La Riserva Naturale Orientata "Pian di Landro-Baldassare" si trova al
margine nord-orientale dell'Altopiano; ha forma piuttosto irregolare,
allungata in direzione NW-SE, con dimensioni massime di km 5 per km 2.
Grosso modo presenta due aree pianeggianti rispettivamente a NW, con
quote medie sui 1000-1050 m s.l.m. (Pian di Landro e Baldassare), e a
SE, con quote medie sui 900-950 m s.l.m. (Valmenera); esse sono
raccordate da un ripido versante piuttosto regolare, orientato in senso
E-W.
Sull'Altopiano
del Cansiglio affiorano rocce appartenenti al Cretacico superiore,
all'Eocene e depositi sciolti quaternari. Partendo dalle rocce più
antiche, troviamo il Calcare del M. Cavallo: gli affioramenti calcarei
occupano la maggioranza dell'area nella Riserva Naturale Orientata.
Gli eventi tettonici hanno condizionato notevolmente lo sviluppo del
carsismo. Nelle Riserva prevalgono nettamente le spianate che quali nel
complesso hanno conservato molto bene la loro forma originaria dopo il
sollevamento orogenetico, come quella di Pian di Landro e di Baldassare.
Il
carsismo superficiale si evidenzia soprattutto nelle zone in cui
affiorano i calcari, dove gli strati sono suborizzontali, e nelle aree
delle spianate, la morfologia è un susseguirsi pressoché ininterrotto
di conche chiuse, dette doline, generalmente a fondo piatto, in parte
anche ad imbuto, all'interno delle forme maggiori se ne possono
osservare altre di dimensioni più limitate. Il diametro varia da pochi
metri a qualche centinaio di metri: qua e là si possono osservare degli
inghiottitoi (piccole doline che continuano verso il basso a pozzo o
presentano una probabile prosecuzione visibile), quasi sempre riempiti
da detriti e da resti vegetali, che impediscono la prosecuzione, almeno
per l'uomo, nel mondo sotterraneo.
Molto spesso le fratture della
roccia, soprattutto nei calcari, sono così ampliate dalla corrosione da
formare dei grossi blocchi rocciosi mobilizzati, soprattutto nelle zone
più elevate, nelle parti sommitali delle ondulazioni e sui bordi delle
doline, dando una tipica morfologia detta appunto "carso a blocchi".
La vegetazione potenziale è
rappresentata nella riserva naturale Pian di Landro-Baldassare
dall'abieteto, cioè un bosco costituito in prevalenza da Abete bianco
cui si aggiungono talvolta altre specie quali il Faggio. L'abieteto
corrisponde alle zone di maggiore valore ambientale.
La forte
presenza dell'abete rosso, anche all'interno del bosco misto, ha per lo
più origini antropiche spesso collegate con il fenomeno storico della
colonizzazione dei pascoli di dolina e quindi con le vicende del
postglaciale..
Notevole importanza rivestono all'interno della riserva gli ambienti umidi in cui si possono trovare frammenti di Caricetum rostratae, consorzi a Eleocharis palustris e Schoenoplectus lacustris, Polygonum mite e Ranunculus repens, ecc.. Tra le idrofite Callitriche e Alisma plantago-aquatica.
Tra le emergenze floristiche si segnala la presenza di Orchis militaris (considerata minacciata a livello regionale) che, pur essendo in regresso in questi ultimi anni, non è specie particolarmente rara. Fra le specie, di solito vistose od officinali, che secondo l'allegato V della direttiva habitat (92/43) potrebbero richiedere l'adozione di provvedimenti atti a limitarne la raccolta si ricordano Lycopodium annotinum e Arnica montana. Infine, si ritiene opportuno aggiungere una specie rare a livello locale, Danthonia alpina, anch'essa osservata solo raramente nel Veneto e che manca in altre zone del Bellunese. Le altre specie considerate endemiche sono Gentianella pilosa e Phyteuma scheuchzeri (sempre la subsp. columnae, entità di ambienti erboso-rupestri).
