'Alento. Il fiume ha un regime torrentizio, con grandi portate nei periodi piovosi e magre più o meno accentuate in quelli siccitosi. Le sorgenti si trovano sul monte Le Corne (894 m. s.l.m.), all'interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, a meno di un chilometro dal centro del Comune di Stio.
Il fiume scorre, poco dopo la sorgente, nelle vicinanze del piccolo centro abitato di Gorga, sempre all'interno del Parco Nazionale nel territorio dei Comuni di Cicerale e Perito. Nel primo tratto il corso del fiume ha una direzione Sud-Nord, parallela alle catene montuose.
L'area SIC del fiume Alento, pur non avendo un'estensione notevole, comprende diversi habitat: tre tipologie forestali macchia mediterranea bosco misto di latifoglie eliofile, foresta a galleria lungo le rive del fiume; praterie o steppe, zone umide ricoperte da canneti, aree coltivate a vite, olivo ed altri fruttiferi.
Tale diversità di habitat si riflette in una grande varietà di specie animali che qui trovano spazio idoneo a compiere l'intero o solo parte del ciclo vitale.
L'area SIC del fiume Alento, presenta un patrimonio faunistico molto ricco per numero di specie, alcune di queste hanno un alto valore conservazionistico, tanto che sono inserite negli allegati II e IV della Direttiva Habitat, e che necessitano, quindi, di una protezione speciale.
Il paesaggio del corso dell'Alento ha gli stessi caratteri del restante territorio cilentano. Nell'alto corso i coltivi si alternano ad ampie zone a pascolo, arborati e macchie. In questa zona le specie dominanti sono comunque l'olivo (Olea europaea), il fico (Ficus carica) e la vite (Vitis vinifera), mentre l'associazione vegetazionale tipica dell'area è la macchia mediterranea, distinguibile nel "Lauretum" fino a poco oltre i 250 metri slm e nel "Castanetum" nelle zone più alte. Nel "Lauretum" all'erica (Erica arborea) si associano il leccio (Quercus ilex), il lentisco (Pistacia lentiscus), il mirto (Myrtus communis), l'olivastro (Olea europaea). Lungo le sponde del fiume è presente il salice bianco (Salix alba). Nel "Castanetum" è possibile trovare la roverella (Quercus pubescens), arbusti di cerro (Quercus cerris) e ontano napoletano (Alnus cordata).
Nello specifico è possibile incontrare anche steppa ad Ampelodesmos mauritanica, arbusteti a ginestra comune (Spartium junceum) e ilatro (Phyllirea latifolia). In corrispondenza di aree di impluvio sono presenti anche dei canneti a canna del Reno (Arundo pliniana).
La media valle e il basso corso del fiume sono in parte coltivati a vigneti, oliveti e piante sparse di fico unitamente a vaste aree di macchia mediterranea e nel basso corso ampie superfici di fruttiferi di recente impianto. Il tratto dalla diga ad Omignano, in particolare, si caratterizza con una vegetazione di foresta planiziale, composta di piante tipiche della vegetazione ripariale.
Nello specifico è possibile trovare salice rosso (Salix purpurea), salice ripariolo (Salice eleagnos), pioppo nero (Populus nigra) e nuclei isolati di pioppo bianco (Populus alba) e, nei terreni retrostanti, enula cepittoni (Inula viscosa), elicriso (Helichrysum italicum), ginestra comune (Spartium jumceum). Presso i bacini laterali si trova la lisca maggiore (Typha latifolia).
Geologia
Nel Cilento sono presenti due grandi formazioni geologiche. La linea, ideale, di demarcazione tra le due formazioni corre da Nord a Sud dal paese di Capaccio a Sapri. Ad oriente di questa linea, verso l'interno, si trovano i massicci calcarei degli Alburni, del Monte Cocuzzo, del Cerasulo, Motola e Cervati (1899 m slm); ad occidente, verso il mare, il flysch del monte Stella (1130 m slm), il Sacro o Gelbison (1705 m slm) e il Centaurino (1433m slm).
Morfologia fluviale
La morfologia del fiume è variabile. Nel primo tratto, per pochi chilometri dalla sorgente, la valle alluvionale si presenta stretta, ed è costituita principalmente da ciottoli.
Successivamente, fino al lago artificiale di Piano della Rocca, essa si allarga ed il fiume assume una configurazione cosiddetta "braided", il fiume scorre in più canali e non si identifica un canale principale di scorrimento. In questo tratto i depositi alluvionali sono costituiti principalmente da ciottoli e ghiaie.