II Cilento, zona molto ricca di vegetazione e soprattutto di boschi, vanta una notevole importanza anche nella produzione di castagne. Rinomate sono le castagne di Roccadaspide, chiamate anche marroni di Roccadaspide e quelle degli Alburni. Hanno dimensioni medie e una polpa compatta, piuttosto dolce, rivestita da una membrana che si spella facilmente. L'albero fornisce il tannino, usato per la concia delle pelli, e un buon legname che fu utilizzato nel passato per la costruzione di linee ferroviarie, pali per il telefono, staccionate e mobilio. Le castagne erano mangiate sia dai ricchi che dai poveri. I primi preparavano con esse raffinate ricette, i secondi le apprezzavano per l'alto valore nutritivo. Da esse si ottiene una farina che ha il vantaggio di durare a lungo senza deteriorarsi e, perciò, adatta a nutrire le truppe in caso di guerra. Si pensa che i Romani abbiano introdotto la pianta in Italia e in Europa, ma fu nel Medioevo che l'infaticabile lavoro dei monaci rese possibile la realizzazione di vaste culture in montagna e sulle colline.