(Fiavé, 17 Giu 20) Balbido è un tipico paesino rurale posto all'imbocco della selvaggia Val Marcia, nel comune di Bleggio Superiore, inserito nella Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, che conserva i segni della tradizione contadina.
L'architettura del centro abitato, tipicamente contadina, è caratterizzata da grandi dimore, spesso addossate le une sulle altre, con gli avvolti per le stalle, le aie per stendere il grano, e gli spaziosi ed aperti solai in legno, adoperati per il deposito del fieno o della legna.
Un mondo che avrebbe rischiato di scomparire se le comunità locali non si fossero impegnate a salvaguardare il patrimonio urbanistico e culturale degli antenati, riportando in vita e valorizzando le tradizioni ed esaltando il centro storico. Le facciate delle case, infatti, sono state arricchite da grandi affreschi, che fanno di questo luogo il "paese dipinto", come recita l'insegna stradale posta all'inizio e alla fine del borgo.
Si tratta quindi di murales, affrescati a tecnica naïf o a graffito, che svelano la natura nella sua essenzialità, testimoniano la fatica dei campi, interpretano i sogni ed i sentimenti più autentici, trasformando il paese in un'accattivante scenografia: sono rappresentati ad esempio il sogno di uno spazzacamino, la bellezza di una donna, gli emigranti, la cooperazione, i colori della primavera.
Molti fra i vari dipinti di diverso tipo evocano i vecchi mestieri (Il moleta, La mugnaia, Fabbro maniscalco, El caregheta, Gli ombrellai, La lavandaia, La fienagione, Il calzolaio, Il carrettiere, Il moleta vagabondo, Al casèl con el lat) e gli aspetti della vita del passato, come le sagre, con la corsa dei cavalli al Palio di S. Giustina (Omaggio ai cavalli di Balbido, Il Palio di Santa Giustina) e le leggende delle streghe della misteriosa Val Marcia (La nonna racconta, Le streghe della Val Marcia).
Quest'ultimo murales, eseguito nel 1987 dall'artista Franco Mora, uno fra i più importanti pittori naif italiani, dimostra come sia forte il legame del Bleggio e in particolare di Balbido con la leggenda delle strie.
Sono streghe dispettose e burlone quelle di Balbido. Nella tradizione medievale si riteneva usassero i loro poteri per nuocere alla comunità contadina e prendessero parte periodicamente a raduni satanici detti sabba.
Le strie, come vengono chiamate in dialetto, sono fate, maliarde, streghe benevole, anche se birichine, occupate a gettare sassi contro le ruote dei carri colmi di legna dei contadini che rientravano dalla Val Marcia o a procurare disastri naturali. Accadeva infatti che la gente di Balbido si recasse a fare la legna nel profondo della Val Marcia, con un carretto trainato da un bue o da un asino. Ma se nel viaggio d'andata e durante le operazioni di carico tutto procedeva in maniera tranquilla e senza intoppi, d'improvviso compariva dal nulla una buca o una ruota si staccava completamente, facendo così cadere la legna, faticosamente raccolta, con un gran boato. Questi infausti avvenimenti erano causati nientemeno che dagli strali e gli anatemi lanciati dalle streghe, che si divertivano a scagliare le loro maledizioni proprio quando si era ampiamente sulla via del ritorno.
Ecco perché, nel 1656, a circa un chilometro dal paese, verso la Val Marcia, furono piantate le cros, ossia cinque croci in legno (ora in ferro), che formano una grande croce. Da allora, ogni volta che una strega dispettosa si avventura fuori dal suo mondo oscuro per gettare i sassi contro le ruote dei carri degli umili contadini, va a sbattere il grosso naso adunco contro di esse. Perciò oggi la gente di Balbido può percorrere quella strada in totale tranquillità, senza incorrere in inconvenienti di sorta.
Se volete approfondire l'argomento, non vi resta che recarvi sul posto per ammirare i favolosi murales. Un'ottima alternativa è immergervi nella lettura del seguente volume:
BONN, Cesare, Balbido era... Balbido è... , Gruppo culturale La ceppaia, Balbido, Bleggio Superiore (TN), 2006
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