(Tione di Trento, 28 Mag 19) I campi nella piana di Storo giacevano fino a qualche giorno fa addormentati sotto la spessa coltre di nuvole di questa primavera "invernale". Ma volenti o nolenti è maggio, tempo di risveglio per la natura, soprattutto in un territorio come quello della bassa Valle del Chiese, altamente vocato alla produzione di quello che qui viene chiamato "Oro Rosso".
Ci si riferisce al Granoturco nostrano di Storo, una ricchezza della zona da cui si ricava la famosa Farina Gialla di Storo per fumanti polente e prelibati dolci. L'"Oro Rosso" può essere riconosciuto facilmente in quanto i suoi chicchi sono di un rosso accesso e le pannocchie sono molto più piccole rispetto al mais classico, generando di conseguenza una minor resa rispetto all'ettaro.
La pianta di granoturco una volta grande è molto resistente ma nei primissimi momenti di vita è soggetta alle intemperie e a possibili attacchi di agenti esterni; per questo motivo la semina risulta una fase cruciale, se non la più importante di tutto il ciclo di coltivazione.
Già durante l'inverno i contadini preparano il campo per la semina primaverile: i campi vengono cosparsi di letame bovino o di pollina per poi essere subito dopo arati in profondità Questa operazione permette al campo di essere fertile e pronto per accogliere le sementi. Nei primi giorni di maggio inizia poi un continuo brulicare di trattori per la campagna in quanto s'intraprende la fase di fresatura o erpicatura del terreno, operazione necessaria a sminuzzare le grosse zolle di terra che sono state lasciate a risposare sul terreno dopo l'aratura. Il meteo in questa fase gioca un ruolo fondamentale: se piovoso come in questa stagione, la semina è da effettuare dopo pochissime ore dalla fresatura in quanto altrimenti il terreno fresato e sminuzzato, a causa della pioggia, si compatterebbe eccessivamente e non riuscirebbe più ad accogliere il seme. Inoltre, bisogna stare attenti anche alla temperatura del terreno, è consigliato effettuare la semina quando questo si trova intorno ai 12 gradi. A fresatura fatta, niente pioggia e quindi la mattina presto arriva nel campo il trattore con uno speciale attrezzo, una seminatrice automatica. La semenza di Granoturco nostrano di Storo, appositamente selezionata, viene caricata nel macchinario e insieme vengono caricati alcuni sacchi di fertilizzante a base di sali minerali che aiuterà il seme ad attecchire nella dura terra.
La semina è un lavoro di alta precisione in quanto è necessario creare dei solchi omogenei lungo i quali la seminatrice, tramite un getto ad aria compressa andrà ad inserire il seme per poi ricoprirlo; la profondità con cui il seme è piantato e la distanza fra ogni seme risultano fondamentali per una buona produzione. A metà giugno circa inizieranno a scorgersi le prime piantine alte 20/30 centimetri che durante l'estate cresceranno fino a raggiungere quasi i tre metri di altezza, per poi essere trebbiate alla fine di settembre.
Oro Rosso dunque non estratto in profonde miniere, ma coltivato all'aria aperta in una bellissima cornice della Riserva di Biosfera MAB UNESCO "Alpi Ledrensi e Judicaria", pronto per diventare pianta e poi di nuovo seme, cibo e nutrimento per il contadino, nell'eterno ciclo della natura.