(Tione di Trento, 05 Set 19) Nel pomeriggio, osservo una meraviglia paesaggistica: dietro di noi, tra nuvoloni temporaleschi giallastri, si eleva spendente di neve fresca il Gruppo del Brenta […], mentre due vivaci arcobaleni splendono sopra il Nozzolo Grande, toccandosi all'estremità e lasciando trasparire nel mezzo le rocce pallide del Nozzolo Piccolo [1].
Era il 12 settembre 1916 e il tenente Felix Hecht, comandante austroungarico poco più che ventenne, annotava sul suo diario questa pittoresca descrizione. Come gli altri ufficiali, anche lui registrava gli accadimenti più significativi con cui la guerra irrompeva nelle giornate trascorse in trincea. Arrivato sui monti tra la Valle di Ledro e le Giudicarie dopo un'esperienza in Galizia, era al comando di una compagnia di Kaiserjäger. La figura che traspare dalle pagine del suo diario è quella di un uomo sensibile, riflessivo, di grande statura morale, profondamente legato alla famiglia e radicato nella fede cristiana.
Nello scrivere, non mancava mai di affidare alla carta le sue preoccupazioni per l'esito della Guerra, l'ammirazione per il valore degli avversari, lo sdegno per la crudeltà umana, per gli orrori del conflitto, per il sacrificio di tanti giovani, l'incanto di fronte agli spettacoli che la natura comunque offriva.
I pleniluni, le fioriture, le albe e i tramonti; i paesaggi, gli animali e le montagne…sorprende constatare quanto spazio Felix Hecht riservi alla contemplazione della natura. La sua capacità di meravigliarsi e di soffermarsi a gustarne la bellezza, produce alcuni dei passi più commoventi e toccanti del suo diario, in cui la serenità dei quadri che tratteggia contrasta con il sentore di distruzione e degrado che serpeggia tra i camminamenti percorsi dal tenente.
Oh, Nozzolo, tu che mi hai ospitato per quasi un anno, lascia che io ti ringrazi per il dono del tuo bellissimo orizzonte e dei tuoi splendidi fiori [1].
Con queste parole, il 14 ottobre del 1916, il giovane ufficiale lasciava le montagne ledrensi, diretto allo Stivo e successivamente al Carè Alto, sul Corno di Cavento, dove troverà la morte il 15 giugno del 1917. A noi tutti, e ai territori della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, lascia un grande insegnamento e lancia una grande sfida: lavorare per un futuro di pace e cooperazione, affinché tutti possano godere serenamente delle infinite meraviglie naturali che lui tanto apprezzava.
[1] Ongari D. Diario di guerra dal Cadria e dallo Stivo del primo tenente dei Kaiserjäger Felix Wilhelm Hecht von Eleda. Società di Studi Trentini di Scienze Storiche (Monografie 40), Trento, 1983