Acqualagna, cittadina di 4.000 abitanti nei pressi della Gola del Furlo, in provincia di Pesaro-Urbino, è caratterizzata da una tradizione plurisecolare di ricerca, produzione e commercializzazione del tartufo. Oggi qui hanno sede o svolgono la maggior parte della loro attività raccoglitori e commercianti che lavorano in tutti i mercati mondiali. Il mercato del tartufo di Acqualagna si è consolidato come sede privilegiata di commercio all'ingrosso: qui vengono commercializzati complessivamente circa i 2/3 dell'intera produzione nazionale (circa 5-600 quintali di tutti i tipi di tartufo). I paesi più ricettivi del prodotto sono Germania (il più importante consumatore europeo), Belgio, Olanda, Francia (che produce in grande quantità il nero nel Midi), USA e Canada.
Chi visita Acqualagna per gustare la dolcezza e il sapore del tartufo ha la fortuna di sentirsi circondato da uno scenario stupendo: il Furlo, il territorio della Comunità Montana del Catria e Nerone, Urbino, il mare a due passi. La bellezza dell'ambiente che circonda il paese e l'aroma del tartufo, fanno di Acqualagna un luogo davvero speciale.
Per chi risalga la valle metaurense da Fano verso l'interno, Fossombrone
appare quasi d'improvviso, distesa fra piano e collina nel punto di cui
la valle si restringe, chiusa tra i contrafforti delle Cesane e il
ripido versante del colle dei Cappuccini. A guardarla di lontano la
città appare caratterizzata da un fitto digradare di tetti da cui
emergono i campanili delle principali chiese, la facciata di qualche
nobile palazzo e l'ampia quinta della Corte Alta dei Montefeltro con il
suo aereo loggiato. Più in alto, sulla sommità del colle di
S.Aldebrando, si ergono i ruderi della rocca malatestiano feltresca col
suo mastio massiccio incombente sulle piccole case sottostanti.
Ad
una osservazione più attenta è facile leggere nel tessuto urbano i tre
principali stadi di sviluppo della città, frutto di una profonda
compenetrazione fra vicende storiche e peculiarità geografiche.
Sull'alto colle, sotto la rocca, sta annidando il germe della città
odierna, "la Cittadella" formatasi nel periodo delle scorrerie
barbariche e del profondo medioevo quando la posizione elevata era
sinonimo e garanzia di sicurezza. Poi, col venir meno delle esigenze
difensive, l'insediamento iniziò a distendersi nel declivio fino al
piede della collina; gli edifici si disposero su vie parallele alla
Flaminia, si arricchirono di eleganti facciate e di portici. E' la
Fossombrone malatestiana e feltresca caratterizzata da una vivace vita
culturale ed economica: l'arte della lana, le cartiere, la lavorazione
dei corami si aggiungono alla fiorente agricoltura per fare della città
il polo più ricco e dinamico del medio bacino del Metauro. Sotto la
spinta di tale vivacità economica e del conseguente incremento
demografico Fossombrone a partire dal XVI I secolo guadagnò ulteriori
spazi a sud della Flaminia, venendo ad occupare l'intero piano
prospiciente il corso fluviale, secondo un progetto elaborato dai
senigalliese Capocaccia per volontà dell ultilno duca di Urbino. Entro
tali limiti Fossombrone rimase per almeno tre secoli; solo la recente
espansione edilizia ha oltrepassato la linea delle mura seicentesche:
la città ha preso di nuovo ad espandersi, verso oriente, ai lati della
Flaminia, quasi irresistibilmente attratta dall'area di S. Martino del
Piano, dove nel II secolo a.C. la sua storia era iniziata col nome di
Forum Sempronii e dove di giorno in giorno sempre più vanno affiorando
i resti del municipio romano che ha dato origine all'attuale città.
Il Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale, uno dei
capolavori più insigni dell'arte rinascimentale, rappresenta
l'autentico tesoro di Urbino, ed e sede della Galleria Nazionale delle
Marche. La generale concezione dell'opera si deve a Luciano Laurana, il
quale ha battezzato con il suo nome i due affilati Torricini che, alti
quasi sessanta metri, costituiscono una invenzione del tutto originale,
e rappresentano il simbolo visivo della città. Altri architetti famosi
che hanno partecipato al compimento dell'opera, lasciando ampia traccia
del loro passaggio, sono Francesco di Giorgio Martini e Girolamo Genga.
La parte più antica é costituita dal lato lungo ornato da bifore,
davanti alla chiesa gotica di S.Domenico. Dopo aver ammirato la
compattezza dell'esterno, con stupende finestre e portali si entra
nello splendido e armonioso cortile d'onore dove occorre fermarsi per
ammirare le proporzioni dei lati, il disegno di archi e colonne, il
gioco cromatico dei materiali usati dal rosso del mattone al chiaro dei
marmo travertino, le lodi tessute in latino al grande Federico sul
doppio fregio che corre tutt'intorno in alto nel cortile rendendo
nell'insieme ancora più concreto l'ideale di armonia e di equilibrio
del primo Rinascimento. Il Palazzo Ducale può essere visitato seguendo
un percorso ideale tutto intorno alla figura di Federico II di
Montefeltro. Attraverso quella che é stata considerata la prima
scalinata monumentale della architettura civile italiana, si accede ai
piani nobili che accolgono oggi la Galleria Nazionale delle Marche.
Architetture, opere, suggestioni. Brevi percorsi in quattro secoli di storia
Alla sinistra dei palazzo sorge la mole imponente del Duomo, lesionato
dal terremoto dei 1781 e riedificato dal Valadier in forme
neoclassiche. Gli elementi esterni più significativi sono rappresentati
dall'imponente facciata, da un solenne ingresso e dall'alta cupola.
Nell'interno, a tre navate e con soffitto decorato da volte a botte, si
trovano dipinti notevoli tra quali il Martirio di San Sebastiano e
l'Istituzione dell'Eucarestia di Federico Barocci. Attiguo é il Museo
Albani, in cui sono conservati oggetti d'arte, dipinti, maioliche ed il
tesoro del Duomo.
Teatro romano, Convento di Santo Chiara, oratorio di Santo Croce, Palazzo Bonaventura
Servendosi del vicolo attiguo, dall quale sulla sinistra sono visibili
gli scavi che nel 1943 riportarono alla luce i resti del Teatro Romano
edificato nella prima metà del I secolo d.C., si giunge in Piazza
Gherardi, dalla quale si può ammirare l'abside della Chiesa.
Proseguendo per via Santa Chiara, si giunge all'ex convento di Santa
Chiara (attualmente sede della Scuola di Progettazione Grafica ISIA),
con un cortile a porticato e logge, opera insigne di Francesco di
Giorgio Martini, dal quale si può ammirare un bel panorama sul Mausoleo
dei Duchi. Dirimpetto all'ex convento, l'Oratorio di Santa Croce con il
bel portale in stile gotico e, all'interno si offrono ad uno sguardo
attento i dipinti di Ottaviano Nelli, di Giovanni Santi (padre di
Raffaello) e dei Picchi. Risaliamo fino a Via Saffi dove troviamo il
Palazzo Bonaventura. che fu dimora dei Montefeltro, come attesta lo
stemma sopra il portale richiamante linee gotiche e attuale sede
dell'Università, fondata nel 1506.