Con il termine "baraggia" viene indicato un ambiente boscoso con
esemplari più o meno radi di querce, betulle, carpini, con sottobosco
di brugo, che si estendeva un tempo sui terrazzi marginali della
pianura piemontese da Biella fino al Ticino. La riserva tutela alcuni
nuclei della Baraggia originaria, in passato molto estesa e oggi
ridotta ad alcune 'isole' a causa dell'intensa opera di bonifica che ha
favorito la risicoltura.
Di notevole interesse naturalistico sono i
popolamenti faunistici tipici del territorio baraggivo, in particolare
l'entomofauna con specie rare ed endemiche; tra queste si ricordano i
coleotteri carabidi endemici: Agnonium livens, A. ericeti, Bembidion humerale, il coleottero Catops westi, un catopide presente soltanto in un'altra stazione in Italia, e il lepidottero Coenonympha oedippus molto raro e localizzato.
L'ambiente fisico è costituito da un altopiano ondulato caratteristico
per gli ammassi ciottolosi con geomorfologia unica in Europa.
L'originaria morfologia, è stata notevolmente modificata dall'uomo nel
corso dei secoli. In quest'area si estraeva l'oro nei torrenti Elvo e
Olobbia; un'operazione di colossali proporzioni avvenuta in epoca
romana e pre-romana (ad opera dei Vittimuli), che ha determinato
l'accumularsi di pietre di scarto che hanno modellato il paesaggio
nella forma attuale: cumuli di ciottoli alti fino a 10 metri, alternati
a strette infossature.
Il pregio naturalistico dell'area risiede
nella grande variabilità delle specie botaniche presenti, anche rare, e
per la ricchezza della fauna entomologica.
Nella tradizione locale è rimasta la pratica della ricerca artigianale dell'oro.
L'area costituisce l'ultima propaggine della collina biellese, ed è caratterizzata dalla presenza alla sommità del Brich di un castello ricostruito, su antiche fondamenta, nei primi decenni del secolo.
Parte dell'area circostante il castello è caratterizzata dalla presenza di alcune specie arboree esotiche con esemplari particolarmente pregiati derivanti dal giardino preesistente; per il resto la zona fitoclimatica è quella del Castanetum con netta prevalenza del castagno, nonché della robinia, quercia, ciliegio e salicone.
All'interno del castello è prevista la predisposizione di locali espositivi e di attrezzature per conferenze.