Il tema principale di questo sentiero è la Criosfera, ossia la porzione di crosta terrestre che include il ghiaccio in tutte le sue forme, sia temporanee (neve), sia permanenti (ghiacciai e permafrost).
Con il termine permafrost si indica un terreno che permane a temperature inferiori a 0°C per almeno due anni consecutivi.
Esso non è mai visibile in superficie e costituisce la componente meno nota della criosfera.
Lo strato attivo è la porzione più superficiale del permafrost che, durante l'estate, può scongelarsi. Lungo il sentiero si osserva la stazione "Stelvio 3000", la stazione di monitoraggio del permafrost più antica d'Italia e tra le più antiche d'Europa (1998).
Qui è stata realizzata una perforazione in roccia di 235 m: si tratta della perforazione più profonda del mondo nel permafrost montano. L'area della Valle delle Platigliole costituisce una testimonianza della rapida evoluzione olocenica (negli ultimi 10000 anni) del glacialismo alpino. Nel circo delle Platigliole si osservano inoltre rare forme subglaciali, quali le morene di flusso o «Fluted Moraine», oltre a fenomeni di carsismo, con solchi o forme più rare, quali i "gradini di calcite per pressure and solution" ed inghiottitoi.