(Tione di Trento, 19 Ago 19) Il territorio della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, vanta una grande varietà di ambienti e di animali. Tale importante biodiversità, testimoniata dalla presenza di molteplici specie di fauna e flora, è favorita soprattutto dalla particolare collocazione geografica e dal significativo dislivello altimetrico del territorio. Ecosistemi molto diversificati sono popolati da una ricca fauna, tra cui si annoverano le numerose specie di uccelli stanziali e migratori. Una tra queste specie di uccelli, presente soprattutto sull'Altopiano del Bleggio, è comunemente chiamata succiacapre. Protagonista della tradizione popolare, che addirittura gli ha talvolta attribuito il potere di transitare le anime nell'aldilà, è un uccello notturno e insettivoro.
Il nome latino di questo volatile è Caprimulgus europaeus (da capră, caprae che significa capra e mulgĕo, mulgēre ossia mungere). Questa bizzarra denominazione nasce da una antica leggenda, citata nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, narrante che questo uccello succhiasse il latte delle capre utilizzando la bocca, molto larga, di cui è dotato: " … chiamati succiacapre uccelli dall'aspetto di un merlo abbastanza grande, predatori notturni; durante il giorno sono privi di vista. Entrano negli ovili dei pastori e si attaccano volando alle mammelle delle capre per succhiarne il latte; dopo questa violenza la mammella si secca e le capre, che sono state munte in questo modo, diventano cieche".
La credenza citata può essere considerata ormai superata, in quanto è stato da tempo accertato che questo uccello si nutre di insetti notturni e non reca nessun danno ad altri animali. Ci fornisce però un'informazione veritiera riguardo agli ambienti che esso frequenta: vola spesso radente al terreno vicino ai pascoli di allevamenti di ovini. Le sue prede (lepidotteri notturni, coleotteri, ditteri, odonati ecc.), vengono di solito catturate in volo, alternando metodi diversi di caccia aerea e fermandosi talvolta in volo "immobile", mettendo in atto il cosiddetto "Spirito Santo": l'animale, con impercettibili movimenti d'ali, riesce a mantenere una posizione di stallo anche per diversi minuti. Questa peculiare capacità si sviluppa grazie alle parti prossimali delle ali che nel movimento vengono tenute ferme, mentre le parti distali vengono ruotate rapidamente: questo permette all'uccello di stare immobile nell'aria, dando in tal modo origine a una figura che ricorda la tipica rappresentazione dello Spirito Santo nell'iconografia classica di colomba immobile ad ali aperte.
Un'ulteriore caratteristica distintiva del succiacapre è il suo canto, particolarmente penetrante ed insistente, infatti, questa specie è in grado di cantare per ore, quasi ininterrottamente, dal crepuscolo all'alba. Il suono che potremmo riconoscere è simile allo scoppiettio di un piccolo motore, ed è estremamente variabile a seconda del grado di "eccitazione" del singolo esemplare. Ad esempio, suoni particolarmente notevoli sono emessi durante la fase di caccia, accompagnati dall'intenso e imponente battito d'ali.
Il succiacapre, essendo un grande cacciatore d'insetti, ha subito negli anni il destino di altre specie legate a questo tipo di prede, diminuite o quasi scomparse in conseguenza dell'abuso di pesticidi. Un declino progressivo, enfatizzato anche dall'abbandono delle pratiche agricole tradizionali, che sono state via via sostituite da pratiche intensive o da aree urbane.
Come tutelare e conservare questo particolare abitante? Le azioni di sostegno proponibili alla tutela del Caprimulgus europaeus sono principalmente quelle finalizzate alla conservazione e al ripristino dei prati-pascoli, all'adozione di metodi di coltivazione che prevedono un uso scarso o nullo di pesticidi, alla conservazione delle strade non asfaltate e al divieto di circolare con mezzi motorizzati nelle aree ghiaiose di fiumi o torrenti.