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Sport nei parchi naturali: sul Trasimeno vela e canoa vanno d’accordo con la biodiversità

(Castiglione del Lago, 08 Ott 11) Ci sono circa 45 mila uccelli acquatici svernanti nel lago Trasimeno (circa il doppio di quanto, a livello scientifico, viene considerata una soglia significativa), e fra questi ci sono anche uccelli che rivestono, sul piano della conservazione dell'avifauna, un'importanza a livello internazionale per la rarità degli esemplari, quali la fòlaga e la "moretta tabaccata", per non parlare delle numerose "garzaie" (o colonie) di aironi: è dunque necessario che qualsiasi attività ludica e sportiva che si svolga nell'ambiente lacustre diminuisca al massimo quel "disturbo umano", dannoso per l'equilibrio delle specie da preservare, e che vengano dunque adottati regole e stretti codici di comportamento, atti a salvaguardare sia la biodiversità che una pratica sportiva finalizzata al benessere e al divertimento. Lo ha sottolineato lo zoologo Francesco Velatta, intervenendo stamani, presso il Club Velico di Castiglione del Lago, al terzo degli appuntamenti (dopo Villa Fabri a Trevi e Montecucco) del "tour" promosso dalla Regione dell'Umbria negli otto parchi umbri, per promuovere l'avvio del progetto "Parchi attivi/ Pratica sportiva e sostenibile per la conservazione e valorizzazione dei parchi e dei siti di Natura 2000": un progetto (sostenuto dalla Fondazione Villa Fabri, Wwf, Lipu, Legambiente, Italia Nostra, Federparchi e Slow Food Umbria), che intende valorizzare i mille chilometri quadrati degli 8 parchi naturali dell'Umbria e i 105 siti umbri censiti da "Natura 2000", per un complesso di 150 mila ettari, attraverso la pratica sostenibile di sport dedicati, "nordic walking", equitazione, bike, parapendio, sci da fondo, escursionismo, ciaspole, canoa e canottaggio, all'insegna del motto "Uno sport per ciascuna area". L'obiettivo - hanno ricordato stamani i rappresentanti della Regione Umbria Maria Grazia Possenti e Mauro Morosetti - è quello di rivitalizzare, attraverso un'attività sportiva sostenibile, i grandi parchi naturali e le aree di pregio naturalistico dell'Umbria, trasformandoli in un polo d'interesse anche turistico, dotato di una notevole valenza economica e in grado di generare nuovi posti di lavoro, solo a patto - ha sottolineato Mauro Morosetti, spiegando il motivo degli incontri territoriali - "che anche i soggetti privati ci credano davvero, e si comportino di conseguenza".

"Vela e canoa - ha proseguito il dottor Velatta - sono quindi, grazie al loro basso impatto ambientale, gli sport meglio in grado di tutelare l'avifauna del Trasimeno, disturbati in modo massiccio, soprattutto nel periodo riproduttivo, da mezzi a motore, ma anche da aerei ed elicotteri, deltaplani e parapendii che sorvolino i canneti. "Fare sport nei parchi - ha affermato Velatta - va bene, ma a patto di rispettare regole, magari programmando le presenze giornaliere in opportune zonizzazioni".

Al Trasimeno c'è posto per tutti gli sport, ha affermato Louis Montagnoli della Comunità Montana-Trasimeno Medio Tevere, ricordando come il territorio del lago ospiti già 25 itinerari in mountain bike e 29 itinerari a piedi, tutti mappati e georeferenziati. Per realizzare i "parchi attivi" occorre - ha aggiunto - "un consapevole coinvolgimento degli operatori, per una commercializzazione ottimale di ciò che abbiamo".

"C'è bisogno che l'Umbria comprenda bene il valore dei parchi regionali - ha detto il sindaco di Castiglione del Lago Sergio Batino -, di cui finora (come anche noi per il Trasimeno) non siamo riusciti a sfruttare appieno il potenziale. Occorre mettere in piedi - ha continuato - tavoli di progettualità comune e sinergie, avere la consapevolezza che i parchi costituiscono una grande ricchezza, e che proprio da qui deve ripartire una fase nuova".
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