L'acqua è l'aspetto più entusiasmante di questo percorso. La mulattiera si sviluppa seguendo quasi sempre il corso del rio che è un susseguirsi di cascate e pozze dall'acqua smeraldina fino agli splendidi laghi di origine glaciale che sono tra i più estesi del Parco. Il Vallone della Meris vi colpirà per il suo lungo sviluppo, il susseguirsi di ambienti diversi ed il contrasto tra i due versanti. Quello a sinistra roccioso con alte pareti come quella dell'Arcoulon punteggiata di pini cembri contorti, della Punta della Meris o del Monte Matto, mentre quello di destra è costituito da ampie praterie sorvolate dall'aquila reale e su cui pascolano i branchi di camosci e le greggi di pecore. L'escursione può essere spezzata in due giorni facendo tappa al rifugio Dante Livio Bianco che sorge sulle sponde del lago sottano della Meris.
Dal ponte sul rio Meris si sale con una stradina asfaltata tra le case del paese e ci si inoltra nel Vallone della Meris con la ripida mulattiera, a tratti lastricata, fino a tetti Paladin 1326 m. Con percorso meno erto si attraversa una faggeta e si raggiunge il pianoro del gias del Prato 1529 m, lo si attraversa e si sale al ripiano dove si trova il gias del Chiot 1700 m. Dopo alcuni tornanti si raggiunge un bivio presso l'emissario del lago sottano della Sella: per il ramo di sinistra si arriva in pochi minuti al rifugio 1910 m. A destra il sentiero prosegue tagliando a mezzacosta sopra il lago e poi con alcune svolte raggiunge una conca in cui si trovano i resti di un gias 2121 m. Una serpentina conduce ad un bivio segnalato dove si svolta a destra, per raggiungere il lago soprano della Sella 2329 m.