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Parco delle Alpi Marittime

 

L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Parco Naturale Alpi Marittime:
    • Superficie a terra: 28'455.49 ha
    • Regioni: Piemonte
    • Province: Cuneo
    • Comuni: Aisone, Entracque, Roaschia, Valdieri, Vernante
    • Provv.ti istitutivi: LR 19 01/01/2009 - e succ. mod. e int.
    • Elenco Ufficiale AP: EUAP1057

 

 

Una Grande Oasi di Natura Protetta

Il Parco naturale delle Alpi Marittime è stato creato nel 1995, in seguito alla fusione del Parco naturale dell'Argentera (istituito nel 1980) con la Riserva del Bosco e dei Laghi di Palanfré (istituita nel 1979). E' nata così un'unica grande area protetta che si estende su una superficie di 28.455 ettari, ripartita su tre valli (Gesso, Stura, Vermenagna) e cinque comuni (Aisone, Entracque, Roaschia, Valdieri, Vernante).
Le Alpi Marittime, estremo lembo meridionale della catena alpina, dividono la pianura piemontese dalla costa nizzarda e sono comprese tra due valichi molto frequentati fin dall'antichità: il Colle di Tenda e il Colle della Maddalena. Entrambi i versanti delle Marittime sono sottoposti a protezione: infatti, sul lato francese, si estende il Parco nazionale del Mercantour, famoso in tutto il mondo per la Valle delle Meraviglie, sito che ospita migliaia di incisioni rupestri risalenti per lo più all'età del Bronzo. I due parchi confinano per oltre 35 chilometri e formano nel loro insieme un'area protetta di oltre 100 mila ettari, che potrebbe diventare in un futuro prossimo il primo esempio di Parco internazionale.
Per favorire questa prospettiva, da tempo Marittime e Mercantour lavorano a una serie di progetti e, dopo essersi gemellati nel 1987, hanno ottenuto nel 1993 il Diploma Europeo, importante riconoscimento che ha dato ulteriore impulso allo studio e alla realizzazione di una politica comune di protezione del territorio e di sviluppo economico.

Il lago Portette
Il lago Portette
 

Un Parco da Re

La bellezza di queste montagne, la ricchezza di camosci, di trote e di una splendida e rigogliosa vegetazione colpirono con forza Vittorio Emanuele II, quando nel 1855 il re di Sardegna visitò la Valle Gesso e le sue terme. Il suo apprezzamento non passò inosservato, e i sindaci dei Comuni dell'alta valle, ben conoscendo la sua passione venatoria e i vantaggi che sarebbero derivati da una presenza estiva in zona della famiglia reale, stabilirono di cedere al re i diritti di caccia e di pesca su gran parte del loro territorio. Nacque così la Riserva Reale di caccia. Casa Savoia edificò, tra il 1865 e il 1870, la residenza estiva a Sant'Anna di Valdieri, le palazzine di caccia a San Giacomo di Entracque e al Piano del Valasco. Alle Terme vennero costruiti quattro chalet "di foggia svizzera", uno dei quali ancor oggi viene detto "Casa della Bela Rosin", in ricordo di Rosa Vercellana, la popolana da cui Vittorio Emanuele II ebbe due figli. La presenza dei reali fece diventare la valle, per un lungo periodo, meta privilegiata di molti politici, nobili e sovrani d'Europa, ed ebbe un'influenza molto positiva sull'economia della zona, poiché le famiglie dei guardiacaccia potevano contare su un lavoro sicuro e molti altri valligiani, impiegati stagionalmente nelle battute di caccia, nella manutenzione dei sentieri, nei lavori di cucina e pulizia, potevano integrare i loro poveri guadagni. Ancora oggi tra gli anziani il ricordo dei reali è molto vivo, ed è legato soprattutto alla regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III, che nelle sue permanenze amava dedicarsi alla pesca nei torrenti e nel Lago sottano della Sella.

Foto di Un Parco da Re
 

Laghi e Ghiacciai

Oltre ottanta laghi, alcuni incastonati nelle rocce, altri lambiti dalle praterie, caratterizzano il paesaggio d'alta quota del Parco. Ognuno di questi specchi d'acqua, in cui si riflettono le cime circostanti, ha un suo fascino, una sua peculiarità per forma, dimensione, colore. Ce ne sono di piccolissimi e sperduti, come quelli di Valcuca e della Maledia, e di profondi e pescosi, come i Sella. Ce ne sono, e la loro è storia recentissima poiché risale alla fine degli anni Sessanta, di artificiali: i grandi bacini della Piastra e del Chiotas, creati per la produzione di energia elettrica. Di alcuni si tramandano affascinanti leggende, come quella legata al Lago del Vei del Bouc, sopra San Giacomo di Entracque. La storia racconta di un vecchio (vei, nel dialetto locale) che viveva con un caprone (bouc) tra le montagne. Alla sua morte, affinché nessuno potesse mai profanarne la tomba, le acque del rio che scorreva sul fondo della valle ricoprirono il luogo della sepoltura formando un grande lago. All'osservatore più attento non potrà sfuggire l'origine glaciale comune alla maggior parte dei laghi del Parco. I ghiacciai delle Marittime, che nel corso delle glaciazioni ebbero un ruolo fondamentale nel modellamento del territorio e che oggi rischiano per i mutamenti del clima di scomparire, sono indicati come i più meridionali dell'arco alpino: Monaco, località con le maggiori temperature medie della Costa Azzurra, si trova in linea d'aria a soli 45 chilometri.

