(17 Lug 19) "L'uomo è uno specchio del paesaggio che lo circonda" affermava uno scrittore italiano del Novecento. Stando di fronte al giovane gestore del Rifugio Pernici a Bocca di Trat, in Valle di Ledro, si ricerca nel suo aspetto i segni di quel luogo: lo sguardo luminoso, come le limpide giornate invernali, capelli ramati, colore dei faggi sul finire dell'autunno, fisico agile e asciutto, come quello dei camosci che giocano sulle balze rocciose di Pichea.
Marco De Guelmi, con il fare diretto, ma genuino dell'uomo di montagna, racconta di come la sua avventura ha avuto inizio: "Mi sono avvicinato al mondo della ristorazione ancora da ragazzo, quando facevo la stagione negli alberghi del fondovalle. Finiti gli studi, ho iniziato a lavorare nel settore edile, con tutte le difficoltà legate alla grande crisi del 2008. Nel 2009 venni a sapere che il Rifugio Pernici aveva bisogno di un nuovo rifugista e, avuto il consenso della mia famiglia, ho tentato il bando. Così, senza pensarci troppo".
Nel racconto che Marco fa di questi 10 anni, "famiglia" è un termine che ricorre con una certa frequenza: "La mamma si è curata fin da subito della cucina, insegnando a mio fratello, Andrea, i segreti di ogni ricetta; il papà accorre a dare una mano appena riesce e poi c'è Chiara, che ogni giorno si divide tra il lavoro e i nostri bambini. Negli ultimi anni, abbiamo poi dovuto chiedere aiuto ad altre due persone. Il lavoro di squadra è la chiave del nostro successo. In rifugio si lavora a stretto contatto 24 ore su 24, spesso affrontando momenti stressanti; l'affiatamento tra noi deve perciò essere il migliore possibile. Da buon gestore è mio compito vegliare affinché il clima sia sempre sereno."
Il rifugio è famiglia, il rifugio è casa…Marco ne parla con affetto e passione, orgoglioso della lunga storia racchiusa fra quelle mura. Il 26 maggio di quest'anno, il Pernici ha festeggiato i 90 anni dalla sua inaugurazione: "L'edificio esisteva però già durante la Prima Guerra Mondiale, quando ospitava la mensa degli ufficiali austriaci. Ovviamente è stato più volte rimaneggiato, ma ancora oggi, io e la mia famiglia mangiamo tutti i giorni in una nicchia originaria".
La chiacchierata prosegue tra i sapori dei prodotti locali che impreziosiscono i piatti del rifugio, le atmosfere delle rievocazioni storiche ambientate nei dintorni di Trat, il vociare dei turisti nuovi e vecchi e delle scolaresche che vengono qui a trascorrere qualche giorno a contatto con la natura. Il piccolo rifugio, incastonato tra le guglie rocciose delle Alpi Ledrensi è un'instancabile fucina di attività: "Qui abbiamo da fare in ogni stagione: in inverno, le aperture sotto la neve; in primavera, il riordino e la riorganizzazione; in estate, la frenesia dei turisti…solo l'autunno regala un po' di quiete, lasciando spazio alla soddisfazione per i traguardi raggiunti, al ricordo delle persone incontrate e alle nuove idee per la valorizzazione di quest'angolo della Riserva di Biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria".