In questo piccolo paese sulle colline del Vallo di Diano, la tradizione della coltivazione dei fagioli è molto radicata e la sua fama arriva fino a Napoli. Tra le ragioni, il clima mite, influenzato dal fiume Calore che impedisce eccessive escursioni termiche e garantisce un'elevata umidità notturna, l'esposizione dei terreni coltivati, ben riparati dai venti freddi di tramontana, e la presenza di numerose sorgenti naturali.
Sette sono le varietà di fagioli (alcune nane e altre rampicanti) coltivate. Tra le più interessanti, due varietà rampicanti: la sant'antere, che produce semi reniformi con fondo beige e screziature dal rosso al marrone, e la panzariedda, con semi tondi metà bianchi e metà beige. La coltivazione delle varietà rampicanti è più complessa: le piante, infatti, devono essere sostenute da tutori in legno oppure dalla pianta di mais, se seminate in consociazione, come da tradizione. La fioritura e la maturazione scalare richiedono molti passaggi per la raccolta, che è manuale come l'essiccazione e la sgranatura dei baccelli. Questi legumi sono tutelati dal Presidio Slow Food.