Il Parco del Mont Avic, primo parco naturale valdostano, è stato istituito nell'ottobre 1989 al fine di conservare le risorse naturali presenti nell'alta valle del Torrente Chalamy (comune di Champdepraz). L'area oggetto di tutela è caratterizzata da aspetti paesaggistici estremamente suggestivi e da ambienti modificati in misura del tutto marginale dall'attività dell'uomo; l'accidentata orografia ha infatti limitato da sempre le tradizionali attività agro pastorali e, più di recente, ha impedito lo sviluppo del turismo di massa sia estivo, sia invernale.
Le foreste del Parco, pesantemente depauperate in passato per far fronte alle esigenze dell'attività mineraria, hanno recuperato in buona parte le caratteristiche originali e offrono al visitatore uno spettacolo di rara bellezza. Altri aspetti naturali interessanti e vari arricchiscono l'area protetta: peculiari formazioni geologiche; endemici flogistici alpini e associazioni vegetali legate al substrato delle pietre verdi; decine di specchi d'acqua, d'acquitrini e torbiere che non hanno eguali per numero ed estensione in Valle d'Aosta; una fauna rappresentata da tutti i più noti animali a diffusione alpina presenti nella regione.
La flora e la vegetazione del Parco sono profondamente influenzate dalla presenza di un gran numero di laghi e piccole zone umide, nonché di abbondanti affioramenti di serpentiniti, rocce che danno origine a suoli poveri e poco profondi; nell'alto vallone di Dondena, in comune di Champorcher, estesi affioramenti di calcescisti ospitano una flora assai ricca e varia nettamente differente da quella delle serpentiniti.
La fauna del Parco è caratterizzata in primo luogo dall'elevato numero di specie di insetti presenti, dovuto alla notevole varietà ambientale dell'area protetta.
Il Parco è prevalentemente interessato da affioramenti del Complesso piemontese dei Calcescisti con Pietre verdi (ofioliti del Complesso ultrabasico del Mont Avic prevalenti in Val Chalamy, calcescisti prevalenti in Val di Champorcher). Le ofioliti rappresentano un frammento del bacino piemontese di tipo oceanico, coinvolto nell'orogenesi alpina conseguente alla collisione continentale fra Africa ed Europa.
Per ciò che concerne le sue attività, il Parco segue le linee guida contenute nel "Piano di gestione territoriale" approvato dall'Amministrazione regionale nel 1994. Nel documento vengono individuatele modalità gestionali compatibili con la tutela dell'Ambiente riferite agli aspetti naturalistici (geologia, idrologia, flora e vegetazione, fauna), alla selvicoltura, alle attività agropastorali, al turismo e alla fruizione didattica.
Il Parco del Mont Avic è stato inserito nella rete ecologica dell'Unione Europea "Natura 2000", che si propone di garantire la conservazione degli habitat e delle specie elencati nelle direttive UE 2009/147 "Uccelli" e 92/43 "Habitat". L'area protetta è classificata Sito di Importanza Comunitaria (SIC IT1202000) Zona di Protezione Speciale (ZPS Mont Avic - Mont Emilius IT202020).