Il complesso del Castellazzo rappresenta un'unità eccezionale nel milanese, composta da estesi boschi, brughiere, campi agricoli, all'interno dei quali sorge una grandiosa villa barocca con il suo borgo.
Appartenuta tra il Seicento e il Settecento alla nobile famiglia degli Arconati, fu voluta da Galeazzo Arconati, nobile milanese vicinissimo alla Santa Sede, dalla quale ebbe in dono la grande statua di Pompeo, che oggi si conserva all'interno della villa; leggenda vuole che sia proprio quella ai piedi del quale venne ucciso Giulio Cesare. Allo stesso Arconati si deve il recupero, la tutela e la donazione alla Ambrosiana del Codice Atlantico di Leonardo, oltre al recupero di una immensa collezione di tesori d'arte, fra cui il superbo monumento funebre di Gaston de Foix finemente scolpito dal Bambaja (forse discepolo di Leonardo stesso) che oggi è stato ricomposto al Museo del Castello Sforzesco di Milano.
A partire dal 1772 la proprietà passa ai cugini Busca, di seguito, verso la metà del '900, la Villa giunge in eredità a donna Beatrice Crivelli alle cui cure si deve oggi la sua conservazione.
Dagli anni '90 la Villa e il Giardino vengono acquisiti dalla società Palladium Group insieme ad altri soci e nel 2011 divengono sede di Fondazione Augusto Rancilio, attualmente impegnata in un importante progetto di recupero e riconversione culturale della struttura con visite guidate e festival. Fu denominata la piccola Versailles di Milano per la sua raffinata eleganza. È uno splendido esempio di barocchetto lombardo, il giardino che la circonda è un giardino alla francese ampio 12 ettari che conserva le lunghe carpinate secondo schemi rigorosi e pregiati, con fontane che formano splendidi giochi d'acqua e un labirinto settecentesco anch'esso ristrutturato.