Ventisei chilometri di crinali montuosi, a due passi dalla Riviera Ligure, che si sviluppano dal Colle del Giovo al Passo del Turchino con andamento parallelo alla costa, passando per le vette del M. Beigua (1287 m), della Cima Frattin (1145 m), del M. Rama (1148 m) del M. Argentea (1082 m) e del M. Reixa (1183 m) e che racchiudono praterie e preziose zone umide, fitte foreste di faggi, roveri e castagni, rupi scoscese e affioramenti rocciosi, pinete a Pino Marittimo e lembi di vegetazione mediterranea.
Un mosaico di ambienti in ragione del quale il gruppo montuoso del Beigua viene considerato una delle zone più ricche di biodiversità della Liguria: in funzione di tale ricchezza nel comprensorio del Parco sono stati proposti ben 3 Siti di Importanza Comunitaria. La Comunità Europea, attraverso la proposta della Regione Liguria e del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, ha ulteriormente riconosciuto lo straordinario valore naturalistico del Parco del Beigua istituendo una Zona di Protezione Speciale che riveste una particolare importanza per gli uccelli migratori (l'area è riconosciuta come "Area Importante per l'Avifauna" secondo la classificazione del Bird Life International). Sono presenti oltre 80 specie nidificanti talune di grandissimo pregio come l'Aquila reale, il Biancone, il Codirossone, il Succiacapre e l'Averla piccola.
Lungo i suoi percorsi più impervi del Parco e nascosti alla vista dell'uomo transita regolarmente il lupo e dai suoi contrafforti affacciati sul mare non è inusuale scorgere le affusolate sagome delle balene transitare nello specchio acqueo di fronte a Varazze, Cogoleto e Arenzano.
Un comprensorio in cui nel giro di pochi chilometri si possono apprezzare fioriture tipiche della macchia mediterranea o imbattersi in singolari torbiere di alta quota, testimoni di epoche lontane in cui ghiaccio e rocce combattevano la loro battaglia quotidiana per modellare la superficie terrestre.
Un parco in cui è possibile scovare variopinte specie floristiche endemiche (Viola Bertolonii, Cerastium utriense, Asplenium cuneifolium, Daphne cneorum, Cheilantes marantae) e alcuni singolari inquilini appartenenti alla fauna minore (quali il colubro lacertino, il tritone alpestre, il tritone crestato, la rana temporaria, ecc.).
Un parco che annovera al suo interno tre importanti Foreste Demaniali Regionali ("Deiva" in Comune di Sassello, "Lerone" nei Comuni di Arenzano e Cogoleto, "Tiglieto" nei Comuni di Tiglieto, Masone e Campo Ligure) in cui vivono i tipici ungulati dell'Appennino ligure quali cinghiali, caprioli e daini.
Per ulteriori approfondimenti sulle caratteristiche ambientali, il patrimonio naturalistico e la biodiversità del Parco, consultare la documentazione del Piano Integrato del Parco.
Il comprensorio del Parco Naturale Regionale del Beigua, la più vasta area naturale protetta della Liguria, custodisce gelosamente la storia geologica della nostra regione, raccontata attraverso affioramenti rocciosi, mineralizzazioni, giacimenti fossiliferi e spettacolari forme modellate senza sosta per effetto degli agenti esogeni. Per l'eccezionale patrimonio geologico presente, nel marzo 2005 il comprensorio del Beigua è entrato a far parte delle reti internazionali come Geoparco Europeo e Mondiale.
Successivamente, nel novembre 2015, lo stesso territorio è stato riconosciuto come sito UNESCO ed inserito nella prestigiosa lista dei Geoparchi Globali (UNESCO Global Geoparks).
Il Geoparco comprende l'intera superficie classificata come "Parco Naturale Regionale del Beigua" oltre ad una vasta porzione di territorio funzionalmente connessa al medesimo Parco. Di fatto il Beigua Geopark rappresenta un comprensorio formato da 11 territori comunali che interessano due diverse province (Genova e Savona). Complessivamente il territorio del Beigua Geopark si estende per 42.376,43 ettari coinvolgendo i comuni di: Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova, Masone, Rossiglione, Sassello, Stella, Tiglieto, Urbe e Varazze.
Il Parco del Beigua è, altresì, caratterizzato da un prezioso patrimonio di testimonianze storico-culturali, presenti sul territorio o conservate nei musei, che raccontano l'evoluzione degli insediamenti umani dell'area del parco e le importanti vie di commercio tra costa e pianura padana che la attraversavano.
Una così preziosa risorsa da tramandare alle future generazioni rende il parco un territorio speciale non solo per la conservazione della biodiversità, ma anche per la tutela e la valorizzazione dell'identità culturale di ciascuna comunità presente al suo interno, nonché un laboratorio per la sperimentazione e lo sviluppo di attività socio-economiche sostenibili.
A partire dai reperti paletnologici che testimoniano come le selve del Monte Beigua fossero frequentate già in epoca preistorica da cacciatori e pastori, passando al ruolo sempre più importante che la zona assunse quale crocevia di importanti vie di commercio tra la costa e la pianura padana, con il notevole impulso fornito nel territorio della Valle dell'Orba dall'insediamento dei Monaci Cistercensi presso la Badia di Tiglieto (fondata nel 1120), fino alle tradizionali attività agricole e di gestione del bosco che hanno definito l'uso del territorio negli ultimi secoli, il comprensorio del Parco del Beigua ha sempre manifestato una presenza significativa, condizionante e rassicurante dell'uomo a presidio delle risorse ambientali presenti in questa porzione del territorio ligure, laddove è ancora visibile un ricco e diffuso patrimonio dell'edilizia e dei manufatti rurali.
Di particolare interesse anche le diverse attività produttive ed agro-alimentari che hanno contraddistinto il territorio del parco e che in alcuni casi costituiscono, tuttora, motivo di attrazione per turisti: tra le prime ricordiamo l'industria cartaria, concentrata soprattutto nelle valli di Arenzano (Cantarena e Lerone); le ferriere che ebbero il loro massimo sviluppo nel Sassellese e nelle valli Stura e Orba; le vetrerie diffuse dapprima in Valle Stura, quindi anche nella Valle dell'Orba; la filigrana fiorente e caratteristica attività che ha fatto di Campo Ligure un centro artigianale conosciuto a livello internazionale; per non parlare delle produzioni legate alla forestazione ed alla lavorazione del legno (con i tradizionali mestieri dei taglialegna, dei segantini, dei cestai, dei bottai).
Per quanto riguarda le tipiche produzioni agro-alimentari è d'obbligo ricordare il ruolo del castagno, con tutti i piatti che derivano dai suoi copiosi frutti.
Di grande rilevanza l'antichissima tradizione dell'industria dolciaria sassellese, con i tipici amaretti e canestrelli, ormai esportati in tutto il mondo.
Completano il quadro l'apicoltura con le tante varietà di miele del Parco, le coltivazioni di frutti di bosco e le piante officinali, l'ampia gamma di prodotti caseari, la lavorazione delle carni bovine e ovine, nonché l'ambita raccolta e conservazione dei funghi.
Gestione ambientale
Dal 2005 il Parco del Beigua ha adottato il Sistema di Gestione Ambientale in accordo con i requisiti della norma UNI EN ISO 14001 per le attività di conservazione e valorizzazione delle risorse ambientali e storico culturali dell'area protetta attraverso:
Il Sistema è applicato in tutte le strutture direttamente gestite dall'Ente Parco.
Per consultare la Politica Ambientale approvata dal Consiglio del Parco e scaricare il certificato ISO 14001 consultare la pagina dedicata al Sistema di Gestione Ambientale.