Il Lago Borello, conosciuto anche come stagno di Oulx, nasce come cava
di estrazione di materiali torbosi-argillosi per la costruzione della
Galleria del Frejus (lavori iniziati nel 1861). La depressione,
creatasi nel terreno in seguito al prelievo di grandi quantità di
materiale, fu colmata in breve tempo dalle acque delle sorgenti poste
subito a ridosso della base del versante del monte Cotolivier. La
presenza del lago artificiale in area montana a clima freddo fece
nascere, negli ultimi decenni del 1800, una piccola impresa di
produzione e vendita di ghiaccio. La struttura della ghiacciaia era
costituita da un edificio a forma di "igloo" adibito ad area di
stoccaggio del ghiaccio. Il ghiaccio veniva utilizzato per la
conservazione delle derrate alimentari dalle industrie di prima
trasformazione della carne nella media e bassa Valle Susa.
I
canneti e le fitocenosi igrofile colonizzarono da subito le sponde del
lago che in quegli anni rappresenta una forte attrazione turistica
diventando una meta di prima importanza.
Nella seconda metà del secolo XX la ghiacciaia venne abbandonata, a
causa della diminuita richiesta di ghiaccio indotta dalle innovazioni
tecniche legate alla refrigerazione, ed alla produzione industriale di
ghiaccio. Nell'intorno del lago vennero inoltre abbandonate le pratiche
agricole e lo sfalcio dell'erba, permettendo l'inesorabile
colonizzazione delle specie erbacee legate al cosiddetto canneto
dominato dalla Phragmites australis. Tale mutazione della composizione
floristica da un lato comporta un aumento quali-quantitativo di nicchie
ecologiche utilizzabili dall'avifauna stanziale e di passo, ma
dall'altro rende povero di specie il corteggio floristico a scapito
delle specie rare tipiche dell'area che tendono così a scomparire.
Sin dalla preistoria fu luogo d'incontro delle genti e centro di
scambio con le culture di passaggio, dai Galli alle legioni di Cesare,
dalle orde barbariche alle armate francesi. Nel corso del XIX secolo
Oulx e la sua valle hanno seguito le sorti del regno di Sardegna, ma
l'evento epocale che poi mutò radicalmente economia e abitudini locali,
coincide con la costruzione del traforo ferroviario del Frejus. Con la
fine del secondo conflitto mondiale e il conseguente sviluppo
economico, l'intera vallata ha conosciuto un momento assai florido,
legato soprattutto all'incremento del traffico stradale e ferroviario e
all'impulso turistico favorito dal crescente numero di frequentatori
della montagna estiva e invernale.
Pertanto si può affermare che
tutt'ora è possibile riscontrare in questo paese le diverse influenze
che ha subito, dai monumenti alle chiese tutto ricorda il passato.
Il paese è diviso in quattro zone differenti che corrispondono allo
sviluppo delle diverse borgate della cittadina e sono: Vier Damù ossia
il borgo superiore col vecchio centro storico, En Vier la zona di Via
Roma, Abadia ossia la zona di san Lorenzo e il Plan, borgo inferiore.
Molte sono le attrattive: