Le Serre costituiscono un gruppo montuoso piuttosto complesso di elevata valenza paesaggistico-naturale, che si salda a Sud con il massiccio montuoso dell'Aspromonte.
Si tratta sul piano geomorfologico di due lunghe e opposte catene montuose (Monte Covello, Cucco e Monte Pecoraro) che corrono quasi parallele lungo la catena degli Appennini. I massicci montuosi risultano divisi in parte dalle alti valli dei bacini dell'Ancinale, le ampie conche e dello Stilato (sul cui limite sorge la località Ferdinandea, famosa riserva di caccia Re Borbonici, attorno alla quale si estende il bosco di Stilo, nonché le imponenti cascate del Marmarico, che con un dislivello di 90 m, si tuffano nello Stilaro). Ma cascate altrettanto belle, anche se di dimensioni inferiori, adornano gli altri corsi d'acqua delle Serre, dando vita ad architetture naturali di incredibile suggestione; su tutte, la cascata di Pietra Cupa sulla fiumara Assi agro di Guardavalle, che con un rapidissimo scivolo di oltre 15 m percorre una liscia parete di roccia sormontata di alberi giganteschi e contorti fino a raggiungere un largo laghetto contornato di cespugli e arbusti.
Non lontano dall'Ancinale scorre il fiume Alaca, il cui corso trae origine dalla citata conca della Lacina e si snoda con un lungo percorso sul fondo di una stretta valle selvosa racchiudendo anch'esso mirabili architetture di rocce e di acque.
A Sud tra la F.ra Precariti, che dà vita ad un breve ma spettacolarissimo canyon, e la F.ra Amuse scorre l'altro importante corso d'acqua delle Sere, la F.ra Allaro, ma è la F.ra Assi, posta quasi al centro del versante ionico delle Serre, che racchiude ed esalta quasi sublimandoli, i caratteri dei bassi e medicarsi delle fiumare.
La natura geologica delle Serre è essenzialmente cristallina con presenza diffusissima di graniti, porfidi, serpentini, dioriti quarzifere ecc., ben evidenti dai culmini più elevati fin nei tratti finali dei corsi d'acqua.
Peculiarità geologiche delle Serre sono anche i calanchi che soprattutto a Nord e ad Est incidono i versanti delle fasce sub-montane. Le finalità istitutive del parco in esame sono, come indicato dalla L.R. n. 48/90, la tutela dell'ambiente naturale e culturale nonché l'elevazione delle condizioni di vita delle popolazioni locali direttamente interessate.
L'area del Parco è caratterizzata dalla presenza diffusa di boschi e foreste, macchie mediterranee, pascoli, coltura agrarie. Notevole importanza nelle Serre rivestono i luoghi di culto (come la secolare Abbazia dei Monaci Certosini di Serra S. Bruno, una delle poche rimaste ancora in attività, e la tomba di San Bruno di Colonia, fondatore dell'Ordine dei Certosini), gli itinerari ecologici-naturalistici, nonché le testimonianze dell'archeologia industriale dell'epoca borbonica; infine numerose sono le sorgenti, i torrenti e le fiumare. Il clima è di natura mediterranea con inverni miti ed estati calde.
Le specie vegetali predominanti sono: Castanea sativa (Castagno), governato ad alto fusto nelle zone migliori ed a ceduo nelle altre, Pinus nigra (Pino laricio), Alnus glutinosa (Ontano comune), Alnus cordata (Ontano napoletano) in fustaie spontanee che ricoprono tutte le parti vallive, le zone più fresche e gli alvei fluviali, Fagus selvatica (Faggio) a Abies alba (Abete bianco - specie di grande valenza naturalistica) presente a gruppi e a boschi puri e misti più o meno estesi nelle zone più alte e fredde, Quercus ilex (Leccio), Populus alba (Pioppo bianco), Populus tremula (Acero comune) e Robinia pseudoacacia (Robinia) a livello sporadico nelle zone più basse.
La vegetazione arbustiva è ricca delle più tipiche essenze della macchia mediterranea: Ginestra, Erica, Corbezzolo, Mirto, Fillirea, Cisto, Lentisco, Agrifoglio, ecc..
Il soprassuolo naturale del territorio del Parco è anche interessante per le caratteristiche ecologiche e selvicolturali dell'abete bianco.
