In un passato non molto lontano le balze venivano utilizzate dall'uomo
come rifugio. Ne danno testimonianza le numerose porte ancora oggi
presenti alla base delle pareti di terra. Gli abitanti della zona
scavarono all'interno delle Balze numerose caverne, utilizzate come
riparo per gli uomini in caso di pioggia o come deposito per gli
attrezzi agricoli e animali da cortile.
L'entrata era resa più
stabile da puntelli e travi per evitare eventuali frane, ma all'interno
era completamente assente ogni tipo di rinforzo e ci si affidava solo
alla compattezza della sabbia limosa.
Anche durante la 2^ Guerra Mondiale, le caverne scavate nelle Balze
vennero utilizzate dalle popolazioni locali per sfuggire al passaggio
dell'esercito tedesco.
Il territorio di Reggello possiede in misura esemplare le
caratteristiche che rendono la Toscana e il contado fiorentino
particolarmente attraenti, e sotto profili diversi: non solo la
configurazione del paesaggio che si offre alla contemplazione o si pone
come meta di escursioni, è di volta in volta piacevole e suggestiva, ma
vi si trovano inserite emergenze storico-artistiche di altissimo valore.
Questo abbinamento fa sì che una gita a Reggello appaghi sotto diversi
punti di vista: e quando il viaggiatore di palato fine avrà fatto la
sua scorta di olio prezioso, potrà con soddisfazione seguire le tracce
dell'appassionato d'arte che nel frattempo avrà visitato, o rivisitato
il Trittico di San Giovenale di Masaccio nella splendida Pieve di
Cascia, o gli Angeli di Antonio Rossellino in San Clemente, avrà
ammirato il Ghirlandaio nell'altra altrettanto importante Pieve di
Pitiana, e passando per Caselli, Cancelli, Fronzano, Arfoli, (per
citare solo alcune delle chiese dotate di importanti dipinti e
affreschi dal secolo XIV al XX), si sarà preparato a raggiungere
Vallombrosa, che alla fine dell'erta salita fra gli alberi si pone come
un grande museo d'arte sacra con la sua chiesa ricca di altari
incastonati in un complesso conventuale di grande rilevanza
architettonica e spirituale.