Il Castellazzo della Garolda, un'area rilevata di forma ellissoidale dell'estensione di circa 6 ettari sovrastante un paleoalveo del Mincio, conserva una delle sequenze stratigrafiche più significative dell'intero territorio mantovano.
Alcuni sondaggi - pur se condotti su estensioni limitate - hanno dimostrato che il sito, forse frequentato sin dal Bronzo antico, fu interessato dalla presenza di un primo insediamento stabile tra il XIII e il XII sec. a.C., cui si sovrappose nel IX-VIII sec. a.C. un villaggio abitato da genti di cultura paleoveneta che sopravvisse senza soluzione di continuità sino alla fine del VI - prima metà del V sec. a.C.; tra il IV e il III sec. il dosso - un vero e proprio piccolo tell - venne invece occupato da un abitato etrusco, che ha restituito reperti di miglior qualità rispetto a quelli rinvenuti nella vicina città del Forcello, tra i quali spicca la ceramica a vernice nera soprattutto di fabbrica volterrana.