(Tione di Trento, 11 Giu 19) Il paese di Stenico, inserito nella cornice della Riserva di Biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria, è ricco di attrazioni sia naturali che storico-culturali. Non che gli altri borghi facenti parte di questo importante riconoscimento non lo siano, ma Stenico con il "suo" Rio Bianco, le pitture rupestri in una cava abbandonata, il Bosco Arte Stenico, il museo etnografico "Par ieri", il possente castello e altro ancora costituisce un esempio di convivenza millenaria tra ambiente naturale e uomo. A rendere speciale questa zona non sono solo gli elementi sopraccitati ma anche un particolare tipo di fiore che nasce solo qui: in tutto il mondo lo si trova, infatti, esclusivamente nell'area che va dal territorio di Stenico alle pendici meridionali del monte Gazza. Si tratta dell'Erysimum auratiacum ovvero la Violaciocca dorata o Violaciocca aranciata.
Tale pianta è un'erbacea perenne che varia in altezza dai 25 ai 65 centimetri. Il fusto, generalmente incurvato, risulta per lo più privo di ramificazioni. I petali spatolati presentano una caratteristica al quanto singolare: sono di un bell' arancione intenso prima che la pianta venga fecondata mentre poi si schiariscono leggermente e diventano dorati. Questa specie fiorisce a giugno/luglio preferibilmente in prossimità di ghiaioncini o roccette affioranti e fruttifica tra agosto e settembre. L'abbandono della ceduazione, dello sfalcio e del pascolo ha portato ad un progressivo incespugliamento delle zone adatte per lo sbocciare di questo insolito fiore. Infatti, trattandosi di uno stenoendemita alpino, la sua distribuzione è estremamente ristretta e gli esperti stimano che, a breve, si verificherà la scomparsa di alcune popolazioni della specie[1]. Per questi motivi una legge provinciale ha imposto il divieto di raccolta e di detenzione dell'Erysimum aurantiacum, già a partire dal 1973.
La violaciocca dorata va ad aggiungersi così al prezioso patrimonio della Riserva di Biosfera MAB UNESCO che l'uomo ha il dovere di proteggere affinché il vivido colore dei petali di questa pianta possa continuare a tinteggiare i campi e i prati insieme alle numerose altre specie floreali che sbocciano sui dolci pendii del Banale.