I grissini, uno dei più celebri prodotti della gastronomia del Piemonte, sono stati "inventati" da un Lanzese, in collaborazione con il fornaio di Casa Savoia.
La tradizione vuole infatti che siano stati inventati nel 1684 per venire incontro agli affanni e alle Preoccupazioni di Maria Giovanna Battista di Nemours, madre di Vittorio Amedeo duca di Savoia.
(figlio di Carlo Emanuele di Savoia). Vittorio Amedeo era sempre stato un bambino gracile. Difficile farlo mangiare. Per rafforzarlo la mamma chiese al medico di corte, il Lanzese Dr. Teobaldo Pecchio, il da farsi. Questi gli prescrisse una dieta a base di pane friabile e ben digeribile e, con l'aiuto del panettiere di corte, tal Antonio Brunero, fece preparare con fior fiore di farina e acqua e dividendo l'impasto facendone scorrere i pezzetti sotto le mani sino a formare dei lunghi bastoncini sottilissimi, i "grissini" appunto. Poi li mise in forno sino a che furono dorati.
Grissino, parola piemontese che deriva da "grissa" significa appunto pane allungato con una fenditura nel mezzo. Non sappiamo se al piccolo piacquero, certo è che il successo internazionale fu travolgente. Le corti europee, francese in testa, vollero provare le "petits batons de Turin". Napoleone poi ne fu talmente ghiotto da mandare a prendere i grissini a Torino regolarmente dai corrieri imperiali.
L'acqua e l'aria di Parigi infatti non permisero mai la creazione di un prodotto all'altezza di quello piemontese.
Un successo che si rinnova tutt'ora. Nell'impasto si aggiungono oggi anche, talvolta, latte, malto olio o lievito, (anche se l'antica ricetta tradizionale però non li prevede).