La tradizione, ormai consolidata, narra che nell'aprile del 1001 un nobile conte di Ariano Irpino si recò nel bosco del Cervaro, per una battuta di caccia. Alle prime luci dell'alba, ferì un capriolo, lo inseguì presso una grande quercia ed avvicinandosi all'albero per prendere la preda, fu avvolto da "bagliori di fuoco". Il nobile si ritrasse impaurito ed estasiato quando nella luce vide apparire la Vergine Maria che gli chiese di costruire una cappella votiva per la preghiera dei fedeli. Nel frattempo sopraggiunse un pastore di nome Strazzacappa, che vide con stupore i suoi buoi piegarsi come in adorazione dinanzi alla quercia. Con grande meraviglia del conte e del pastore tra i rami dell'albero apparve una statua di legno scuro raffigurante la Madonna con il bambino Gesù.
Località della Puglia appartenente alla provincia di Foggia, Risalente all'età neolitica, conta oggi circa 2555 abitanti.
Gli scavi di Herdonia
Il
26 novembre 1962 iniziavano gli scavi di Ordona, condotti da una
missione archeologica belga. Un giovane professore di archeologia
dell'Università Cattolica di Leuven, Joseph Mertens, avviava una
ricerca che sarebbe poi stata da lui condotta regolarmente, anno dopo
anno. Nel corso di oltre trent'anni di scavi condotti dalla missione
belga, dell'intera superficie della città romana pari a circa 22
ettari, è stata indagata sistematicamente un'area di circa 4 ettari
nella zona del foro e del centro cittadino; alcuni saggi complementari,
per un'estensione di oltre mq 5000, sono stati effettuati in aree
periferiche. Diverse indagini nei dintorni della città romana hanno
infine consentito di analizzare l'occupazione del territorio,di
ricostruire la rete viaria, di studiare il ponte sul Carapelle,
l'acquedotto e la necropoli romana lungo la via Traiana. Per iniziativa
dello stesso prof. Mertens, ormai anziano professore emerito, una
decina d'anni fa alla missione belga si è sostituita una missione italo
- belga, diretta da G. Volpe, con l'apporto del Dipartimento di Studi
classici e cristiani dell'Università di Bari e più recentemente della
Facoltà di Lettere e Filosofia e del Dipartimento di Scienze Umane
dell'Università di Foggia. In tal modo si voleva garantire la
prosecuzione degli scavi, che in quel momento rischiavano
l'interruzione, accentuando anche il carattere didattico
dell'iniziativa: a Herdonia è stato così organizzato uno dei più grandi
campi-scuola internazionali di archeologia, cui hanno finora preso
parte alcune centinaia di giovani studenti di molte università italiane
e straniere, grazie anche al contributo del Comune di Ordona, che ha
anche messo a disposizione.
Troia sorge sul dorsale di una stretta collina (439 m. l. m.) tra l'assolata piana del Tavoliere e le verdi valli in cui dolcemente digradano i monti del Preappennino Dauno Meridionale. Le sue origini sono antichissime. Fondata agli albori dell'XI sec., essa inglobò tra le sue mura una preesistente "città vecchia" le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Inizialmente (IV-II millennio a. C.) dovette trattarsi di un insediamento umano dedito alla caccia; verso l'VIII sec. di una comunità dalle già evolute forme di vita materiale e spirituale e successivamente, a partire dal VI-V sec., di una florida e raffinata città collocabile nell'orizzonte politico e culturale della Magna Grecia. Si sa invece, che il suo nome era Aecae in epoca romana. Lo attestano gli scritti di Polibio, Strabone e Livio, i quali forniscono anche le prime notizie certe sulla storia della città. Nel 217, nei pressi di Aecae, sulla collina, si accampò Quinto Fabio Massimo per controllare da vicino i movimenti di Annibale ritiratosi a Vibinum (Bovino). Nel 216, dopo la battaglia di Canne, la città si schierò col vincitore e per questo sarà ricordata come castra Hannibalis. Ma nel 214 i Romani ne ripresero il controllo senza tuttavia infierire sui cittadini. Sito al centro di una fitta rete viaria (Egnathia, Appia-Traiana, Aecae-Sipontum) che collegava Roma all'Oriente passando per la Puglia, favorito da una invidiabile posizione strategica, il municipium conobbe il suo massimo splendore tra la fine della repubblica e l'inizio dell'impero. Con Settimio Severo, Aecae si aprì alla penetrazione del cristianesimo.