Laghi di Marittime

Lago Vej del Bouc 2054 m
Lago Vej del Bouc 2054 m
Il ghiacciaio est del Monte Clapier
Il ghiacciaio est del Monte Clapier
 

La flora del Parco delle Alpi Marittime

L'area delle Alpi Marittime è famosa in tutto il mondo per la sua ricchezza botanica. Complessivamente viene stimata la presenza di 2.600 specie, un patrimonio pari a quasi la metà di quello dell'intera penisola. La famiglia delle Orchideacee, ad esempio, di cui fanno parte alcuni dei fiori più spettacolari che si trovano in natura, nel solo territorio del Parco può contare su quaranta delle ottanta specie di orchidee censite in Italia.

Le peculiarità delle Marittime in ambito botanico si spiegano con la loro posizione geografica, di raccordo tra i sistemi montuosi di Piemonte, Liguria e Provenza; geologicamente collegate, in tempi remoti, con distretti anche molto lontani (Pirenei, Corsica, Balcani) rivelano ancor oggi con queste aree sorprendenti affinità floristiche. A rendere vario il clima e di conseguenza la flora contribuiscono la vicinanza del mare e l'esistenza di numerose cime oltre i 3.000 metri di quota, tra cui spicca l'Argentera, che con i suoi 3297 metri rappresenta il tetto delle Marittime. Queste condizioni favoriscono la presenza non solo di un elevato numero di specie, ma anche di numerosi endemismi, cioè di piante che crescono esclusivamente in una certa area. Della trentina di endemismi delle Marittime, quello che attira particolarmente la curiosità dei visitatori e l'interesse dei botanici è la Saxifraga florulenta: dalla rosetta di foglie basali, dopo una trentina d'anni emerge una lunga infiorescenza a pannocchia di color rosa tenue; dopo la fioritura, la pianta muore.

La Sassifraga è una pianta primitiva e di conseguenza poco evoluta che è sopravvissuta nelle Alpi Marittime perché interessate sono marginalmente dalle glaciazioni.

Foto di La flora del Parco delle Alpi MarittimeViole
Viole
La sassifraga dell'Argentera (Saxifraga florulenta)
La sassifraga dell'Argentera (Saxifraga florulenta)
 

Gli animali del Parco

Poche aree protette possono vantare una ricchezza faunistica come quella del Parco naturale delle Alpi Marittime. La specie più facilmente osservabile, soprattutto al mattino presto e alla sera, è il camoscio. Il popolamento di questo animale, che può contare su circa 4500 esemplari, se considerato in rapporto alla superficie è uno dei più consistenti delle Alpi. Lo stambecco, reintrodotto per volere di Vittorio Emanuele III negli anni Venti, dalla ventina di capi provenienti dal Gran Paradiso è passato a oltre 500 esemplari, che possono essere ammirati da distanza ravvicinata soprattutto in periodo primaverile. Altri ungulati presenti nel Parco sono il capriolo, il cinghiale, animali più schivi e difficili da osservare anche per il tipo di ambiente che abitualmente frequentano: il bosco. Nell'estate è possibile l'incontro con il muflone, proveniente dal vicino Parco del Mercantour.

Per i suoi caratteristici fischi, le posizioni che assume sulle rocce, il correre goffo ma agile, la marmotta è uno degli animali che maggiormente sanno attirarsi le simpatie dei visitatori, soprattutto dei più piccoli.

L'avifauna, estremamente ricca e diversificata, comprende quasi tutte le specie tipiche dell'arco alpino occidentale, dal gallo forcello alla pernice bianca, ed un gran numero di migratori.
Nel Parco vivono sette coppie di aquila reale e sono presenti molte altre specie di rapaci, tra cui il gipeto, che è ricomparso di recente nelle Alpi Marittime grazie ad un progetto europeo di reintroduzione.
Spontaneo è stato invece il ritorno di un predatore sottoposto per secoli a terribili persecuzioni, il lupo.

Stambecco maschio
Stambecco maschio
Marmotta
Marmotta
Foto di Gli animali del Parco
 

Un paradiso dell'escursionismo

Sono decine e decine i chilometri di strade militari, mulattiere e sentieri che risalgono i valloni del Parco. Molte mulattiere, oggi percorsi "classici" dell'escursionismo, vennero costruite per raggiungere le imposte di caccia, dove il re e il suo seguito si appostavano in attesa di veder comparire i camosci, sospinti verso i punti prestabiliti da una schiera di 200-300 battitori.
Prima della seconda guerra l'Italia fortifica le montagne al confine con la Francia. Le valli delle Marittime diventano un gigantesco cantiere. Le antiche "strade del sale", tracciate per i commerci con l'altro versante della catena alpina e la costa del Nizzardo, diventano le direttrici per collegare i fondovalle con le caserme e i bunker costruiti nelle vicinanze dei valichi. Di questo tragico periodo ci è rimasta la testimonianza straordinaria di una rete estesissima di sentieri e strade militari, in molti tratti lastricate, sopraelevate, intagliate nella roccia, che rappresentano un vero gioiello architettonico. L'esempio più significativo è senza dubbio la carrozzabile che dal Piano del Valasco raggiunge, con un tratto in galleria, il Lago inferiore di Valscura e prosegue quindi verso il Lago delle Portette e la zona di Fremamorta.

