Il lupo, grande carnivoro, è un tassello indispensabile nella catena alimentare che regola l'equilibrio di numerosi habitat naturali. In assenza di "nemici", il rischio è che le popolazioni di ungulati selvatici (cinghiali, caprioli, cervi, camosci) crescano eccessivamente. Il lupo rappresenta uno dei "fattori" di contenimento, e agisce in modo mirato: essendo un
cacciatore selettivo, tende a prelevare in prima battuta capi malati o comunque più deboli.
Per l'uomo, "animale predatore" per eccellenza, il lupo ha sempre rappresentato un concorrente. Un rivale che nei secoli si è meritato grande rispetto, tanto da rientrare in un gran numero di miti e leggende, ma al contempo è stato oggetto di una caccia spietata, che in molte situazioni ha portato alla sua estinzione.
Così diversi eppure così simili:
uomini e lupi possono convivere? Il Centro faunistico del Parco delle Alpi Marittime, prima ancora di fornire risposte, offre al visitatore - al giovane come all'adulto, a chi è completamente digiuno in materia come a chi per passione di fauna è già esperto - l'opportunità di approfondire la conoscenza dell'animale, del suo comportamento, e dunque di avere a disposizione tutti gli elementi necessari per costruirsi
un'opinione documentata e consapevole.Ma non c'è solo la divulgazione tra gli obiettivi perseguiti dal progetto "Uomini e Lupi". La sfida è anche quella di creare un'
attrattiva che si ponga quale concreta alternativa a forme di turismo montano caratterizzate da un pesante impatto ambientale: si pensi ad esempio agli impianti di sci. Il lupo, che indubbiamente rappresenta per la pastorizia un problema, può rivelarsi per l'insieme dell'economia locale un'
opportunità di non poco conto.
Il
Centro faunistico Uomini e Lupi è costituto da
due spazi espositivi, uno in Entracque paese l'altro in
località Casermette, entrambi attrezzati con allestimenti multimediali. La visita delle due sezioni è indipendente e quindi si può iniziare con una o con l'altra. Il tempo necessario per vedere un centro è poco più di un'ora.
Favole, leggende e miti
Nel centro espositivo di Entracque, si raccontano favole e leggende, si parla di miti. A guidare la visita è la voce narrante di un cantastorie. In ognuna delle quattro sale del centro si assiste a una proiezione e si vivono forti emozioni. Si parte dalla Tenda delle Favole, gioia dei bambini, per passare poi all'Officina delle Biciclette: è a cavallo di una magica due ruote che il cantastorie ha girato il mondo alla scoperta di leggende e miti legati al lupo. Ne ha scoperti in Turchia, Russia, Svezia, Irlanda, tra i mongoli e tra gli indiani del Nord America. Nella successiva Galleria dei Ritratti sono contrabbandieri, guardiacaccia e lupari a raccontare dei loro incontri con il lupo, mentre dalla Grotta si colgono i commenti di pastori, guardaparco, escursionisti…
Dal contatto con tutti questi personaggi emerge una morale solo in apparenza scontata: il lupo non è né buono né cattivo, il lupo attacca altri animali perché così vuole il suo istinto, perché quella è la parte che gli è stata assegnata nella grande rappresentazione del ciclo della vita.
La visita si conclude con il passaggio in un grande salone dove vi è la biblioteca con libri scientifici e fumetti, sono esposti antichi attrezzi per la cattura e uccisione dei lupi, sono affissi manifesti di film che hanno avuto quale protagonista il lupo e copertine della Domenica del Corriere.
Dagli Appennini alle Alpi Il lupo, dopo una lenta avanzata lungo i crinali dell'Appennino, agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso è tornato a vivere stabilmente nelle Alpi Occidentali, territorio da cui era scomparso circa sessant'anni prima.
La sua ricomparsa, salutata con soddisfazione da studiosi e ambientalisti in quanto segno evidente di ritrovata "naturalità" e buona salute dell'arco alpino, ha creato problemi a una delle attività più intimamente legate alla montagna italiana, la pastorizia. Inoltre, le predazioni del lupo nei confronti di cinghiali, caprioli e altri selvatici hanno fatto sì che tra i cacciatori si sviluppasse un diffuso malumore.
Da subito è apparso chiaro che l'espansione territoriale di una specie che ha connessioni così strette con le attività umane andava seguita con attenzione e nel limite del possibile gestita. Un piano di intervento, mirato innanzitutto alla prevenzione delle predazioni sui domestici, non può che basarsi su una approfondita conoscenza della specie. Quanti sono i lupi e quanti i branchi? Come si muovono? Quali prede prediligono? Con quali sistemi di protezione è possibile contenere i danni a carico delle greggi in alpeggio? Per rispondere a queste e molte altre domande, nonché per giungere alla definizione di misure di intervento corrette ed efficaci, la Regione Piemonte ha sviluppato negli anni il "Progetto Lupo", coordinato dal Parco delle Alpi Marittime tramite un ristretto nucleo di ricercatori e veterinari.
Ogni anno questo progetto fornisce un quadro ben definito della situazione. Non solo rispetto alle dinamiche della popolazione - il lupo ha raggiunto nelle valli piemontesi una consistenza di cinquanta-sessanta esemplari, suddivisi in tredici-quattordici branchi - ma anche in riferimento agli attacchi sui domestici: un insieme di dati indispensabile per organizzare gli interventi di prevenzione e procedere con gli indennizzi agli allevatori.
Proprio grazie al "Progetto Lupo" nel tempo si è accumulata una massa di informazioni che oggi vengono messe a disposizione del pubblico, e in particolare delle scuole, nel grande Centro faunistico Uomini e Lupi di Entracque.
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