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Acqua corrente

(Tione di Trento, 01 Apr 20) "Da secoli le comunità che abitano questo territorio hanno praticato una gestione equilibrata, collettiva e responsabile delle risorse naturali in armonia con il territorio e oggi sono preparate per intraprendere attività economiche sostenibili dai punti di vista ambientale e sociale", questa è uno degli elementi caratterizzanti il riconoscimento a Riserva di Biosfera.

Cosa vuol dire "gestione equilibrata, collettiva e responsabile delle risorse delle risorse naturali"? Cosa voleva dire "sostenibilità" storicamente, prima che questo termine diventasse parte del nostro quotidiano?

Possiamo trovare nel territorio qualche esempio che ci permetta  di comprendere questi concetti,  Eccone uno, tra le comunità di Storo. Tornando indietro nel tempo di circa 120 anni, lì nelle piazze e nelle case avremmo potuto sentire spesso discutere con grande curiosità di un'idea, piuttosto semplice ai nostri occhi moderni ma per l'epoca alquanto rivoluzionaria: incanalare l'acqua dei torrenti in centrali idroelettriche per generare corrente a beneficio della comunità locale."

Ma quali furono le condizioni che a Storo portarono a questa piccola "rivoluzione"?

La prima condizione fu il grande cambiamento che tutta la società cattolica stava vivendo in quel periodo: l'enciclica "Rerum Novarum", emanata da Papa Leone nel 1881, aveva fatto nascere nel mondo cattolico un nuovo interesse per la condizione dei ceti sociali più bassi ed aveva spinto perché ci si adoperasse per l'emancipazione di queste classi. Fu in questo contesto che l'allora parroco di Storo, don Giacomo Regensburger, scrisse in occasione della fondazione della Cassa Rurale di Storo: "Ognuno che sia addentrato un po' nelle condizioni sociali della popolazione di Storo deve riconoscere il bisogno urgente di dare a questa popolazione eminentemente laboriosa una organizzazione perché possa migliorare la sua posizione."

 L'altra condizione essenziale per lo sviluppo di questa "rivoluzione" fu la presenza del torrente Palvico il cui letto ed acqua scendono dal Passo Ampola in direzione di Storo. Questo torrente, oltre ad avere un'importante e costante portata d'acqua, lungo il suo percorso affronta un salto altimetrico di quasi 300 metri, fattore assolutamente prezioso per l'utilizzo a fini idroelettrici delle acque.

Le due condizioni sopra, coadiuvate dalla nascita di piccole realtà artigianali sul territorio bisognose di corrente elettrica, portarono nei primi anni del 1900 un gruppo di cittadini storesi, capitanati da don Regensburger, ad immaginare la costituzione di un consorzio elettrico, ovvero una cooperativa con soci gli abitanti del paese che permettesse la costruzione di una centrale idroelettrica per poter fornire di corrente il paese.

Dopo alcune peripezie e problemi, finalmente nel 1904, il comitato di cittadini riuscì a costituire la cooperativa con il nome "Consorzio elettrico-industriale di Storo" (CEDIS), il quale nel giro di poco tempo coinvolse anche gli abitati di Darzo, Lodrone, Baitoni-Bondone, Tiarno di Sopra e di Sotto. Lo scopo del Consorzio, come visto nello statuto era assolutamente chiaro, ossia "produrre e distribuire energia elettrica (..) che serviranno a migliorare le condizioni dei propri soci sotto l'aspetto morale e materiale". La prima centrale venne costruita nel 1904 a ridosso della cascata del Pòs Malmerio, ma negli anni successivi il bisogno di energia elettrica locale crebbe, sia perché i bisogni delle famiglie si erano modificati (pensiamo solo all'avvento degli elettrodomestici) sia perché la zona iniziava a popolarsi di piccole industrie e di artigiani che necessitavano di sempre più forza elettrica. Queste circostanze portano il CEDIS a costruire ulteriori centrali per sfruttare questa fonte di energia rinnovabile e pulita.

Ora, 116 anni dopo la fondazione, il Consorzio Elettrico possiede 4 centrali idroelettriche e non si occupa più solo di energia elettrica, ma anche di servizi per i Comuni come ad esempio fibra ottica, infrastruttura oggi necessaria per portare avanti le piccole realtà locali. Un'azienda che sembra distante da quella del 1904, ma che ha saputo mantenere gli ideali della fondazione: sviluppo economico e morale della comunità locale utilizzando in maniera sostenibile le risorse locali.

Ma questo non è il solo Consorzio Elettrico a base ccoperativa nel territorio della Riserva di Biosfera basti pensare al  Consorzio Elettrico Industriale di Stenico a Tavodo e la sua lunga e parallela storia. Pensate a quanto si può fare con un po' di acqua corrente?

Da: "1904-2004 La storia di cento anni in forma di cronaca"; Dario Luzzani, Gianni Cortella; Consorzio Elettrico di Storo"; 2004


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Centrale del 1904
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Lo Statuto del CEDIS
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Pòs Malmerio
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