Piano della Casa
Piano della Casa
 

Riserva naturale Rocca San Giovanni - Saben

La Riserva è accessibile per il sentiero del Vallone Scumbes che sale al Chiot la Crava e alla Cima Saben. Su tutto il resto del territorio protetto vige il divieto di accesso per tutelare le diverse specie animali e vegetali presenti, molte delle quali sono rare e particolarmente fragili e sensibili al disturbo umano.
Il sentiero che in alcuni tratti è di difficile percorrenza sarà oggetto nei prossimi mesi di interventi di manutenzione, al fine di renderlo completamente agibile e sicuro.
La strada o il sentiero che salgono da Valdieri al valico di Madonna del Colletto permettono di osservare le caratteristiche morfologiche e paesaggistiche della Riserva. La carrozzabile, percorribile in auto o in bicicletta, è lunga 6 km.

Vai alla mappa della Riserva

Un giardino botanico naturale

Il valore naturalistico della riserva è principalmente nella ricchezza della sua vegetazione in rapporto alla superficie che comprende circa 450 specie e tra queste, numerosi endemismi. Quest'area svolge un importante "zona di rifugio" per diverse piante amanti del clima caldo (termofile) e secco (xerofile). Molte di queste specie sono endemismi: Primula allionii (endemismo Alpi Marittime), Saxifraga lingulata (endemismo Alpi occidentali), Campanula macrorrhiza (endemismo ligure-provenzale), Teucrium lucidum (Calamandrina, endemismo delle Alpi sud-occidentali).

La riserva è frequentata durante tutto l'anno da un gran numero di uccelli. Considerato che l'area è prevalentemente rocciosa molte specie sono legate a questo ambiente: rondone maggiore, rondine montana, gracchio corallino, corvo imperiale, codirosso spazzacamino, picchio muraiolo, gheppio e falco pellegrino. Oltre a queste sono presenti numerose specie nidificanti e di passo.

Nonostante l'aridità della riserva è frequente il camoscio che condivide questo ambiente con un altro ungulato: il cinghiale. Altri mammiferi sono: la donnola, faina, martora e volpe. Per le loro abitudini sono di difficile osservazione, ma la loro presenza è testimoniata dalle fatte lasciate, talvolta, a delimitare il territorio.

Notevole è l'aspetto entomologico. Di particolare interesse è l'Amazzone (Polyergus rufescens) una formica che pratica, per nutrirsi, lo schiavismo di formiche di specie diverse.

Nella riserva vive il Papilio alexanor, farfalla dai colori molto vivaci, parente stretto del comune Papilio macaon. L'alexanor vive in stretta associazione con alcune piante della famiglia delle Ombrellifere che fungono da "nutrici" dei bruchi. Una di queste è la Ptychotis saxifraga che la specie utilizza, all'inizio dell'estate, per deporre le uova. A compimento della muta, all'inizio dell'anno seguente, dal bozzolo sfarfalla un esemplare grande ed elegante.

Foto di Riserva naturale Rocca San Giovanni - SabenFoto di Riserva naturale Rocca San Giovanni - Saben
 

Le Alpi Marittime


Dove Alpi e Mediterraneo si incontrano e si confondono

Fra il Colle di Tenda e il Colle della Maddalena si alza l'ultimo grande castello di roccia cristallina dell'arco alpino: sono le Alpi Marittime. Montagne contese fra i ghiacciai e il mare, una "regione pittoresca e selvaggia, che ha le bellezze sovrane dell'Alpe ed i miti fascini dell'Appennino, che alletta l'alpinista con la seduzione dei suoi monti scoscesi ed offre allo studioso e all'artista largo campo d'osservazione, coi suoi inaspettati contrasti.

Altre informazioni

Il Gelas dal sentiero di Fenestrelle
Il Gelas dal sentiero di Fenestrelle
 

Geomorfologia

Il Parco delle Alpi Marittime si trova nelle Alpi sudoccidentali, collocate fra il Mar Mediterraneo e la pianura piemontese. Con più di venti cime che superano i 3000 metri, le Marittime sono caratterizzate da valli strette e profonde, chiuse da ripidi versanti. Il segreto del fascino severo di queste montagne sta nella loro storia geologica, scritta nel corso di migliaia di anni dalla roccia e dai ghiacciai.

Altre informazioni

Tramonto sul versante ovest dell'Argentera
Tramonto sul versante ovest dell'Argentera
Il Lago del Frisson
Il Lago del Frisson
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