Nel 1686, seguendo Luigi XIV, Vittorio Amedeo II di Savoia proibì il culto Valdese nel Regno e impose l'esilio a chi non fosse tornato al cattolicesimo. Ne nacque un'aspra resistenza e chi sopravvisse fu rinchiuso in prigione o esiliato in Svizzera. Nel 1689 Guglielmo III d'Orange, nemico di Luigi XIV, appena salito al trono d'Inghilterra, organizzò una grande coalizione contro la Francia e in questo contesto finanziò una spedizione militare in Piemonte composta da un migliaio di uomini in maggioranza valdesi esiliati. Partendo dal lago Lemano la spedizione attraversò la Savoia e dopo 14 giorni di marcia e uno scontro cruento a Salbertrand con le truppe francesi, riuscì a ritornare nelle Valli di origine.
Il tratto del Glorioso Rimpatrio dei Valdesi che attraversa il Gran Bosco ripercorre lungo i sentieri del parco la salita che i valdesi compirono durante la fuga nei boschi dopo aver forzato il presidio dell'esercito franco piemontese al ponte di Chenebiere.
Il percorso, segnalato con appositi segnavia, in discesa da Eclause, raggiunge Salbertrand ed attraversa la Dora Riparia sul ponte Chenebiere. Nel luogo dove il 3 settembre 1689 si svolse lo scontro decisivo per il rientro dei valdesi nelle loro Valli, nel 1989 è stata posta una lapide e sono stati sistemati dei pannelli descrittivi. Il sito è inserito all'interno del circuito di visita dell'Ecomuseo Colombano Romean.
L'itinerario prosegue poi lungo il GTA, attraversando verticalmente il Parco sino a raggiungere Montagne Seu, dove il Rifugio alpino Daniele Arlaud costituisce un punto tappa strategico per chiunque decida di ripercorrere il Glorioso Rimpatrio dei Valdesi.
Lungo la strada carrozzabile, il sentiero prosegue sino ai 2500 m dello spartiacque con la Valle Chisone, passando per il Monte Genevris e il Colle di Costa Piana per poi scendere verso Jussaud, borgata di Pragelato, e le Valli Valdesi.