Situata nella porzione nord-orientale della ZPS, la foresta demaniale del Circeo è un bosco planiziale, residuo della Selva di Terracina, tra le più estese del paese. I racconti dei viaggiatori di fine '800 ricordano una selva dal sottobosco impenetrabile, composta di querce secolari, allagata per buona parte dell'anno e quasi disabitata a causa della malaria. Un luogo selvaggio e sinistro, frequentato durante l'inverno dai cacciatori per l'abbondanza di cervi, cinghiali, caprioli, lontre, volpi, martore e puzzole. Questa grande foresta di pianura (considerata la più grande d'Europa), è rimasta immutata fino al 1920, anno di inizio della bonifica. Ad oggi dell'antica selva si sono conservati circa 3.260 ha.
L'attuale foresta, a dominanza di cerro e farnetto, è assimilabile all'habitat di interesse comunitario "Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere" (ex "Boschi di Quercus frainetto"). Non mancano altre specie, come la farnia (negli avvallamenti più umidi) e il frassino ossifillo, che caratterizzano, rispettivamente, gli habitat di interesse comunitario dei "Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur" e dei "Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia". Esistono ancora delle "piscine", cioè dei tratti di bosco paludoso, simili alle antiche paludi Pontine, con la differenza che mentre prima della bonifica erano alimentate direttamente da acqua di falda, ora lo sono solo da acqua piovana, per cui sono perlopiù asciutte in estate. L'habitat prioritario che le caratterizza è quello degli "Stagni temporanei mediterranei".
Fra le specie animali di interesse comunitario segnalate troviamo testuggine di Hermann e cervone tra i rettili e ululone dal ventre giallo appenninico tra gli anfibi. Nidificano nella foresta il nibbio bruno e il falco pecchiaiolo e sono inoltre segnalati come nidificanti negli ambienti circostanti ghiandaia marina, averla piccola e succiacapre.