All'interno della Riserva naturale speciale della Bessa, miniera d'oro
a cielo aperto di epoca romana, si trova l'imponente struttura
dall'aspetto fortificato che ha suggerito, all'epoca della sua
scoperta, risalente al 1963, il nome di "Castelliere".
Nei decenni
che seguirono furono effettuate le prime campagne di scavo e indagine,
proseguite nel 2005 con l'intervento effettuato dall'Ente di gestione
Aree Protette Baragge-Bessa-Brich in collaborazione con la
Soprintendenza Archeologica del Piemonte; viene così ad essere
restituito, a studiosi e pubblico, uno dei monumenti archeologici più
complessi e misteriosi del Piemonte, permettendo di rintracciare la
planimetria originaria del cumulo di ciottoli derivati dai lavaggi
auriferi su cui è stato ricavato il Castelliere e di ricostruirne le
strutture, avvalendosi delle informazioni fornite dallo scavo
archeologico.
L'Aula Verde è stata realizzata dall'Ente di gestione aree protette Baragge, Bessa e Brich, in collaborazione con la Città di Candelo, per introdurre la conoscenza di alcune delle principali specie vegetali che si trovano nelle Baragge; il percorso di visita è suddiviso in quattro settori: il primo ospita le specie tipiche della pianura alluvionale, il secondo le specie tipiche della scarpata dei terrazzi, il terzo le specie tipiche dei terrazzi fluviali, il quarto le specie tipiche degli impluvi.
Accanto a ciascuna specie vegetale è posizionato un cartello che ne illustra le caratteristiche fondamentali.
Possibilità di pranzo al sacco in spazio appositamente allestito.
Per raggiungere l'Aula Verde: si lascia l'abitato di Candelo in direzione di Mottalciata. Dopo la discesa e all'inzio del lungo rettilineo svoltare a sinistra in via Isangarda (pannello illustrativo posto all'incrocio dal Comune di Candelo); proseguire prima su asfalto e poi su sterrato per circa 2 km fino all'Aula Verde.
La struttura è liberamente accessibile e fruibile dagli interessati e la visita della stessa è particolarmente indicata per le scolaresche.
Il fondo è pianeggiante, in terra e prato, per cui qualora le condizioni meteo non siano estreme, può essere fruito anche con carrozzelle, meglio se con accompagnatore.
La caratteristica doppia cima del Brich di Zumaglia e del Mont Prève, osservata dalla pianura, appare evidente, in primo piano, davanti alle montagne biellesi. L'Area attrezzata del Brich di Zumaglia e del Mont Prève, istituita nel 1995, si estende per circa 44 ettari, nei comuni di Ronco e Zumaglia. L'altitudine massima è di 669 m (sulla sommità ove è ubicato il castello); l'area presenta una notevole acclività. Da questa sua particolare conformazione deriva il nome di "Brich".
Nel ventennio fascista il Brich di Zumaglia assume l'aspetto ancora oggi apprezzabile: il proprietario fece costruire il castello, in linea con l'orientamento e il gusto architettonico del tempo, inglobandovi i pochi miseri residui di un'antica rocca; realizzò inoltre il parco, lungo le pendici della collina, arricchendolo di specie esotiche (in particolare conifere) e servendolo di numerosi vialetti. Introdusse anche elementi architettonici classici, quali monumenti, fioriere ed epigrafi.
Viste le piccole dimensioni del Brich di Zumaglia è sufficiente seguire i viali per ritemprarsi con rilassanti passeggiate; certo non può mancare la salita al castello da cui si gode una vista estremamente panoramica su gran parte del Biellese. Una passeggiata in una natura più selvaggia può invece essere fatta sulla cima del Mont Prève (l'altra collina "gemella", affiancata al Brich di Zumaglia), tipico ambiente collinare biellese, con boschi fitti di castagno e robinia.
Per i bambini è d'obbligo il passaggio nei pressi della Cascina Alè, ove l'attuale affittuario alleva capre e pecore di svariate razze; è inoltre possibile effettuare una serie coordinata e divertente di esercizi ginnici, grazie ad un itinerario specificatamente attrezzato. A Ronco si trova anche l'Ecomuseo delle bielline.