Sulla cima del monte San Calogero, si allarga un pianoro che termina ad est con una folta pineta; ad ovest sorge il Santuario omonimo, al cui interno è conservata una statua del Santo, opera di Giacomo Gagini. Attraverso una breve strada in discesa, si arriva alle stufe vaporose, utilizzate anche nell'antichità come sudatari. La voragine dal quale escono i "fumi", durante le spedizioni speleologiche, ha permesso di rinvenire pithoi preistorici dell'età del Rame. In seguito altre ricerche hanno portato alla luce, soprattutto nell'antro del fico, stratificazioni di materiali risalenti alla preistoria (dal Neolitico medio all'età del Rame) che testimoniano la presenza di abitanti nelle grotte. In epoche successive abitarle non fu più possibile, probabilmente perché nel 2000 a.C., in seguito a movimenti tellurici, insorsero fenomeni vulcanici secondari che portarono all'innalzamento della temperatura delle grotte e all'emanazione dei vapori sulfurei.