(27 Luglio 2021) Con l'arrivo dell'estate, il primo dei grandi pericoli che ogni anno corre il patrimonio boschivo è quello degli incendi. Un problema serio che va sempre più a braccetto con il cambiamento climatico e quindi con l'estendersi di periodi di siccità in cui è più facile l'innesco di una combustione. Il clima, infatti, svolge un ruolo fondamentale nel creare le ondizioni favorevoli allo sviluppo e alla propagazione del fuoco ed è proprio sui valori stagionali che la Regione Veneto attiva o fa cessare lo stato di massima pericolosità per gli incendi boschivi. Un allarme che, oltre a vietare in tutti i terreni boscati, cespugli e vegetazione spontanea, ed entro la distanza di cento metri tutte le operazioni che possono comunque creare pericolo o possibilità di incendio, determina lo stato di allerta dei gruppi d'intervento, dalla semplice attenzione alla massimo pericolo che richiede disponibilità di azione ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. E' la Regione Veneto, infatti, ad essere competente in materia di incedi nel Parco e spetta ad essa la predisposizione del sistema antincendi boschivi (AIB) per il coordinamento degli interventi insieme ai Vigili del Fuoco. Nella fattispecie l'operatività nell'area euganea punta su due componenti essenziali, una professionale mediante personale regionale di ruolo, operai dei servizi forestali, e l'altra volontaria costituita da organizzazioni come la Protezione Civile con i gruppi di Galzignano, Este, Battaglia Terme, Vigodarzere e Adria.
"L'efficienza del sistema AIB - spiega il presidente del Parco Regionale dei Colli Euganei, Riccardo Masin - dipende fortemente dall'integrazione fra le due componenti ed è proprio grazie all'esperienza maturata insieme che da oltre 10 anni all'interno del territorio euganeo è stato possibile conseguire una regolare riduzione delle superfici boschive percorse dal fuoco. Un'integrazione che si basa sulla formazione e sull'addestramento del personale preposto in forma permanente, che a sua volta è figlio della lungimiranza e delle risorse che le amministrazioni locali hanno investito negli anni. Oggi sicuramente è il cambiamento climatico l'elemento di novità di cui tener in maggior conto, anche perché operare in contesti a volte già problematici come quelli del territorio del Parco Colli, con siti non sempre semplici da raggiungere o con risorse idriche disponibili o limitate in prossimità dei luoghi d'intervento, in particolare appunto nelle stagioni estive caratterizzate da periodi di siccità, esige sempre più una specifica e adeguata preparazione".
Così la formazione dei Volontari di Protezione Civile in preparazione alla Campagna antincendio boschivo 2021, oltre all'analisi e all'aggiornamento del modello organizzativo, la determinazione degli interventi per la previsione e la prevenzione degli incendi, la consistenza e la localizzazione delle vie di accesso dei tracciati spartifuoco nonché delle adeguate fonti di approvviginamento idrico, ha riguardato anche le nuove condizioni climatiche in quanto analizzando quanto accaduto in Europa lo scorso anno, si nota come gli incendi abbiamo interessato diversi Paesi prima non colpiti dal fenomeno. Il verificarsi di eventi "anomali" o "estremi" si registra in tutti i continenti; basti pensare agli incendi che hanno interessato l'Australia e l'America nel 2020. E' opportuno trarre insegnamento da quanto accade nel resto del mondo e considerare questi accadimenti come manifestazione dei cambiamenti ambientali in atto, ai quali adeguare i sistemi di risposta e gli scenari di riferimento, calibrando le attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi valutando scenari di rischio fino ad ora non ancora considerati.
I valori da proteggere del resto hanno aumentato di importanza con la progressiva consapevolezza che quando un bosco brucia non è solo il legno ad andarsene in fumo.
"I danni provocati dagli incendi sono in primo luogo di natura ecologico-ambientale – spiega il vicepresidente, Antonio Scarabello - poiché comportano distruzione di ecosistemi forestali, inquinamento atmosferico, innesco di frane, smottamenti e fenomeni erosivi in genere, con conseguente dilavamento del terreno e perdita di fertilità. Ma contemporaneamente il danno è anche di natura economica, con il degrado ambientale e paesaggistico di aree a spiccata vocazione turistica. E quindi la nostra attenzione su questo tipo di emergenze si va intensificando tanto che da un paio d'anni, insieme ai Carabinieri Forestali, stiamo sperimentando una forma di vigilanza fatta con i droni". Ricordo a tutti l'enorme danno ambientale, economico e sociale che stiamo vivendo in questi giorni in Sardegna e per noi tutti deve essere un monito a maggior tutela del nostro ambiente.
Da monitorare infatti ci sono anche gli effetti dei cambiamenti che riguardano specificatamente l'area euganea, come ad esempio il progressivo abbandono della gestione del bosco da parte dei privati, l'afflusso turistico, caratterizzato da una maggior presenza di visitatori sui percorsi del Parco rispetto a solo qualche anno fa, e quindi una maggiore presenza di autovetture all'interno dell'area del Parco. Esiste, infatti, una correlazione tra il progressivo aumento degli autoveicoli circolanti e gli incendi boschivi: dal rilevamento dei punti di innesco del fuoco, spesso, si evince come numerosi incendi abbiano inizio proprio dal bordo stradale.
Un ruolo importante, per scongiurare la perdita del patrimonio ambientale, dunque, compete anche alla società civile adottando comportamenti idonei a non creare situazioni che possano dare luogo ad incendi oppure segnalando l'avvistamento di fumi o fiamme presso i Carabinieri forestali del Comando stazione di Torreglia, 0495 211727, oppure ai Servizi Forestali di Padova, 049 8778200, o ancora al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco 049 8077196 - numero di emergenza: 115. Spesso è proprio la tempestività dell'intervento a fare la differenza, come in occasione dell'incendio dello scorso anno innescato da via Vallarega a Torreglia, quando malgrado l'entità del rogo fosse notevole, il tempismo e la solerzia degli operatori hanno evitato che una parte preponderante della vegetazione andasse in fumo.
Fonte: Parco Regionale dei Colli Euganei