Lo scenario è quello della complessa, irregolare orografia dell'Appennino umbro-marchigiano ove si trova un'area speleologica tra le più interessanti d'Europa, con un poderoso sviluppo del fenomeno carsico e la presenza di una natura austera e incontaminata che mantiene intatti i segni di un passato millenario. Siamo a Frasassi di Genga, nell'entroterra anconetano, tra le due montagne tagliate a picco su una gola selvaggia dentro la quale scorre a fatica il Sentino.
Serra San Quirico, una città di pietra adagiata su costa rocciosa, una città che assume le sembianze di una nave con la prua sulla valle dell'Esino. I monti sovrastano l'antica fortezza, testimoni, nei secoli, delle vestigia di Serra: un passato importante che l'ingiuria del tempo non ha cancellato, che ancora oggi si coglie dall'osservazione attenta delle edificazioni civili e religiose, dell'impianto urbanistico della città murata, dei centri rurali sparsi nel territorio del comune, ricchi di testimonianze di cultura. Ovunque regna il verde delle piante e delle pinete. La montagna e lì, con le sue bellezze, le sue passeggiate, le sue dolci atmosfere di pace... Le origini di Serra San Quirico risalgono a tempi assai remoti per la posizione chiave del luogo. I documenti storici ritrovati nel nostro territorio parlano di epoche antichissime, con segni tangibili della civiltà etrusca, picena e romana; oltre al ritrovamento di una necropoli di Galli Senoni. Si suppone che Serra sia sorta come caposaldo romano all'imbocco della Gola della Rossa, passaggio obbligato per Roma e punto di grande importanza strategica. Un primo insediamento di uomini che si arricchì a poco a poco di edifici e fortificazioni; che crebbe e si consolidò all'obra di Roma fino alla distruzione barbarica.
Nata come castello è collocata su un poggio dai pendii scoscesi e mantiene ancora intatta la dimensione urbanistica medievale valorizzata dagli interventi di restauro architettonico, negli ultimi anni. Tra le bellezze di Genga si può ammirare la cinta muraria, la piazza che ospita il palazzo dei conti della Genga e la chiesa di S. Maria Assunta di particolare interesse architettonico-culturale.
Cenni Storici
Castrum Cerreti, ovvero il Castello di Cerreto d'Esi, è ubicato nell'entroterra marchigiano, in provincia di Ancona.
Ha una posizione elevata di 265 m. sopra il livello del mare e oggi conta circa 3200 abitanti. Questo castello ha conservato molto della struttura urbanistica originaria, anche se modificata, nel corso dei secoli, per cause sismiche, belliche o di deterioramento.
Possiamo ipotizzare basandoci anche sulle notizie storiche relative ai castelli circostanti, che esso sia stato costruito inizialmente non per difesa militare, ma come snodo commerciale tra i territori limitrofi. Cerreto infatti, non era in posizione strategica dal punto di vista militare, ma situata vicino ad importanti centri economici e nelle vicinanze di una ramificazione minore della via Flamimia (zona di Collamato). Successivamente si è avuta la trasformazione in castello medioevale vero e proprio con un signore, il suo seguito ed i sudditi, ma il massimo splendore lo raggiunse intorno al 1500.
Il significato della parola Cerreto è riportato in molti dizionari etimologici italiani e deriva da «Cerrus», cioè cerro, pianta della famiglia delle querce. Il primo documento certo dell'esistenza del Castello di Cerreto è rappresentato da una pergamena del monastero di San Vittore delle Chiuse del 1090, ove si legge «locus qui dicitur Cerreto».
Nel 1861 fu aggregato alla provincia di Ancona e nel 1862 venne aggiunta la denominazione «d'Esi».
Monumenti d'interesse
Da vedere Porta Giustiniana, la chiesa della Collegiata caratterizzata da una parete romanica di pregevole fattura nel cui interno è possibile ammirare un crocifisso ligneo risalente al XVI secolo. Di notevole importanza la Torre Civica, detta di Belisario, rappresentante delle origini medievali di questo borgo.