La fauna delle Serre oggi è costituita prevalentemente da cinghiali, volpi, tassi, gatti selvatici, donnole, faine. Và, inoltre segnalata la presenza della rarissima lepre italica, oggetto di un crescente interesse da parte del mondo scientifico. Ricca anche la fauna aviaria, che annovera tra gli altri il tordo bottaccio, l'airone cenerino, il corvo imperiale, la beccaccia, la cinciallegra, l'upupa, la gazza, l'astore, lo sparviero, il gufo reale, il falco pellegrino, il picchio verde, il picchio rosso, e anche il raro picchio nero. Le specie ittiche più comuni sono rappresentate dall'anguilla, dalla carpa e dalla trota fario.
Mammiferi | |||
Sus scrofa (Cinghiale) | Martes foina (Faina) | Mustela putoriuas (Puzzola) | Mustela nivalis (Donnola) |
Meles meles (Tasso) | Lepus capanesis (Lepre) | Martes martes (Martora) | Vulpes vulpes (Volpe) |
(Gatto selvatico) |
Uccelli | |||
Turdus philomelos (Tordo bottaccio) | Falco vespertinus (Falco cuculo) | Ardea cinerea (Airone cenerino) | Asio otus (Gufo comune) |
Corvs Corax (Corvo imperiale) | Scolopax rusticola (Beccaccia) | Paros major (Cinciallegra) | Oriolus oriolus (Rigogolo), |
Turtus pilaris (Cesena) | Coturnix coturnix (Quaglia) | Phasianus colkicus (Fagiano comune) | Upupa epops (Upupa) |
Pica pica (Gazza) | Carduelis carduelis (Cardellino) | Erithacus rubecula (Pettirosso) | Picchio verde, Picchio Rosso, ecc. |
Rettili | ||||
Vipera aspis (Vipera comune) | Lucertola | Salamandra | Biacco | Rospo |
Inoltre, tra la fauna di acqua dolce si annoverano la Trota fario, l'Anguilla e la Carpa, mentre fra la fauna entomologica varie specie di insetti, cabidi, lepidotteri e coleotteri.
Data la varietà degli ambienti naturali ricompresi nell'area del Parco, nonché la sua antica antropizzazione, non sarebbe logico applicare indiscriminatamente all'intero territorio protetto le stesse misure di tutela, salvaguardia e valorizzazione.
Si ricorre perciò alla cosiddetta zonizzazione (articolazione in zone del territorio del Parco) che consiste nel suddividere l'area in diverse zone, soggette a regimi di tutela graduati e differenziati in relazione alle caratteristiche delle formazione vegetazionali e geormofologiche ivi presenti e alle vocazioni ambientali.
Si possono così distinguere, procedendo dalle aree di eccellenza e naturalità più intatta e integrale alla periferia relativamente antropizzata, quattro zone (A-B-C-D) che vanno dalla riserva integrale alle aree più spiccatamente produttive e/o intensamente frequentate (pascoli, colture agrarie e arboricolture da legno quali noce, ciliegio, acero, frassino), cercando di applicare una logica di convivenza e integrazione.
Zona A (riserva integrale) | Di eccezionale valore naturalistico in cui l'ambiente è conservato nella sua integrità. La zona occupa una superficie di ettari 236, pari al 1,33% della superficie del Parco. Essa è costituita da parte del SIC bosco Archiforo, bosco Santa Maria e Monte Pecoraro. |
Zona B (riserva generale orientata) | In detta zona sono generalmente vietate le costruzioni edilizie eccezion fatta per le strutture e infrastrutture intimamente connesse con le attività agro-silvo-pastorali tradizionale ivi presenti. La zona occupa una superficie del Parco e si compone dalle foreste regionali e dalle fasce perimetrali contigue alla zona A. |
Zona C (area di protezione) | Nella zona possono continuare secondo gli usi tradizionali o secondo metodi di agricoltura biologica le attività agro-silvo-pastorali e artigianali e la raccolta di prodotti naturali. La zona occupa una superficie di ettari 12.145, pari al 68,67% della superficie del Parco e si compone delle proprietà demaniali comunali e/o altri demani e delle proprietà private agro-silvo-pastorali in genere. |
Zona D (area di sviluppo) | Sono in essa ricompresi i centri urbani, le aree perurbane, le aree di espansione e le zone limitrofe, nonché le aree destinate ad insediamenti turistici e produttivi. In essa sono consentite le attività compatibili con le finalità istitutive del Parco nonché quelle tese al miglioramento socio-culturale delle collettività locali. Sono fatte salve le previsioni contenute negli strumenti urbanistici vigenti. La zona occupa una superficie di ettari 50, pari allo 0,28% della superficie del Parco. L'organismo di gestione inoltre stabilirà per ogni zona le relative norme d'uso. |
Oasi (Lago) Angitola | E' ricompresa l'omonimo lago e le fasce con termini di rispetto. La zona occupa una superficie di ha 875, pari al 4,95% della superficie del Parco. |