L'uomo ha popolato la Murgia sin dai tempi preistorici, con stazionamenti risalenti al Paleolitico (Grotta dei pipistrelli) e all'epoca Neolitica (villaggio di Murgecchia, di Murgia Timone e di Trasanello). Numerose testimonianze di queste fasi si conservano presso il Museo Nazionale "Domenico Ridola" a Matera, mentre testimonianze del periodo greco (VIII-VII secolo a.C.) e romano (dal III a C.) affiorano più numerose sul versante di Montescaglioso.
L'ampio numero delle Chiese Rupestri a Matera e nell'immediato territorio circostante è uno dei tratti distintivi e più spettacolari dell'insediamento rupestre nell'area.
Circa centocinquanta siti di culto compresi in un lasso temporale che dall'alto medioevo giunge fino al secolo XIX, strettamente legati ad ogni fase storica, sociale e religiosa del territorio. Le acquisizioni critiche più recenti, sulla base di riscontri effettuati sulle fonti, i dati archeologici ed architettonici, disegnano un panorama molto complesso ed articolato, svincolato da un'accezione esclusivamente monastica e bizantina, nella quale il fenomeno era stato circoscritto dalle prime ricerche risalenti alla fine del secolo XIX.
Nel territorio del Materano la masseria ha concretizzato, visivamente, la civiltà agraria autentica ed antichissima della grande proprietà terriera, rappresentando il centro di una organizzazione gerarchicamente imposta e rimasta immutata nel corso dei secoli.
Un'economia agraria condotta con mano d'opera fissa ed avventizia in un sistema colturale uniforme che poggiava il suo divenire sull'alternanza della cerealicoltura con il pascolo. Una agricoltura estensiva integrata con l'allevamento bovino ed ovino legato alla transumanza verso i monti interni della lucania.
La pastorizia è da sempre stata una delle componenti produttive più importanti dell'economia della Murgia. L'attività è collegata ai primi insediamenti umani attestati nel territorio ed ancora oggi caratterizza il paesaggio della Murgia con una fitta rete di manufatti ed impianti anche molto complessi. Jazzi e stalle esistono in tutte le masserie dell'area, Torre Spagnola, Venusio, Del Monte, Malvezzi, S. Francesco, Monacelle.
Le "Cave di tufo", il segno del lontano adattamento dell'uomo nel territorio della Murgia materana sono l'esempio di una alterazione positiva che ha creato oggi luoghi di alta valenza paesaggistica. Le case, le chiese, i palazzi ottocenteschi, l'Abbazia di Montescaglioso, i Sassi di Matera, sono il simbolo di un lavoro manuale che ha estratto nei secoli dalla Murgia conci di calcarenite detti "tufi". La calcarenite è un sedimento carbonatico, tenero, di colore bianco giallastro, a volte grigio, con granulometria e grado di cementazione variabili da luogo a luogo, facilmente lavorabile, tanto che fu agevole, fin da epoche preistoriche, cavarla manualmente dalle grotte naturali per adattarle meglio alle esigenze umane.
Posti di fronte al Parco delle Chiese Rupestri, gli antichi rioni "Sassi" di Matera sono stati dichiarati nel 1986 Patrimonio dell'umanità sotto l'egida dell'UNESCO I Sassi sono costituiti da 2 rioni: Il Caveoso ed il Barisano.