Da visitare:
Per informazioni: www.comune.troia.fg.it
Di remotissima origine, Lucera ebbe grande importanza sin dagli albori della storia; del suo splendore, infatti, parlano nei loro scritti Polibio, Plinio, Eliano, Aristotele, Cicerone, Cesare, Livio ed altri ancora. Vari studi hanno rivelato la presenza di resti di epoche diverse: dal neolitico all'età del bronzo, a quella dei greci, dei dauni e dei sanniti fino all'epoca romana e imperiale. Pare che il nome Lucera le derivi dal posto ove fu ubicata: luc (bosco) e eri (sacro), due radici etrusche, donde poi Louceria e quindi Lucera dei nostri tempi. Alleata di Roma fin dalle guerre sannitiche, fu poi elevata a colonia di diritto latino; ossia città con larga autonomia, con propri magistrati, con diritto di coniare monete e quindi con ampi privilegi specie in materia fiscale. Qui Federico II trasferì, tra il 1222 e il 1223, ben 60 mila saraceni che fecero del luogo un centro mussulmano (in Italia) con moschee, harem e costumanze arabe. Fedele al suo Imperatore che a sette miglia dalle sue mura, in Castelfiorentino, si spense il 13 dicembre 1250, Lucera conobbe periodi di splendori culturali ed artigianali fino a quando, dopo la battaglia di Benevento nel 1266, fu espugnata dai d'Angiò che le cambiarono il nome in 'Città di Santa Maria a ricordo della sconfitta degli infedeli mussulmani.
Da visitare:
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I testi sono tratti dal sito internet consultabile: www.comune.lucera.fg.it
L'antico nome "Fovea" deriverebbe dalle cisterne (foveae) dove veniva conservato il grano. Il luogo che ospitò numerose famiglie fuggite da Arpi, distrutta dai Saraceni, si chiamava "Santa Maria de Fovea ed era in zona acquitrinosa. Nel 1050, per volere di Roberto il Guiscardo, la zona fu bonificata e venne formato il nucleo abitativo con rilevanti fortificazioni. Il nome di Foggia fu definito ufficialmente nel 1089. Nel 1179 il borgo venne ampliato da Guglielmo II il Buono.
Nel 1223, Federico II, si fece costruire una residenza regale (visibili pochi ruderi), in quanto era felice di soggiornare nella città, stabilendovi la sua corte, creando lo Studio, dove insegnò Michele Scoto. Nel periodo Angioino, la città subì un notevole progresso anche commerciale. Nel 1447, Alfonso I d'Aragona, vi stabilì la "Dogana della mena della pecora" (sede di riscossione delle tasse per la transumanza). Subì danni e distruzioni nella guerra fra Francesi e Spagnoli. Fu quasi totalmente distrutta dal terremoto del 1731, ma reagì sviluppandosi anche culturalmente nel periodo dei Borboni. Nel 1806, Giuseppe Bonaparte, la elevò a capoluogo della provincia, abolendo la "Dogana" (ripristinata nel 1817 da Ferdinando di Borbone), che fu definitivamente abolita nel 1865.
Ha dato i natali al compositore Umberto Giordano (1867-1948). Della residenza regale fatta costruire da Federico II nel 1223, non resta che un raffinato portale ad arco incorporato nel Palazzo Arpi. Accanto alla Villa Comunale si trova l'Orto Botanico e nei Propilei della Villa la Galleria Civica del Palazzotto dell'Arte. In viale Michelangelo ha sede la Biblioteca Provinciale, che comprende anche la Biblioteca Zingarelli, la Libreria Cardini, la raccolta Fraccacreta, la libreria Faiella. La chiesa di Gesù e Maria risale al 1510, ma fu riedificata nel 1738 (dopo il terremoto del 1731), conserva sculture e dipinti di varie epoche. Il Palazzo Dogana, sede della Provincia, ospita la Galleria d'Arte Moderna.
Nel Comune di Foggia vi sono svariati siti archeologici, alcuni già indagati, altri in fase di studio. Tra quelli indagati da molto tempo dalla Soprintendenza archeologica e dall'Università di Foggia vi è "Passo di Corvo". Passo di Corvo è uno dei tipici villaggi trincerati del Tavoliere, datati fra 7000 e 5000 anni fa, ed uno dei pochi visitabili nella penisola. All'interno del Parco, gli archeologi hanno tra l'altro ricostruito, sulla base dei risultati degli scavi sistematici, un'area di abitazione a dimensioni reali recinta da fossato a "C", con capanna e ricostruzione delle attività domestiche, agricole e di allevamento del bestiame.
Siti da consultare: www.comune.foggia.it
Scoperto da John Bradford ufficiale della RAF mentre osservava alcune foto aeree alla ricerca di postazioni nemiche durante l'estate del '43, passo di corvo verrà esplorato successivamente dallo stesso ritornato in tempo di pace in veste di archeologo. Morto senza completare gli scavi, la campagna riprenderà nel 1965 ad opera del prof. Santo Tinè per conto della soprintendenza della puglia.
L'archeologo, massimo esperto del neolitico, individuò un migliaio di villaggi esplorandone circa 200 e datandone la loro origine da 7000 a 5000 anni fa. L'area dello scavo ha un perimetro di 3.000 mq. A parte i caratteristici fossati a C creati con lo scopo di drenare le periodiche inondazioni, vennero scoperti silos, buche per pali, piattaforme circolari, pozzi che attingevano acqua da una falda freatica e resti sufficienti per ricostruire una capanna. Vista la grandezza e l'importanza del sito per meglio permetterne la fruizione ai visitatori è stato creato un parco archeologico, visitabile con le guide del museo civico di Foggia. E' possibile insieme alle guide aggirarsi attorno ad una tipica scena di vita quotidiana di un nucleo familiare vissuto oltre 6.000 anni fa.