Dal punto di vista degli habitat faunistici, la riserva si presenta come un'ampia superficie forestale variata, con peccete, fustaie miste, fustaie di faggio; al suo interno sono comprese due aree a vegetazione erbacea che l'arricchiscono (Pian di Landro e Valmenera) e una raccolta d'acqua permanente in Valmenera che ospita una consistente popolazione di anfibi e dove sono state osservate specie ornitiche tipiche di ambienti umidi.
La presenza di piccole zone umide, e in particolare della lama di
Valmenera, favorisce la presenza di una comunità di Anfibi piuttosto
interessante e diversificata. Nelle raccolte d'acqua è presente il
tritone alpino (Triturus alpestris) a cui si associa, laddove l'acqua è profonda, il tritone crestato (Triturus carnifex). La rana verde predilige le pozze perenni, che non abbandona, mentre il rospo comune (Bufo bufo) e la rana montana (Rana temporaria)
utilizzano le zone umide solo nel periodo riproduttivo (marzo aprile)
per poi ritornare nei quartieri in cui estivano, nel bosco o nei
pascoli. L'anfibio forse più interessante della zona è comunque la
salamandra nera (Salamandra atra), osservata nelle aree forestali, che è completamente slegata dall'elemento liquido, anche per riprodursi.
Fra i rettili, l'orbettino (Anguis fragilis), la lucertola vivipara (Zootoca vivipara), nei prati, la natrice dal collare (Natrix natrix), spesso in prossimità delle raccolte d'acqua, e la vipera comune o aspide (Vipera aspis francisciredi).
Rappresentano una componente molto importante della fauna della riserva
e annoverano al proprio interno alcuni degli animali di maggior
interesse di tutto il Cansiglio.
La presenza di spazi aperti e di
zone umide favorisce la presenza di uccelli di norma legati alle zone
umide quali l'airone cenerino (Ardea cinerea) e il germano reale (Anas platyrhynchos); interessante la segnalazione della cicogna nera (Ciconia nigra).
Fra gli uccelli rapaci, oltre alle specie propriamente forestali (sparviere (Accipiter nisus) e astore (Accipiter gentilis), ne sono state osservate molte altre. Si ricordano, al proposito, il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), il nibbio bruno (Milvus migrans), la comune poiana (Buteo buteo), l'aquila reale (Aquila chrysaetos), nidificante nelle zone montuose limitrofe e il gheppio (Falco tinnunculus), legato all'ambiente del pascolo.
La presenza di un bosco articolato e vario sotto il profilo strutturale
e compositivo favorisce la presenza di due interessantissimi uccelli,
il francolino di monte (Bonasa bonasia), e il gallo cedrone (Tetrao urogallus)..
Un'altra componente dell'avifauna degna di nota è rappresentata dai rapaci notturni, con civetta nana (Glaucidium passerinum), civetta capogrosso (Aegolius funereus), allocco (Strix aluco) e gufo comune (Asio otus).
I mammiferi più appariscenti presente nella riserva sono di certo gli ungulati, con cervo (Cervus elaphus), capriolo (Capreolus capreolus) e daino (Dama dama).
La foresta è popolata tuttavia da numerosissime altre specie più
modeste, generalmente notturne, di cui si può talora accertare la
presenza grazie alle impronte lasciate nel fango o sulla neve o agli
escrementi.
Fra i più piccoli mammiferi si ricordano il toporagno comune (Sorex araneus) e il toporagno nano (Sorex minutus) a cui si aggiunge, sempre fra gli insettivori, la talpa (Talpa europaea), frequente nei pascoli. Molto interessante è la presenza della lepre comune (Lepus europaeus).
Nel bosco vivono lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) e il ghiro (Myoxus glis) e anche i loro predatori (martora (Martes martes), ma anche donnola (Mustela nivalis) e volpe (Vulpes vulpes)). Fra i roditori si annoverano arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), arvicola campestre (Microtus (M.) arvalis), topo selvatico dal collo giallo (Apodemus (Sylvaemus) flavicollis) e topo selvatico (Apodemus (Sylvaemus) sylvaticus).